Parcheggio del Santuario, ancora una sentenza favorevole al Comune
Lo ha rivelato a sorpresa il sindaco in una comunicazione al termine del Consiglio comunale di questa sera, mercoledì 26 marzo

Il Comune di Caravaggio ha vinto anche in appello contro la società "Lìolà di Scandelli Arturo Michele & C. Snc", ex gestore del parcheggio del Santuario. Lo ha rivelato a sorpresa il sindaco Claudio Bolandrini in una comunicazione al termine del Consiglio comunale di questa sera, mercoledì 26 marzo.
Parcheggio del Santuario, il Comune vince anche in Appello
Una querelle annosa, che sembra giunta al capolinea quella tra l'Amministrazione comunale e la società, a meno che quest'ultima voglia proseguire fino al terzo grado di giudizio, dopo aver perso i primi due.
"Riprendendo la mozione presentata dal consigliere Daniel Facchinetti a tutela dell'interesse pubblico nella causa civile con il vecchio gestore del parcheggio di proprietà comunale al Santuario - ha esordito il primo cittadino - devo portare a conoscenza, nel rispetto dei dati sensibili e della privacy, l'esito della sentenza 259 pubblicata il 17 marzo con la quale la Corte d'Appello di Brescia seconda sezione civile ha respinto il ricorso presentato e condannato gli appellanti in solido a rifondere al Comune di Caravaggio le spese di lite del presente grado che sono state liquidate in complessivi 9.991 euro".
Poche parole ma pesanti come macigni.
"Non commento, se non a margine e senza alcuna polemica, circa il fatto che, a mio giudizio e anche di tutta l'Amministrazione, l'esito del secondo grado di giudizio favorevole al Comune debba in qualche modo fugare le perplessità residue sulla correttezza dell'operato dell'Amministrazione nel perseguire, esigere ed ottenere il pagamento di quelle mensilità non ricevute a suo tempo per il periodo oggetto di contestazione".
Poi, rispondendo alla richiesta del leghista Giuseppe Prevedini, ha spiegato che "il termine per un eventuale ricorso in Cassazione è il 19 aprile".
"Qualora lo intentasse l'Amministrazione non potrà che opporsi e aspettare che si compia il terzo grado di giudizio - ha concluso - qualora invece non lo facesse, si libererebbero per la comunità quelle risorse che era stato opportuno accantonare per un'eventuale soccombenza".