Il segretario del Circolo del Pd fa il bilancio
Il mandato di Mirko Gatti scade l’anno prossimo
A un anno dalla fine del suo mandato, il segretario del Circolo del Pd di Caravaggio Mirko Gatti fa il bilancio del suo lavoro e prende posizione su alcune tematiche che hanno fatto discutere la città, amministrata anche con l’apporto di tre consiglieri del suo partito.
L'intervista al segretario del Circolo del Pd
"Sono passati tre anni da quando ho assunto l’incarico - ha ricordato - la principale preoccupazione di allora era quella di rifondare il circolo e riattivare un’attività politico-culturale. Il mio motto è stato “rimettere la chiesa al centro del paese”, quindi dare un riferimento al popolo di centrosinistra. Lo abbiamo fatto riaprendo la nostra “casa” in via Fermo Stella, dopo due anni di lavori, diventando un riferimento e dando spazio ad altre realtà, anche non politiche. Inoltre oggi la cittadinanza si rivolge a noi, chiedendo informazioni e parlando delle sue preoccupazioni: questo vuol dire che abbiamo ricostituito un tessuto sociale attorno al Pd. Una conquista silenziosa ma forte, questo è lo stesso popolo di cui avremo bisogno per costruire un progetto futuro".
Il Circolo come si pone di fronte alla sofferenza del centro storico?
"Io sono figlio di commercianti non ho seguito quella strada ma conosco bene i sacrifici che fanno le loro famiglie. Siamo di fronte a cambiamenti culturali della società. Quello che abbiamo cercato di fare, nel nostro piccolo, è stato cercare di ravvivare il centro: infatti anche rimettere in sesto i nostri locali dell’ex “Casa del Popolo del Pci”, lasciata all’abbandono negli ultimi 15 anni, e dare qualcosa in più ai nostri cittadini è un modo per rivitalizzarlo. A livello amministrativo invece è stato importante sostenere la rinascita dell’associazione commercianti, che adesso funziona molto bene".
E di fronte ai vandalismi e ai comportamenti devianti di molti giovani?
"Quando i cittadini sollevano un problema la politica deve dare una risposta. A livelli superiori governano partiti che fanno della sicurezza un mantra, mi aspetto qualcosa di più. Ma anche su questo tema si deve lavorare sulla cultura: il fatto di aver dato spazio nella nostra sede ad altre realtà associative e ai giovani significa dare nuove opportunità per ricreare un tessuto sociale ed evitare che vengano lasciati al loro destino, rischiando di aumentare la microcriminalità».
Sul fronte anziani cosa si può fare per aiutare l’aggregazione?
Sul fronte anziani cosa si può fare per aiutare l’aggregazione?
"Occorre valorizzare il patrimonio umano immateriale che rappresentano. Finora ci siamo occupati più dei giovani, è vero, ma ci stiamo lavorando. So che ci sono problemi con la sede ma se ne sta occupando chi ha in mano la gestione degli immobili, quello che posso dire io è che il problema degli spazi aggregativi esiste per più fasce della popolazione: negli ultimi decenni la politica di chi ha governato è stata cieca, finendo per creare una serie di ex edifici che oggi è molto più difficile recuperare. L’Amministrazione ha fatto molte cose lodevoli, come il recupero della zona nord, ma si può sempre fare di più, speriamo di poter dare maggior apporto".
Comunità energetica: partner la Diocesi, non la Provincia. Come lo giudica?
"Io vengo dall’oratorio e il Pd nasce sulle tradizioni del Pci, Psi e della corrente di centrosinistra della Dc. Tutte tradizioni molto ben rappresentate nel nostro Circolo. I rapporti col mondo cattolico e la possibilità di aprire delle collaborazioni non posso che vederli come qualcosa di buono, perché stiamo parlando di una fetta rappresentativa della società".
Come vede la fine del «Circulì» socialista, tempio laico, orientato a diventare un centro islamico?
"Io ci sono cresciuto perché andavo lì a studiare e vederlo chiuso mi ha rattristato. Tuttavia per le attività private che si creano, se sono lecite, non vedo problemi, anzi può essere un’opportunità per favorire l’integrazione, dopo decenni in cui non si è fatto nulla, e di crescita per la città. L’ideale socialista sopravvive al di là della sede e delle persone, inoltre parte del patrimonio dell’allora “Circolo Gallavresi” è stata ritirata dal nostro archivio: documenti e fondo librario. Noi crediamo che sia giusto conservare e rivitalizzare tutto ciò che è la nostra storia, tutti noi ci ispiriamo in qualche modo a quell’ideale. Nel CdA ci sono quattro stranieri è vero, di cui comunque non conosciamo le posizioni politiche, ma anche il trevigliese Alessandro Iocco, uomo di sinistra".
La scelta di non sostenere il sindaco alle precedenti elezioni provinciali da parte dei consiglieri del Pd e quella del primo cittadino di candidarsi alle ultime con Forza Italia rappresentano una frattura?
"Per il Consiglio provinciale abbiamo fatto un lavoro importante nella definizione della candidatura di Erik Molteni - anche attraverso il consigliere Enrico Premoli, segretario di zona del Pd della Gera d’Adda - siamo contenti del risultato, anche perché il suo nome ha coinvolto forze che non facevano direttamente riferimento al Pd. Quanto all’Amministrazione ci sentiamo comunque dentro la maggioranza, in virtù della comunanza di intenti rispetto alle priorità di intervento. Ci sono confronti, com’è giusto che sia, con il sindaco e i civici e proprio per questo non c’è nessun isolamento. Per le future elezioni poi è utopico pensare che un partito si possa presentare senza discutere con i civici. Parleremo con chi ha la nostra idea di città".
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