Provinciali, tris d'assi per la Bassa bergamasca
Claudio Bolandrini «passa» ai Moderati di Sorte dopo che tre anni fa i «suoi» del Pd l’avevano silurato. Da Treviglio Imeri in campo con la Lega, Molteni per i dem
L'ultima volta era andata male: era il 2021 e fu silurato dai suoi stessi consiglieri comunali del Pd, mancando la riconferma in Consiglio provinciale nelle elezioni di secondo livello «riservate» agli eletti dei vari Comuni. Non stupisce quindi più di tanto - ma un po' sì, dato che da ore non si parla d'altro - che il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini abbia deciso di accettare la candidatura alle Provinciali del 2024 (si voterà in autunno), ma stavolta per la lista dei Civici Moderati per Bergamo. Un gruppo civico vicino al centrodestra e, in particolare, all'onorevole brignanese Alessandro Sorte.
Bolandrini passa ai Moderati
La notizia è trapelata mercoledì sera, tecnicamente ancora prima che lo stesso Bolandrini (che in queste ore è lontano da Caravaggio per qualche giorno di ferie) accettasse formalmente di correre. Ma tant'è, è lui stesso a confermare.
«Ho ricevuto anche da diversi sindaci e consiglieri la richiesta di mettere a disposizione della Provincia le competenze maturate in questi otto anni di sindaco civico e sostenere l'attuale Presidenza - spiega - Ho deciso di accettare l'invito e di candidarmi nella lista civici moderati per Bergamo: sarebbe un onore poter tornare a servire la Provincia di Bergamo che amo come la mia Caravaggio. L'obiettivo è di fare rete con i colleghi sindaci e portare Caravaggio ad essere baricentro della pianura. Da parte del sottoscritto nulla cambia per l'amministrazione di Caravaggio, dove dal 2016 sono stato eletto e amministro anche con il sostegno del civismo di centrodestra. Anche l'attuale presidenza della Provincia è sostenuta da partiti di centro destra».
Imeri e Molteni per Treviglio
Intanto, anche negli altri schieramenti si muovono le prime pedine per la formazione delle liste, che dovranno essere depositate all'inizio di settembre. Per la Bassa i candidati «di peso» di cui al momento circolano nomi «certi» sono il sindaco di Treviglio Juri Imeri (Lega), già consigliere uscente, ed Erik Molteni, consigliere dem di Treviglio che correrebbe con la lista del centrosinistra Democratici e civici per la Bergamasca.
«Ringrazio la zona, con cui sto lavorando quotidianamente, per avermi candidato a un ruolo fondamentale per la crescita del territorio - queste le prima parole di Molteni dopo l’ufficializzazione della sua candidatura - Il mio obiettivo è di portare in Provincia la voce delle realtà democratiche e civiche della Pianura».
Ancora nessuna indiscrezione invece su quella che dovrebbe essere la quarta lista in corsa, vicina a Fratelli d'Italia.
Si vota il 29 settembre
Alle Elezioni provinciali, come detto, sono chiamati alle urne soltanto i consiglieri comunali di tutta la Provincia. Dovranno eleggere - tra di loro e tra i sindaci in carica in tutta la Provincia - i sedici rappresentanti che governeranno via Tasso.
Si voterà domenica 29 settembre a Bergamo, nella Cittadella dello Sport di via Monte Gleno, dalle 8 alle 20. Il nuovo Consiglio resterà in carica per tre anni. A differenza che nelle elezioni di primo livello, come le Comunali o le Politiche, il voto di ogni consigliere comunale non «vale» come quello di tutti gli altri: è applicato un criterio ponderale, per il quale ogni voto «pesa» in proporzione alle dimensioni del Comune in cui è eletto il consigliere votante. In sostanza, il voto dei consiglieri comunali delle città, per l'elezione del Consiglio provinciale, vale molto di più di quello dei colleghi eletti nei paesi più piccoli. Anche per questo sarà particolarmente interessante capire come si muoveranno i «grandi elettori» bergamaschi a questa tornata, dopo le Elezioni Comunali di giugno che hanno ridisegnato profondamente la geografia politica locale.
Gandolfi in carica fino al 2025
Diverso, ma intrecciato a queste elezioni, è infatti anche il destino del Presidente della Provincia, che a differenza del Consiglio dura in carica 4 anni. L'attuale, il dem Pasquale Gandolfi, resterà alla guida di via Tasso fino alla fine del 2025 senza poter essere sfiduciato. A sostenerlo, finora, c'è stata una sorta di strana alleanza molto trasversale, composta di fatto da tutte e tre le liste in campo: filo-leghisti, filo-democratici e filo-sortiani. Era del resto l'unico candidato presidente. Difficile però che il sistema-Gandolfi possa reggere ancora a lungo, specie dopo la débacle della Lega alle ultime Comunali e il parallelo exploit di Fratelli d'Italia, che oggi in via Tasso è «fuori dai giochi».