Una mozione sulla sicurezza ha scatenato un acceso dibattito e messo in discussione gli equilibri istituzionali del Consiglio comunale di Romano.
La mozione
Durante la seduta di martedì sera, la proposta presentata dai gruppi di minoranza del Partito Democratico e della lista civica “Paola Suardi Sindaca” ha provocato momenti di tensione, culminati in un intervento diretto del presidente del Consiglio, Paolo Patelli, fatto senza precedenti nella storia recente dell’aula. La discussione era iniziata in un clima collaborativo. Dopo la lettura della mozione da parte della capogruppo Paola Suardi, il consigliere di maggioranza Gianfranco Dodesini aveva proposto di affrontare il tema della sicurezza con un approccio unitario, invitando maggioranza e opposizione a evitare le tradizionali contrapposizioni politiche. Un appello accolto positivamente anche dal sindaco Gianfranco Gafforelli, che pur esprimendo alcune riserve su passaggi della mozione relativi ai rapporti con il Governo e ai contributi statali per la sicurezza, aveva invitato i proponenti a ritirare il documento per consentire la stesura condivisa di una nuova mozione unitaria attraverso un tavolo dei capigruppo. Su proposta del consigliere di minoranza Giovanni Allevi, il Consiglio ha quindi sospeso i lavori per permettere un confronto tra i capigruppo. Confronto che ha portato all’’accordo unanime di tutto il Consiglio, nel ritirare la mozione per poterla rivedere in maniera condivisa.
La bagarre
Alla ripresa della seduta, tuttavia, il clima di collaborazione è rapidamente degenerato. Nel suo intervento, Allevi ha sottolineato lo stile collaborativo, propositivo e la postura con la quale le minoranze hanno trattato il tema, ricordando come in passato invece alcuni attuali esponenti della maggioranza — tra cui lo stesso Paolo Patelli, all’epoca consigliere di minoranza della Lega Salvini Premier, e l’attuale vicesindaco Andrea Nozza — si fossero invece limitati a manifestare pubblicamente in piazza con sterili slogan sul tema della sicurezza. Era infatti il giugno del 2021 quando Nozza e Patelli, allora consiglieri di minoranza in quota Lega Salvini Premier, parteciparono ad un presidio organizzato dalla sezione cittadina della Lega per Salvini Premier in segno di protesta e di sensibilizzazione dopo una lunga serie di atti vandalici che avevano colpito Romano, in particolare un episodio, quando un gruppo di quindici giovani devastarono un distributore automatico dell’acqua. Paolo Patelli Andrea Nozza muniti di cartelli con scritto “basta degrado” e “più sicurezza”( vedi la foto, ndr), insieme ad altri esponenti politici della Lega manifestarono proprio davanti al distributore devastato.
La collaborazione armata
Un richiamo al passato che il presidente del Consiglio Patelli non ha gradito, interrompendo più volte il consigliere e invitandolo a sospendere il suo intervento, in un atteggiamento che ha destato sorpresa in aula. La tensione è rientrata solo dopo l’intervento della capogruppo Paola Suardi, che ha annunciato formalmente il ritiro della mozione. Il Consiglio ha così chiuso la seduta con l’impegno a lavorare congiuntamente su un nuovo documento condiviso tra maggioranza e opposizione, volto a rafforzare le politiche per la sicurezza cittadina. Ma quindi, ora, passata la mozione sulla sicurezza che verrà espressa attraverso una collaborazione “armata” tra maggioranza e minoranza, la vera domanda è: quali sono i limiti dei ruoli istituzionali, in particolare quello del Presidente del Consiglio? La carica attualmente rivestita da Paolo Patelli è l’unica che, pur indicata dalla maggioranza che vince le elezioni, non può essere interrotta dalla volontà del sindaco, a differenza di assessori e vicesindaco che sono invece vincolati alla fiducia o sfiducia del primo cittadino. Una condizione non da poco e che serve a tutelare l’imparzialità del presidente del Consiglio. Nella seduta di mercoledì dopo l’intervento del consigliere di minoranza Allevi ci si sarebbe aspettati una levata di scudi dai capigruppo di maggioranza in difesa di Patelli e Nozza ma invece nessuno ha proferito parola e il presidente, cosa inusuale, si è dovuto difendere da solo.