Il Senato affossa il Ddl Zan, Arcigay: "Classe politica omofoba"
Con 154 favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti passa la richiesta di Lega e Fdi di non discutere i singoli articoli e ferma di fatto l'iter per l'approvazione.
Ddl Zan, con il voto di oggi il Senato affossa la proposta di legge contro l'omotransfobia e Arcigay insorge: "E' una classe politica omofoba".
Il Senato affossa il Ddl Zan
E' passata con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due astenuti la richiesta presentata da Lega e Fratelli d'Italia di "non passaggio all’esame degli articoli”, la cosiddetta tagliola, che - di fatto - ha bloccato l'iter della proposta di legge in Senato, già approvata invece alla Camera.
Rabbia e delusione per Arcigay
L'esito della votazione ha scatenato, oltre alla reazione politica, anche la rabbia e la delusione dell'associazione Arcigay Bergamo Cives presieduta da Marco Arlati.
"È passata la tagliola: la legge è morta - esordisce Arlati riprendendo le parole pronunciata proprio da Alessandro Zan in un'intervista di questa mattina - In questo memento ho una grande tristezza e rabbia. I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato questa mattina il testo Zan contro l'omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba".
Arlati non risparmia nessuno, dai partiti che alla Camera avevano sostenuto il Ddl Zan e che ora hanno voltato le spalle, alla decisione di permettere il voto segreto.
"Deluso totalmente da Forza Italia e Italia Viva che alla Camera avevano votato a favore del testo - spiega - Deluso dalla vigliaccheria dei senatori che hanno chiesto il voto segreto. Se qualcuno è sicuro delle proprie posizioni lo fa a viso aperto non dietro un velo. Ci sono responsabilità anche all'interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari primi firmatari del testo. Insomma: c'è una responsabilità diffusa della politica, che ne esce fotografata in maniera implacabile".
"Il Parlamento non è stato all'altezza"
Per molti lo stop alla legge sull'omotransfobia è stato un passo di civiltà mancato, un'occasione persa per l'Italia e per la sua società. Ne è sicuramente convinto Arlati che ha ricordato che "come presidente e componente di segreteria nazionale Arcigay ho visto violenze sia fisiche che verbali contro la comunità lgbti+ senza avere una legge che potesse proteggerci e questo Parlamento non è stato all'altezza delle sfide di questo tempo".
"L'argine all'omotransfobia continuerà a porlo il Paese, i cittadini e le cittadine, le rete informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall'altra parte - commenta - Ringraziamo coloro i quali si sono battuti. La storia ricorderà questo momento come una pagina vergognosa della politica italiana e dei senatori e delle senatrici della Repubblica".
"In Regione si faccia di meglio"
"L'applauso che ha accolto la votazione finale che blocca l'iter del ddl Zan è un insulto alla civiltà e uno schiaffo per chi da sempre si batte per la tutela dei diritti LGBTQI+ - ha commentato Simone Verni del M5S - Una triste pagina della politica italiana, che spesso dimentica che occupare lo scranno significa tutelare i diritti di tutte/i le/i cittadine/i, specialmente di chi subisce discriminazioni e violenze. Dopo questa ferita al Paese mi auguro che in Regione Lombardia e il centrodestra colgano l'occasione di mostrarsi migliori dei colleghi parlamentari. Chiedo ancora una volta e a gran voce di calendarizzare il mio Progetto di Legge antidiscriminatorio “Norme contro la discriminazione determinata dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”, depositato nel 2019. Una società più giusta e accogliente non può e non deve essere considerata una minaccia".