Caravaggio

"Piante abbandonate tra le erbacce? No, agroforesta"

La condizione del verde pubblico nella zona del Santuario fa discutere

"Piante abbandonate tra le erbacce? No, agroforesta"
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Simisepolte dalle erbacce, piegate dalle intemperie, alcune seccate dalla terribile calura di questa estate torrida. A un primo colpo d’occhio gli arbusti messi a dimora dall’Amministrazione lungo la strada che costeggia il retro del Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio  sembrano abbandonate a loro stesse. E ai caravaggini, che sono innamorati del tempio mariano, pare uno scempio. Una mancanza di decoro, oltre che di rispetto per le piante e uno spreco di denaro pubblico.

La protesta: "Piante abbandonate tra le erbacce"

"Non si può piantare degli alberelli e poi lasciare che vengano sopraffatti dalle erbacce - hanno detto in molt in città - che senso ha? Il Santuario non merita questa trascuratezza".

"Molte piantine sono morte di sete, e non solo in quella zona - ha affermato qualcun altro - Mettere a dimora delle piante è una cosa intelligente ma poi è assurdo lasciarle seccare perché non le si bagna. Così si buttano anche i nostri soldi".

E la questione dell’immagine, come della scarsa irrigazione, era emersa anche nel luglio di due anni fa in Consiglio comunale, a sollevarla allora era stato il capogruppo della Lega Giuseppe Prevedini.

"Levate le piante secche, non è una bella immagine per il Santuario aveva tuonato - Forse è mancata l’acqua, sarebbe meglio toglierle, chi si reca al tempio mariano fa considerazioni poco felici nei confronti di Caravaggio. Il tutore che è stato messo per salvaguardare gli alberelli dal decespugliatore, essendo in plastica, ha scaldato le radici facendoli soffrire. Il caldo è forte, di piante ne sono morte anche altrove, ma vanno bagnate e se ormai sono seccate bisogna eliminarle".

Il responsabile dell’Ufficio tecnico Paolo Bordegari, presente in Aula, aveva però precisato che la cooperativa sociale che se ne occupa aveva effettuato una serie di interventi di irrigazione, dichiarando che il 90% delle piante era salvo. Poi aveva aggiunto che, in ogni caso, per contratto doveva garantire il risultato.

"Si dovevano usare i tutori in rete che avrebbero consentito alla corteccia di respirare - aveva tagliato corto Prevedini - con questi di plastica la pianta o secca o marcisce. Non discuto la garanzia che quelle morte verranno sostituite ma il danno d’immagine".

 

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Caravaggio Piante abbandonate tra le erbacce? E' poleica sul verde in zona Santuario

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Caravaggio Piante abbandonate tra le erbacce? E' poleica sul verde in zona Santuario

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Caravaggio Piante abbandonate tra le erbacce? E' poleica sul verde in zona Santuario

L'assessore Marco Cremonesi chiarisce: "Nessuna trascuratezza"

Da allora la situazione non è cambiata, se è vero che le stesse lamentele sulla condizione in cui versa il verde in quella zona si sentono anche oggi.

L’assessore all’Ambiente Marco Cremonesi ha tuttavia chiarito che non viene praticato il tipo di manutenzione del verde eseguito di norma, e questo per scelta dell’Amministrazione.

"Con il contributo di Regione Lombardia anni fa sono stati messi a dimora filari di arbusti e rovi per circa 1200 metri, con lo scopo di favorire la biodiversità a tutela di insetti e animali, non di coltivare giardini all'italiana - ha detto a chiare lettere - Le erbe infestanti servono a proteggere gli arbusti dalla calura estiva e hanno consentito di contenere la perdita entro le stime previste dal bando regionale entro il 30%. Il tutore in plastica serve a proteggere gli arbusti da lepri e roditori che se ne cibano. Verranno levati solo quando le dimensioni saranno tali da consentire la sopravvivenza dell'arbusto e la convivenza della fauna selvatica che vi troverà riparo".

Sulla falsariga dell’«agroforesta» che sta crescendo accanto al Santuario insomma.

"Sono gli stessi principi adottati dagli agronomi che seguono il progetto di agriforestazione finanziato di recente da imprese caravaggine - ha concluso - Si tratta di scelte certamente innovative ma mirate e rispondenti pienamente al bando regionale per favorire lo sviluppo di un ecosistema dove vegetazione, animali e insetti (impollinatori e non) possano trovare un habitat per la sopravvivenza e la riproduzione. Una decisione ponderata e supportata da studi scientifici, non il frutto di trascuratezza o negligenza causa di sperpero di denaro pubblico".

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