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Gentili Antonio e Luisa, nessuno mette in dubbio che mille euro al mese facciano comodo a tutti. La maggior parte delle donne sarebbe tentata di restare a casa piuttosto che lavorare per guadagnare (quando va bene) lo stesso stipendio. Tuttavia, proprio questa opportunità, rischia di sottrarre al mondo del lavoro le tante potenzialità delle donne. Per chi continuerà a lavorare le tutele saranno sempre meno, in virtù della "possibilità di stare a casa", quando invece è proprio lì, nelle tutele, negli orari flessibili e delle paghe dignitose che dovrebbe trovarsi la vera risposta contro la denatalità. Questo ovviamente è un punto di vista, su cui si può sempre, anzi si deve discutere e confrontarsi, perciò vi ringrazio molto per il vostro intervento.
Gentile Massimo, chi si alza la mattina per andare a lavorare (qualsiasi lavoro faccia) lo fa, in primis, per avere un'entrata economica. Cosa succede quando trascorsi gli otto anni si prova a rientrare nel mercato del lavoro? Non si tratta solo di "far carriera", lavorare garantisce un'indipendenza economica molto preziosa, e non si può pensare a un mondo diviso in donne che lavorano da una parte e madri dall'altra. Questo ovviamente è un punto di vista, su cui si può sempre, anzi si deve discutere e confrontarsi, perciò la ringrazio molto per il suo intervento.
Gentile Piero, nessuno pretende che la donna sia prima una lavoratrice. Semplicemente è un essere umano che magari ha studiato, ha delle ambizioni e dei sogni che spesso non può realizzare perché - povera lei - vuole anche una famiglia. Questo è sbagliato. E' sbagliato che una donna non possa lavorare e dedicarsi alla famiglia con le tutele e la flessibilità del caso. Non possiamo dividere il mondo in donne che lavorano e donne solo madri, non funziona così. Ci sono molti motivi che spingono una donna a lavorare e la prima è la propria soddisfazione e l'indipendenza economica. Questo ovviamente è un punto di vista, su cui si può sempre, anzi si deve discutere e confrontarsi, perciò la ringrazio molto per il suo intervento.
Gentile Guido, il problema della denatalità è reale e va certamente affrontato. Non credo, però, che questa sia la risposta più adatta. Non quando mancano ancora tutele, orari concilianti e paghe adeguate riguardo al lavoro femminile. Molte donne restano a casa dal lavoro perché le condizioni di quell'occupazione non sono conciliabili con la famiglia e questo non cambierà se si introdurrà uno stipendio per le madri. Succederà solo che sempre più donne sceglieranno di stare a casa, magari solo per convenienza, e dopo otto (o più) anni si ritroveranno a non poter rientrate nel mercato del lavoro. Questo ovviamente è un punto di vista, su cui si può sempre, anzi si deve discutere e confrontarsi, perciò la ringrazio molto per il suo intervento.
Gentile Gabriella, nessuno ha mai sostenuto che fare la madre a tempo pieno sia meno dignitoso di lavorare, ci mancherebbe. Un sostegno economico sarebbe gradito a tutte le donne, ma cosa accade una volta terminati gli otto anni? Come si rientra in un mercato del lavoro dove le donne saranno sempre meno presenti? Cosa sarà dell'indipendenza economica delle donne che, soprattutto in caso di maltrattamenti in famiglia o più semplicemente di separazioni, si ritroverebbero senza la possibilità di mantenersi? Questo è solo un esempio delle conseguenze negative di un provvedimento simile. Nessuno discute il fatto che alle donne debba essere concessa la possibilità di scegliere di restare a casa ad accudire i figli, ma la risposta non credo possa essere questa. Orari di lavoro concilianti, paghe dignitose e tutele per la maternità dovrebbero essere le priorità per un vero progresso. Questo ovviamente è un punto di vista, su cui si può sempre, anzi si deve discutere e confrontarsi, perciò la ringrazio molto per il suo intervento.
Sono una madre e un ingegnere. Conosco entrambe le realtà: stare a casa ad accudire i figli e lavorare in azienda. Innanzitutto nessuno si permetta di giudicare il lavoro fuori casa più dignitoso di quello in casa! Ho gestito progetti di milioni ma nessuna attività ha il valore di educare le nuove generazioni al bene e alla giustizia. Andate nelle scuole per capire cosa significa questo. Se una donna sente la propria dignità più compiuta nel fare la manager piuttosto che la madre a tempo pieno, faccia la manager, ma si ricordi che i figli non crescono da soli: se non siamo noi madri ad educarli, lo farà qualcun altro ed i risultati sono davanti ai nostri occhi. Tante madri sono costrette a lasciare i loro figli con sofferenza per portare a casa uno stipendio. Poter dare a queste donne la possibilità di scegliere è ovviamente un passo avanti perché dà maggior libertà di scelta. Maggior libertà = progresso! Costrizione = regresso! È semplice da capire! Forza! Inoltre in uno stato in cui l'emergenza primaria è la denatalità direi che dare un'opportunità in più alle donne madri sia una scelta economicamente e politicamente strategica. E anche questo concetto è molto semplice da capire! Il resto sono chiacchiere da bar.
Non è affare solo delle madri ma è affare nazionale, senza figli l'Italia muore, ai miei tempi nascevamo un milione all'anno, ora 350.000 italiani e 100.000 stranieri, tanti vecchi nel futuro e pochi giovani, credete che potremo conservare lo stato sociale attuale? Pura illusione, svegliatevi, se non ci pensiamo ora il futuro sarà la scomparsa. Il lavoro femminile è anche, per chi lo sceglie, quello fatto a casa, tanto che spesso si utilizzano baby sitter, donne per le pulizie etc. ma la vera rivoluzione sociale è lasciare la donna libera di scegliere
Che la donna sia prima lavoratrice e poi forse se vuole se ci sono le condizioni e secondo prescrizioni legali madre è un lascito delle dittature del 900, in particolare del modello leninista e maoista. Il femminismo e il 68 sono riusciti a traghettare questa coercizione statalista nell’era attuale era di finta autodeterminazione. Se la donna è più felice nella carriera si realizzi pure in quella, ma non pretenda che tutti la pensino così e ci lasci offrire un’alternativa costruttiva.
BRAVISSIMI
Io credo invece sia una opportunità di scelta in più per le donne, altroché un passo avanti e due indietro! Non credo che tutte le donne che si alzano la mattina per pulire gli uffici o per fare la cassiera al supermercato anche la domenica lo facciano per scelta e questi sono solo due esempi. Chi vorrà lavorare e far carriera lo faccia...ma molte donne benediranno questa iniziativa
Certo, non c'è nessun obbligo, ma come ha giustamente fatto notare le avrebbe fatto comodo e come a lei anche a chiunque altra. Il punto è questo, si disincentiva il lavoro femminile quando, invece, sarebbe più opportuno promuovere politiche famigliari a sostegno delle donne lavoratrici. Scegliere di restare a casa per accudire i figli in via esclusiva è una scelta legittima e nessuno la giudica, ma pagare affinché le donne siano spinte a stare a casa per "fare più figli" (perché è questo lo scopo finale) non è sostenere la famiglia, ma riportarci indietro a quando la crescita dei figli era "affare" solo delle madri.
Scusate nessuno obbliga nessuno. É un'opportunità. Io madre di 4 bambini fatti e tirati su con fatica senza incentivi tra lavoro a casa e fuori benedico questa misura. Anni fa mi avrebbe permesso di fare ciò che trovo più importante e più utile: crescere i miei figli con tutta la cura e l'attenzione che servono