Sì alla "Cer" allargata a Comuni, parrocchie ed enti del Terzo settore
In Consiglio comunale unanimità per la Comunità energetica rinnovabile promossa dall'Amministrazione con sette partners
Sì unanime alla «Comunità energetica rinnovabile» (Cer) di Caravaggio, il progetto si allarga a quattro parrocchie che aderiscono all’indirizzo dato dalla Diocesi di Cremona, al Comune di Fornovo e a due enti del Terzo settore.
"Cer" allargata
Dunque il percorso cominciato dall’Amministrazione comunale oltre un anno fa non solo prende forma ma trova partners di un certo peso. E ha convinto, anche i consiglieri leghisti e, oggi, ex leghisti, che allora si erano mostrati scettici. A illustrare gli sviluppi è stato l’ingegner Pierluigi Lazzarini, membro del Gruppo di coordinamento Cer della Diocesi di Cremona in Consiglio comunale, mercoledì sera.
"Il vescovo Antonio Napolioni ha insistito perché nascesse questo progetto - ha esordito - che si è rivolto a soggetti che rappresentano l’interesse collettivo e conoscono le necessità del loro territorio: Comuni, parrocchie ed enti del Terzo settore. E tra questi ci sono i soci fondatori della comunità energetica di Caravaggio, che si chiamerà 'Fonte'".
Un nome che richiama evidentemente il Sacro Fonte del Santuario.
"Parliamo del Comune di Caravaggio, della Parrocchia dei Santi Fermo e Rustico di Caravaggio, della Parrocchia di San Vitale di Masano, della 'Fondazione don Pidrì e don Pierino' di Caravaggio, del Comune di Fornovo, della Parrocchia di San Giovanni Battista di Fornovo, della 'Fondazione Asilo infantile don Bietti' di Fornovo e della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Vailate - ha spiegato - Non appena costituita la comunità energetica, la partecipazione verrà estesa anche ad altri soggetti (soci ordinari), compresi cittadini privati, famiglie, piccole e medie imprese, enti di ricerca, come prevede la normativa".
Poi il tecnico ha ricordato le finalità della Cer.
"Anzitutto finalità ambientali, per cui l’energia elettrica deve essere prodotta (e consumata) in loco e ottenuta da fonti rinnovabili - ha chiarito - nel nostro territorio parliamo di impianti fotovoltaici. In secondo luogo finalità economiche: la Cer permette infatti di ricevere incentivi derivanti dalla produzione di energia condivisa riconosciuti dal Gse, a cui si aggiunge il risparmio di chi ha installato i pannelli fotovoltaici, consentendo così di ridurre il costo della bolletta elettrica. Infine finalità sociali: una volta coperti i costi di gestione, una quota dei proventi derivanti dalla produzione di energia condivisa sia destinata ad un Fondo di solidarietà".
La forma giuridica della Comunità energetica sarà quella della Fondazione di partecipazione.
"Consente di garantire stabilità nella governance nel tempo e allo stesso tempo è aperta all’ingresso di nuovi membri - ha fatto notare Lazzarini - inoltre gode di autonomia patrimoniale perfetta, vale a dire che a rispondere di eventuali obbligazioni economiche assunte dall’ente è esso stesso, non i membri. Per questo si deve dotare di un fondo patrimoniale di 30mila euro, a cui si aggiungerà un fondo ulteriore per le prime spese di gestione in attesa che la comunità si autofinanzi, che potrebbe ammontare a 15mila euro». Infine ha aggiunto che «la Comunità energetica sarà dotata di statuto, Consiglio di amministrazione, revisore dei conti, Assemblea dei soci, Comitato di valutazione progetti sostenibili e regolamento che stabilirà come verranno ripartiti gli importi derivanti dagli incentivi derivanti da energia condivisa".
S' unanime del Consiglio comunale
A prendere la parola a questo punto è stato il sindaco Claudio Bolandrini.
"Nello sviluppo del nostro progetto ci siamo interfacciati con quello della diocesi e abbiamo visto che le finalità coincidevano - ha sottolineato - Dal momento che l’unione fa la forza, abbiamo deciso di sottoscrivere la nascita di una Cer tra soggetti istituzionali forti. Parte delle risorse riconosciute saranno destinate ad azioni concertate tra i protagonisti per sostenere situazioni di fragilità sui territori di appartenenza".
Poi ha fatto una riflessione:
"Quella della transizione energetica è una sfida che ci impone l’ambiente e richiesta dal Governo come dall’Unione europea. A Caravaggio è già cominciata con l’efficientamento energetico degli immobili pubblici come le scuole, e adesso degli impianti sportivi, che consentono risparmio energetico e una tutela ambientale. Per il palazzetto dello sport attendiamo il sostegno di Regione Lombardia. Come tutte le sfide anche questa presenta delle incognite, sarà fondamentale che il Comune di Caravaggio oltre ad essere consumatore diventi produttore di energia".
Vale a dire che dovrà dotarsi di pannelli fotovoltaici.
"Anche questo richiede un investimento significativo - ha concluso - stiamo valutando le opportunità migliore per intercettare risorse. Abbiamo già presentato progetti alla Regione per impianti fotovoltaici, vedremo se saranno finanziati. In ogni caso lo saranno al massimo al 40%, per il restante 60% si aprirà la discussione se trovare un partner privato che creda nel progetto e anticipi le risorse oppure accendere un mutuo. Mi auguro che stasera si decida all’unanimità di intraprendere questa sfida".
Il Consiglio ha accolto l’invito, compreso il leghista Giuseppe Prevedini, che ricordando di aver detto sì alla Cer promossa dalla Provincia quand’era consigliere dell’ente, ha chiesto di porre particolare attenzione al fondo patrimoniale e al ruolo dell’Amministrazione.
Vuoi restare sempre aggiornato?
📱"𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗧𝗿𝗲𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼" è ora anche un canale 𝗪𝗵𝗮𝘁𝘀𝗔𝗽𝗽
In un solo posto, troverai tutte le notizie più importanti della giornata dal tuo territorio, 𝗱𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘃𝘂𝗼𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲, dalla sezione "Aggiornamenti" di WhatsApp.
🔗𝗖𝗹𝗶𝗰𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗹𝗶𝗻𝗸 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮𝗧𝗿𝗲𝘃𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼!
https://whatsapp.com/channel/0029VaEHNSEK5cD5VhYIts2h