Boltiere

Palazzini punta a bissare il mandato: "Il paese ha bisogno di continuità"

A meno di un anno dalla fine del mandato amministrativo il primo cittadino è pronto a sciogliere le riserve sulla sua ricandidatura

Palazzini punta a bissare il mandato: "Il paese ha bisogno di continuità"
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Il sindaco di Boltiere Osvaldo Palazzini punta al bis. A meno di un anno dalla fine del mandato amministrativo il primo cittadino, vincitore nel 2019 alla guida della lista civica di centrodestra "Gente di Boltiere", è pronto a sciogliere le riserve sulla sua ricandidatura.

"Abbiamo ancora tanti progetti in essere, alcuni già impostati altri che forse non termineranno entro la fine del mandato, ci dispiacerebbe interrompere il percorso intrapreso in questi cinque anni".

Palazzini si ricandida e punta al bis

Insieme a lei si ripresenterà il gruppo «Gente di Boltiere» così come lo conosciamo?

"Sì, siamo sempre stati convinti di essere un gruppo unito, efficacie ed efficiente e sarei molto orgoglioso di poter continuare questo percorso con le persone che lo hanno condiviso con me. Credo, senza essere presuntuoso, che possiamo andare avanti da soli, se non ci credessimo non avrebbe nemmeno senso proseguire".

Nell’ultimo Consiglio la minoranza ha voluto sottolineare l’assenza prolungata di un consigliere di maggioranza. E’ sintomo di qualche problema all’interno del gruppo?

"Assolutamente no. La consigliera Martina Pentasuglia ha mancato alcuni Consigli, ma non ci sono i presupposti per la decadenza come confermato dal segretario comunale. E’ una ragazza giovane, con molti impegni, e si sa che in un gruppo non tutti possono o riescono a garantire la stessa presenza. Ciò non significa che ci siano problemi all’interno. Da parte mia, nessun dubbio".

Qual è la sfida nel prossimo futuro?

"Credo che il paese abbia pagato, più di tutto, in questi anni la mancanza di continuità. Interrompere un percorso dopo cinque anni di mandato costringe a ripartire da zero. Abbiamo impiegato quasi due anni per rimetterci in pari, considerando la pandemia e le incertezze a livello nazionale. Il paese ora ha bisogno di stabilità".

La circonvallazione è stata il "cavallo di battaglia" di questo mandato, quale sarà il prossimo?

"Proprio alla luce dei cambiamenti che porterà l’apertura della tangenziale ovest, avremo l’opportunità finalmente di ripensare il centro storico con una riqualificazione del centro urbano che lo renda più vivo e vivibile. Senza, però, dimenticare l’ordinario: in questi cinque anni abbiamo investito molto per interventi che non si vedono. Mi riferisco in particolare agli adeguamenti in termini di sicurezza e di efficienza energetica degli edifici pubblici e delle scuole. Per i Comuni, negli ultimi anni, far fronte alle necessità ordinarie non è stato certo facile".

In vista delle prossime elezioni c’è stato qualche contatto con le altre forze di centrodestra?

"Siamo sempre stati aperti verso chiunque volesse condividere i nostri valori. Contatti ufficiali, al momento, non ce ne sono stati, noi ora pensiamo solo a lavorare bene, con il massimo impegno e sappiamo che possiamo andare avanti tranquillamente anche da soli. Sinceramente non ci vogliamo occupare di ciò che fanno gli altri, non ci interessa sistemare delle “pedine”, ma vogliamo solo continuare a garantire l’impegno per il paese".

Qual è stata la più grande soddisfazione ottenuta durante questo mandato?

"Sicuramente quell’unità di intenti sia nel gruppo che con il personale degli uffici che in questi anni ha visto un forte ricambio con otto nuovi dipendenti sul totale di 14. Se penso ai momenti drammatici della pandemia e ai miei stessi problemi personali che ho dovuto affrontare quella compattezza che ho visto e sentito mi ha davvero commosso. Il lavoro di gruppo, il team, sia nella politica che nel lavoro, sono stati sempre la base della mia vita".

E la difficoltà maggiore, invece, qual è stata?

"Penso sia stata l’incertezza a livello sovraccomunale. Ora sembra che anche a livello nazionale ci sia più stabilità, ma soprattutto negli anni della pandemia sembrava di vivere nelle sabbie mobili con una difficoltà di programmazione che ha impedito ai Comuni di lavorare sul lungo periodo. C’è bisogno di più stabilità e continuità".

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