Caravaggio

Pace fatta (più o meno) tra Bolandrini e il Pd: Tura verso la nomina ad assessore

Dalla crisi si riapre il dialogo e una nuova stagione per il centrosinistra caravaggino (forse)

Pace fatta (più o meno) tra Bolandrini e il Pd: Tura verso la nomina ad assessore

Si è chiuso con una precaria (ma significativa) pace l’incontro organizzato nei giorni scorsi tra il capogruppo del Pd di Caravaggio Mirko Gatti, i capilista delle civiche e il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini. All’ordine del giorno c’era un solo punto: la prossima nomina del nuovo assessore ai Servizi sociali della città, che dopo una polemica durata quasi un mese sarà probabilmente la capogruppo del Pd di Treviglio Matilde Tura. Si tratta di un compromesso importante, visto dal centrosinistra caravaggino che è da anni “spaccato in due” tra i civici vicini al sindaco e il circolo locale del Partito democratico. Caravaggio infatti è l’unica città bergamasca – oltre a Bergamo – guidata da questa compagine, e in vista delle prossime elezioni comunali un nuovo progetto unitario tra le due anime dell’attuale maggioranza resterebbe ad oggi l’unica opzione valida per cercare di far fronte all’avanzata del centrodestra.

La querelle per Tura assessore

Come già il Giornale di Treviglio aveva ampiamente raccontato nelle scorse settimane, la nomina di Tura era diventata l’ennesimo motivo di scontro tra i dem caravaggini e il sindaco. Paradossalmente, però, alla fine, il progetto politico del sindaco di “regalare un assessore” ai dem nominando Tura ha sparigliato le carte a tal punto da diventare non solo un caso politico provinciale, ma anche la base per costringere le parti a sedersi attorno ad un tavolo. Per deporre le asce di guerra, insomma, e cercare obtorto collo un accordo in vista delle prossime elezioni comunali. Sembra che sia andata esattamente così, anche se le tensioni sono tutt’altro che svanite nel nulla.

“Nessun veto a Tura assessore da parte del Pd”

All’incontro hanno partecipato il segretario dem cittadino  Gatti, il sindaco  Bolandrini e i capilista delle sue due civiche. Durante il confronto, ha spiegato Bolandrini, “è stato chiaramente sgomberato il campo da dietrologie e veti personali circolati in queste settimane sul nome della dottoressa Tura, le cui competenze professionali e capacità amministrative sono state riconosciute”.

Anche il segretario Gatti, alla fine del vertice, è stato chiaro. “L’incontro ha prodotto l’impegno desiderato alla condivisione in vista di un percorso che metta al centro Caravaggio e i suoi cittadini” ha scritto in una nota diffusa sui social.

Sulla nomina, il Pd ha genericamente ribadito come siano “imprescindibili” due caratteristiche del futuro assessore: “la profonda conoscenza del tessuto sociale caravaggino” e “la condivisione degli obiettivi di mandato”. Sul tavolo, prosegue, “si è posta l’apertura a future interlocuzioni per discutere di quello che interessa quotidianamente la nostra cittadinanza”. L’obiettivo è chiudere il capitolo delle polemiche sulle nomine al più presto. “L’auspicio – conclude il segretario – è che questa modalità di condivisione continui, finalizzata a risolvere problemi, andando oltre le dietrologie che riguardano nomi e ruoli che con questi problemi hanno poco a che fare”.

L’opzione Marchesi, condivisa ma impercorribile

Ad svelare un po’ di più su come sia andato l’incontro è stato proprio Bolandrini. Durante il serrato confronto il Pd avrebbe infatti avanzato – al posto di quello di Matilde Tura – il nome di Elisa Marchesi, attuale presidente della Rsa Anni Sereni di Treviglio. Un’opzione tuttavia “non percorribile”, ha dovuto ammettere lo stesso Pd. Bolandrini infatti ha spiegato che lui stesso aveva ipotizzato, prima di valutare il profilo di Tura, di sondare la disponibilità di Marchesi. Ma “con la diretta interessata avevo già condiviso la necessità di proseguire l’impegnativo lavoro intrapreso, che tra l’altro sta dando ottimi risultati” in seno alla Casa di riposo. Se sulla carta sembrava un nulla di fatto, è nelle pieghe del comunicato finale del Pd che Bolandrini ha trovato gli elementi per insistere e forzare la mano sulla pacificazione.

Tra le righe del comunicato, nessun veto esplicito

Nel proprio comunicato finale, infatti, Gatti non pone alcun veto esplicito a Tura. Non solo: le due caratteristiche “imprescindibili” (per quanto indicate molto vagamente dal Pd nel proprio comunicato) sarebbero per Bolandrini ampiamente soddisfabili proprio da Tura. Da un lato la condivisione delle linee di mandato: Tura, “donna di partito”, difficilmente non si riconoscerebbe in un progetto politico appoggiato dal Pd. Dall’altro, la conoscenza del tessuto sociale locale: la Tura è professionalmente preparata per il ruolo (ex medico di base a Treviglio e poi direttrice sanitaria della Rsa di Brignano). Certo, paga lo scotto di non aver mai vissuto a Caravaggio. Un vulnus che ha tuttavia dei precedenti notevoli all’interno della stessa Giunta Bolandrini: l’assessore al Bilancio Elena Nicotera gestisce ormai dal 2021 i conti della città, ma è di origini novaresi ed è cresciuta politicamente a Rivolta d’Adda, dove pure è stata assessore con il sindaco (del Pd) Fabio Calvi. Nessuno a Caravaggio, allora come oggi, ha mai contestato a Nicotera i suoi natali non propriamente caravaggini.

Dietro lo scontro l’ombra del marito Sorte

Ad infastidire i dem nelle ultime settimane (e del rimpasto di Giunta a Caravaggio si parla del resto ormai da quasi un mese) erano in realtà altri due elementi. Il primo, difficilmente esplicitabile in via “ufficiale” dai dem caravaggini, è un’antipatia “personale” legata al fatto che Tura è la moglie del deputato azzurro di Forza Italia Alessandro Sorte.  Di più: proprio candidandosi con la lista dei civici sortiani, e lasciando quella vicina ai dem, il sindaco Bolandrini è stato eletto consigliere provinciale a Bergamo nel 2024. Un tradimento bello e buono, secondo i dem.

Dall’altro, come aveva spiegato lo stesso segretario provinciale del Pd Gabriele Giudici, non era andato giù ai dem il fatto che la proposta di nomina da parte di Bolandrini fosse arrivata direttamente all’assessora in pectore, senza passare dalla segreteria del partito. Era stata  proprio Tura a portare la questione in seno al partito, convinta di uscirne con una “benedizione” e magari con anche il mandato di provare a ritessere le fila del centrosinistra caravaggino, dopo anni in cui Pd e Bolandriniani hanno governato come “separati in casa”.

“Nessuna ragione ostativa alla nomina di Tura”

Dall’assenza di veti da parte dei dem è arrivata quindi ieri, venerdì, la mossa del sindaco, che poche ore dopo il comunicato del Pd ha diffuso una nota decisamente significativa. Forse forzando un po’ la mano sull’ “accordo di pace” ha proseguito  nel suo disegno dritto come un treno. Sostanzialmente, ha annunciato insomma che stando così le cose procederà con la nomina di Tura, come primo passo di un nuovo percorso politico condiviso con il Pd.

“Alla luce del comunicato odierno che ribadisce la volontà di aprire un dialogo con i civici e nella piena condivisione di requisiti imprescindibili che l’assessore deve avere (competenze professionali, rapporto fiduciario con sindaco e giunta, conoscenza del welfare e della realtà sociale caravaggina) mi pare non emergano ragioni ostative alla nomina della dottoressa Tura” ha spiegato il sindaco. Di più. “È sicuramente positivo che la mia proposta di nomina di Tura ad assessore abbia portato l’amministrazione e il Pd a dialogare circa la possibilità di proseguire il percorso intrapreso nel 2016”.

Salvo ulteriori ripensamenti da parte del partito, insomma, sembra che le porte della Giunta per Tura si siano aperte, e con esse (forse) una nuova stagione per il centrosinistra della città del Merisi.

 

Aggiornamento: la “pace” è durata poche ore. Dopo la pubblicazione della nota di Bolandrini, il Pd è tornato a denunciare la non condivisione della nomina di Tura, mettendo in forse la stessa fiducia nei confronti dell’Esecutivo.