Politica

Responsabili provinciali lombardi del Ppn in città, definito lo statuto

Si sono riuniti sabato 24 maggio all'auditorium di San Bernardino, presente l'ex ministro Roberto Castelli presidente del partito

Responsabili provinciali lombardi del Ppn in città, definito lo statuto
Pubblicato:

I responsabili lombardi del Ppn, con il presidente Roberto Castelli - ex ministro della Giustizia - sabato 24 maggio si sono riuniti nell'auditorium del chiostro di San Bernardino di Caravaggio per prendere visione delle modifiche apportate allo statuto del nuovo soggetto politico che si richiama alla Lega delle origini, secondo le richieste della Camera dei deputati.

Vertici del Ppn in città

A fare da padrone di casa, in una bella mattinata di sole, c'era l'avvocato Rocco Lombardo, primo consigliere comunale bergamasco del Ppn e responsabile della Bassa bergamasca, che ha accolto Francesca Losi, giornalista di Lecco e vicesegretaria del partito, Lucas Casati (responsabile della provincia di Lecco), Cristiano Patrizio Beltrami Scarabelli (responsabile della Provincia di Pavia), Claudio Civettini (responsabile della Provincia di Trento), Giulio Arrighini (responsabile della Provincia di Brescia), Davide Ziliani (responsabile della Valle Camonica), Alberto Quadri (responsabile della Provincia di Bergamo), Luigi Lovisetti (responsabile della Provincia di Como), Fausto Acquistapace (responsabile della provincia di Sondrio). Prima di iniziare i lavori non poteva mancare una visita guidata alla chiesa di San Bernardino, che ha lasciato senza parole chi non aveva mai visto il piccolo gioiello caravaggino.

Riunione all'auditorium di San Bernardino

Come noto, la svolta centralista del leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha fatto fare le valigie a diversi militanti della prima ora, fedeli alle idee del Carroccio fondato Umberto Bossi, molti dei quali stanno confluendo nel Ppn. Il partito che ha stilato il suo statuto, è stato sottoposto da Losi ai responsabili provinciali in una seduta aperta al pubblico. Quindi le porte si sono chiuse per una riunione interna. A portare i saluti istituzionali il presidente del Consiglio Carlo Mangoni e il sindaco Claudio Bolandrini.

Ppn

Lo statuto

Losi ha presentato il testo definitivo, proiettato su uno schermo, per sommi capi, soffermandosi sui punti salienti e rispondendo alle domande. Oltre a definire la struttura interna e le modalità di tesseramento, sono stati fissati i punti cardine su cui si basa il nuovo soggetto politico.

"Ci siamo riconosciuti nel documento 'Patto di lealtà per il nord' - ha detto - firmato il 26 giugno 2022 a Pontida. Sancisce i valori di libertà, autonomia e democrazia, quelli della tradizione giudaico-cristiana e di solidarietà verso i bisognosi. Rivendichiamo la sovranità sulle nostre terre e la difesa dei nostri popoli, il diritto allo studio e crescita personale di tutti, l'autonomia territoriale, il diritto di chiedere una riforma in senso federale dello Stato, il rispetto del mandato popolare, la lotta contro il sistema che depaupera il Nord attraverso il residuo fiscale".

Quindi sono emersi i principi cardine dell'azione del Ppn:

1 - Assetto federale dello Stato italiano

2 - Scuola su base regionale a livello di programmi e graduatorie

3 - Giustizia libera e indipendente in nome del popolo, leggi chiare scritte in modo comprensibile dai cittadini e certezza della pena

4 - Potenziamento del modello di governo regionale della sanità in un sistema bilanciato statale-privato

5 - Eliminazione del residuo fiscale

6 - Difesa del lavoro, della tradizione manifatturiera  del Nord e lotta concorrenza sleale straniera

7 - Politiche per la natalità e difesa della famiglia tradizionale

8 - Difesa della donna e dei suoi diritti irrinunciabili in una società multiculturale e multirazziale

9 - Conservazione del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico

10 - Difesa e promozione dei legittimi interessi del Nord e opposizione al centralismo di Bruxelles

Ppn

Focus su quattro temi

Quattro i temi sui quali si è soffermata la discussione, ma tutto fa riferimento al residuo fiscale.

Diritto a non abortire e condizione della donna

"Anche non abortire è un diritto - ha detto Losi - spesso chi lo fa si trova in difficili condizioni economiche, in solitudine e disagio, quindi è necessario lavorare su questo per garantire a queste donne un sostegno. C'è anche un problema di lucidità e di poco tempo per decidere. A questo si lega il tema del lavoro, con le imprese schiacciate dal sistema, i dipendenti in Italia costano e le donne si trovano ancora più svantaggiate. Noi siamo da entrambe le parti della barricata: se recuperiamo i 100 miliardi mal contati che ogni anno perdiamo per via del residuo fiscale le famiglie respirerebbero e il sistema consentirebbe 'gentilezza' verso le donne che mettono su famiglia. Scuola statale con doposcuola gratis, con insegnanti ben pagati. Lasciamo per strada circa 100mila non nati e poi parliamo di inverno demografico".

Islam: nemico ma anche alleato

"Dovremo confrontarci con il problema dei valori incarnati dall'Islam che serpeggia nella nostra società e che a mio avviso sotto diversi aspetti è antidemocratico e anticostituzionale di fatto - ha affermato la vicesegretaria del partito - Castelli ritiene che a livello politico dovremmo pretendere una rigida osservanza delle nostre leggi, inutile imbarcarsi in battaglie sul piano culturale-ideologico ma su quello giuridico e già basterebbe. Le anime belle dicono che ognuno a casa sua professa la religione che vuole ma poiché le comunità islamiche tendono a creare quartieri a sé e lì dentro serpeggia la sciarìa: diventano comunità con forti tratti di anticostituzionalità che non rispettano diritti che per me precedono anche la Costituzione perché sono inalienabili della donna e dell'uomo".

Ma Beltrami Scarabelli ha posto un punto di vista nuovo sul tema.

"Nell'Islam troveremmo un alleato formidabile contro la teoria gender - ha detto - se l'Islam è un problema, la sinistra liberal dei salotti intellettuali è un tumore sociale per me: conta su un appoggio finanziario e mediatico illimitato. Collaborare con l'Islam sconquasserebbe le categorie della comunicazione mediatica, bisogna essere flessibili".

Scuola regionale

"Serve una riforma federale della scuola della Repubblica in senso regionale - ha spiegato - graduatoria su base regionale, stipendi in linea con le gabbie salariali (sistema di differenziazione retributiva basato su aree geografiche, con l'intento di adattare le retribuzioni al costo della vita locale ndr.): i laureati del nord difficilmente insegnano a meno che non ci sia un altro stipendio che conta in famiglia. Qui ci giochiamo la parte identitaria. La professione è appannaggio soprattutto dei colleghi di origine meridionale, inoltre c'è il problema di portar fuori dalla scuola le ideologie: quelli che invocano la laicità poi portano in classe le loro idee, spesso insane. Penso alla barbarie ideologica del genitore 1 e 2, non più solo ideologie politiche infatti ma anche gender".

Sanità sul modello lombardo

"Seppure in declino la nostra è una sanità di eccellenza - ha osservato l'onorevole Arrighini - dobbiamo fermare il declino dando alle regioni più autonomie e farci dare almeno auna parte del residuo fiscale che perdiamo: perde colpi perché mancano fondi, lo Stato centrale ha fatto un buco di tremila miliardi di debito pubblico e adesso chiude i rubinetti".

"Tolto il numero chiuso alle facoltà di Medicina, adesso hanno stabilito che dopo sei mesi sulla base dei voti conseguiti viene creata una graduatoria nazionale per cui rimangono gli studenti che hanno un certo punteggio - ha proseguito Losi - e poiché come rilevano le prove Invalsi a quanto pare c'è una profonda difformità di preparazione tra nord e sud, purtroppo, ma i voti delle istituzioni scolastiche del sud sono mediamente più alti... Accadrà che gli studenti del nord finiranno per lasciare il posto ai colleghi del sud. Si va verso una meridionalizzazione della professione, come è già accaduto per la scuola, la Pubblica amministrazione e le Forze dell'ordine.

"Ma poi la Lombardia riceve ogni 180mila malati ogni anno da regioni meridionali - ha aggiunto qualcun altro - sono tanti".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali