Perplessità sul bando per il nuovo vigile, Francesca Sau, consigliere di minoranza di Pandino, indaga. Dopo aver ricevuto delle informazioni poco chiare in merito a quello che è successo alle selezioni per il nuovo vigile di Pandino, ha deciso di fare chiarezza e nei giorni scorsi ha chiesto al segretario comunale, provando a ottenere la documentazione del bando.
Informazioni prese da Facebook, si indaga
“Ho letto su Facebook alcune informazioni in merito al bando per l’agente di Polizia locale – ha affermato – In molti hanno detto che si è svolto in maniera confusa, hanno dovuto annullare e rifare le prove perché, presumibilmente, ne era stata persa una. Dalla segnalazione che ho letto, una persona che avrebbe partecipato al concorso ha detto che quello che è diventato ora vigile, non solo è amico del comandante Andrea Assandri, presente in commissione, ma avrebbe fatto scena muta all’orale e consegnato la prova scritta in dieci minuti. Non voglio questionare nulla sulla persona che ora è entrata a far parte dei dipendenti comunali, ma vorrei saperne di più in merito allo svolgimento del bando, così ho inviato una e-mail al segretario comunale per avere delucidazioni. Sono in attesa di una risposta. Inoltre ho anche provato a visionare tutta la documentazione ma ho riscontrato dei problemi”.
Per la consultazione dei documenti, piazzata la sentinella
Sabato mattina, infatti, il consigliere è andato a Palazzo per scartabellare i fogli ma le è stato messo un impiegato di fianco per controllare il suo operato.
“Non ho bisogno né del bodyguard né di sostegno – ha concluso la Sau – Non capisco perché togliere un impiegato dal suo lavoro per stare ore di fianco a me a fissarmi. Indignata me ne sono andata e ho scritto un’altra e-mail al segretario per capire cosa stesse succedendo. Questo comportamento è inaccettabile. Alla fine il segretario mi ha detto che non poteva rispondere in merito alle mie domande e che dovevo per forza essere affiancata da un dipendente durante il controllo”.
Per questo Sau ha deciso di appellarsi al difensore regionale.
“Ritengo che il comportamento dell’Ufficio e la risposta del segretario comunale siano contrarie alle vigenti disposizioni di legge in materia di diritto dei consiglieri comunali – ha scritto nella mail rivolta al difensore – Il diritto di accesso riconosciuto al consigliere comunale e provinciale si configura come diritto speciale differenziandosi da quello dei privati, perché durante il proprio mandato hanno un ruolo di verifica e controllo del comportamento degli organi decisionali dell’Ente. Il diritto” di accesso dei consiglieri comunali e provinciali stabilisce che possano ottenere dagli uffici rispettivi di Comune e Provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. Sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge. Confido pertanto per il sollecito e fattivo intervento del vostro ufficio presso l’Amministrazione comunale e sui funzionari, affinché il problema sia positivamente e rapidamente risolto”.