Cittadinanza onoraria ai minori residenti a Cologno al Serio, non in possesso della cittadinanza italiana, che abbiano completato le scuole dell’obbligo in Italia? La proposta che la maggioranza guidata dalla prima cittadina Chiara Drago ha presentato ieri, martedì 22 luglio, in Consiglio comunale ha scatenato la reazione furiosa del centrodestra che è salito sulle barricate, anche se si tratta di un atto esclusivamente simbolico.
La proposta della maggioranza
La maggioranza ha presentato una mozione per concedere la cittadinanza onoraria colognese ai minori residenti in paese, non in possesso della cittadinanza italiana, che abbiano completato le scuole dell’obbligo in Italia. Una proposta che ha avuto l’effetto di una bomba in Aula. Se infatti “Progetto Cologno” ne ha parlato come di un segno di riconoscimento, gratificazione e accoglienza, Marco Picenni e il suo gruppo l’hanno bollata come ideologica, strumentale e irrispettosa della volontà degli individui “occidentalizzati”, senza possibilità di esprimere il loro parere. E se fino a quel momento la seduta era filata via liscia, la mozione discussa all’ultimo punto dell’ordine del giorno ha infiammato all’improvviso il dibattito. Un testo già approvato da oltre 300 Comuni – e il medesimo ordine del giorno è stato presentato in Consiglio a Bergamo – che prevede il conferimento della cittadinanza nel corso di una cerimonia da effettuare nella settimana della “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, che cade il 20 novembre.
A illustrarla è stata la capogruppo Chiara Zambelli, che ha evidenziato come “nella Bergamasca oltre 25mila studenti e studentesse che frequentano le scuole di ogni ordine e grado hanno una cittadinanza che non è quella italiana e Bergamo è la terza provincia lombarda, e la quinta in Italia, che accoglie il maggior numero di studenti stranieri nelle sue classi. A Cologno gli alunni stranieri rappresentano circa il 15% del totale sono 218 su 1429, 23 nazionalità diverse”.
“Vogliamo sostenere il diritto alla non discriminazione dei bambini e adolescenti di origine straniera che vivono in Italia – ha detto – Una scelta che deve essere fatta del Comune, ente che concede la cittadinanza. Obiettivi: aumentare l’inclusione sociale e dare un riconoscimento simbolico di appartenenza al paese in cui vivono questi bambini. Un atto che sia di auspicio per una cittadinanza vera e propria. Non una semplice cerimonia comunque, si pensa di creare un percorso all’interno delle scuole con la presenza, su base volontaria, delle istituzioni comunali, in modo che promuovano momenti di confronto sulle tematiche dell’intercultura, partecipazione attiva, la coesione sociale e il rispetto per le differenze”.
Centrodestra sulle barricate
Le parole di Zambelli hanno suscitato la reazione nervosa di Picenni, che ha sferrato il suo attacco lasciando comunque libertà di voto ai suoi.
“Sono sempre moderato e riflessivo nei miei interventi ma francamente sono trasalito e balzato sulla sedia quando ho letto questa proposta – ha esordito – è l’ennesimo atto provocatorio in questa sede. È sbagliato approvare la delibera perché i ragazzi non sono consapevoli di quello che stiamo facendo né di cosa voglia dire cittadinanza, a loro non interessa essere qualificati come cittadini di uno Stato piuttosto chedi un altro. Sarebbe più opportuno che li si lasciasse liberi di decidere. Non è detto che abbiano piacere a diventare cittadini italiani. L’iter di concessione della cittadinanza sta diventando eccessivamente leggero nel nostro Paese, c’è chi ce l’ha e non sa sostenere un discorso in italiano, per cui quando sento queste cose mi viene la pelle d’oca…”.
Poi l’accusa:
“Mi viene da pensare che tutto venga strumentalizzato al fine di avere nuovi italiani che ci paghino le pensioni visto che la popolazione è anziana – è sbottato – così però si snatura il senso di appartenenza alla propria nazione. Vale anche per gli stranieri orgogliosi di provenire da altri territori, venuti qui per le più svariate esigenze ma che non hanno bisogno di sentirsi attribuire il marchio di ‘italiani’. Mozione inutile”.
Sulla stessa linea il collega Thomas Picenni.
“La stragrande maggioranza dei Comuni che ha approvato questa mozione è a guida Pd – ha sottolineato – finalmente la maggioranza ammette di essere in questo solco. La narrativa è che noi da buoni occidentali abbiamo la presunzione che tutti vogliano esserlo, ma all’adolescente non interessa di essere cittadino colognese onorario. Avrà piacere? La sua famiglia? L’integrazione parte da più lontano… Se non si chiede nulla ai destinatari è assimilazione non integrazione”.
Pensiero non condiviso dall’assessore al Bilancio Daniele Pezzoli.
“Non la vedo come un’occidentalizzazione dei minori stranieri – ha replicato – ma come un riconoscimento al bambino che la sua comunità lo sta accogliendo”.
Il dibattito si è fatto fitto e intenso e a intervenire è stata anche la prima cittadina.
“I ragazzi stranieri sanno eccome cos’è la cittadinanza, perché fanno le file davanti alla Questura per rinnovare il permesso di soggiorno – ha affermato – lì scoprono di non essere come gli altri bambini anche se magari non hanno mai visto il loro Paese d’origine. Avete chiesto loro se non gli interessa? Quanto all’iter per avere la cittadinanza italiana ci sono ritardi di anni… L’abbiamo regalata a brasiliani discendenti di italiani che non parlano una parola della nostra lingua per ius sanguinis, non ai bambini nati e cresciuti qui… Oggi comunque c’è un esame di lingua da sostenere. L’occidentalizzazione e il “marchio di italiani” è una vostra lettura: la cittadinanza onoraria non significa far diventare qualcuno qualcosa che non è ma riconoscere che quella persona lo è già quel qualcosa… e anche che anche il nostro Paese oggi è diverso. Chi si radicalizza è perché non è stato riconosciuto… Speravo che sui bambini non ci fossero divisioni. Libertà degli individui? Rasentiamo il ridicolo, i ragazzi non sono obbligati a presentarsi alla cerimonia”.
Il consigliere del centrodestra Robert Carrara peraltro ha sottolineato come nessuno del suo gruppo fosse “contro il coinvolgimento dei ragazzi” e come in Italia “ci siano diritti e doveri uguali per tutti i bambini, così come un problema con la burocrazia che vale anche per gli italiani”.
Messa ai voti, la mozione è passata con i soli voti della maggioranza. Assente il consigliere indipendente Francesco Basile.