Si sono riuniti ieri sera a Romanengo gli otto sindaci che circa quattro mesi fa si erano staccati dalla società partecipata Scrp, e che entro l’inizio di dicembre dovrebbero ricevere ciascuno la propria liquidazione delle azioni. Il timore è che lo scioglimento della partecipata possa essere un tentativo di evitare il pagamento a loro dovuto.
I sindaci “dissidenti”
Sono otto i sindaci che alcuni mesi fa si erano chiamati fuori dalla società partecipata Scrp. I loro Comuni, tra cui figurano Casale Cremasco, Romanengo e Soncino, attendono entro i primi giorni di dicembre la liquidazione dovuta, pari a 77 euro per ciascuna azione, ma le cose potrebbero complicarsi a seguito del Consiglio di Amministrazione convocato dalla partecipata per ieri sera.
Scrp si scioglie e confluisce in Consorzio.it
Ieri sera, infatti, il CdA ha proposto all’assemblea dei sindaci lo scioglimento di Scrp, che confluirà in Consorzio.it. Manovra più che legittima, sia chiaro. A patto, per i sindaci del recesso, che la loro liquidazione non venga meno o sia gravemente ridimensionata.
I sindaci si rivolgono a uno studio legale
Per tutelare il proprio diritto a una congrua liquidazione, gli otto sindaci usciti da Scrp hanno deciso di consultare uno studio legale per verificare quali azioni intraprendere qualora i propri timori si verificassero fondati. I sindaci si sono inoltre detti perplessi circa il comportamento del Comune capofila, Crema: “Sono rimasto stupito nel leggere della volontà di sciogliere Scrp – ha dichiarato Gabriele Gallina, sindaco di Soncino – Ancor più stupito sono del fatto che Crema abbia affrontato la questione in Consiglio prima ancora che l’Assemblea dei soci avesse trattato l’argomento. L’unica cosa che mi preme è che questa ulteriore forzatura non ricada sui rapporti tra i vari Comuni, che dobbiamo cercare di preservare. Se Scrp vale 30, e dico un numero a caso, vale 30 anche quando è messa in liquidazione. Quindi o il liquidatore liquida i soci quota parte per tale importo, o ci saranno responsabilità in capo al liquidatore o a chi ha approvato il bilancio”.