Regolamento antifascista per gli spazi pubblici
Cividate al Piano contro ideologie fasciste, omofobe e sessiste.
Regolamento antifascista per gli spazi pubblici. Approvata nel Consiglio comunale di Cividate al Piano una delibera contro ideologie fasciste, omofobe e sessiste.
Regolamento antifascista passa in Consiglio
Il Comune vieta la concessione di spazi pubblici per soggetti e associazioni che non garantiscono il rispetto dei valori antifascisti e della Costituzione. In tempi in cui si riaccende l’attenzione sulla nascita di nuovi fascismi, specialmente in vista delle elezioni, l’Amministrazione prende posizione. Non sarà consentito che le organizzazioni neofasciste promuovano le loro ideologie sul suolo pubblico.
Si dovrà sottoscrivere una dichiarazione di valori
Le organizzazioni dovranno preventivamente sottoscrivere una dichiarazione in cui si riconoscono i valori antifascisti e la condanna di ideologie razziste, xenofobe, omofobe e sessiste. Questa la condizione per la richiesta di occupazione di suolo pubblico o locali comunali.
Costituzione e diritti umani
La proposta dell’Amministrazione si basa sui valori della Costituzione e della dichiarazione universale dei diritti umani. Entrambe riconoscono e garantiscono a tutti i cittadini pari diritti e libertà senza distinzione alcuna di condizione. La Costituzione vieta, testualmente, la riorganizzazione del dissolto partito fascista.
Assenti le minoranze
Ci si poteva aspettare un dibattito politico tra maggioranza e opposizione mercoledì sera in Consiglio comunale. Peccato che fosse presente solo la consigliera Gloria Chitò, politicamente non schierata e che ha lodato l’iniziativa. Assenti Dario Mantegari e Giovanna Moleri della Lega Nord e Francesco Gatti appartenente a Forza Italia.
Delibera già discussa in altri Comuni italiani
A proporre la delibera che è un atto di indirizzo politico, è stata la consigliera capogruppo Deborah Gafforini. In città come Bergamo, Brescia, e comunque in diverse parti d’Italia la proposta è già stata discussa.
La denuncia di Casapound
Emblematico il caso del Comune di Brescia che ha approvato questa modifica al regolamento per la concessione di spazi pubblici. A causa dell’obbligo di sottoscrivere una dichiarazione in cui si ripudiano i valori del nazismo e del fascismo è stato denunciato da Casapound.
Il Tar dà ragione al Comune
L’estrema destra avrebbe sostenuto di fronte al Tar che tale atto avrebbe leso la loro «libertà di opinione» e di «manifestazione del proprio pensiero». Il Tar di Brescia ha però dato ragione al Comune, sentenziando che la richiesta dell'Amministrazione è in linea con i principi democratici costituzionali.