Il progetto del Data Center torna a tenere banco in Consiglio comunale
A sollevare nuovi dubbi nella minoranza l’intenzione di affidare la stesura del protocollo d’intesa a due professionisti esterni
Il Data center che dovrebbe sorgere nel Plis della Gera d’Adda, nell’area a ovest della stazione ferroviaria, torna al centro del dibattito tra "CambiAmo Arcene" e "Insieme per Arcene".
Il Data center torna a far discutere
A sollevare nuovi dubbi nel gruppo di minoranza capeggiato da Silvano Foresti è stata la scelta dell’Amministrazione Ravanelli di comunicare preventivamente mediante posta elettronica certificata alle aziende "Roncello Capital srl" ed "Expand Srl", che si occuperanno della costruzione dell’innovation hub per conto del "Gruppo Vitali", l’intenzione di affidare la stesura del protocollo d’intesa a due professionisti esterni, quali l’avvocato Andrea Di Lascio e l’ingegnere Marcello Fiorina. E proprio per fare chiarezza sulla decisione del primo cittadino Roberto Ravanelli e della sua maggioranza, lo scorso 12 ottobre l’opposizione ha presentato un’interrogazione.
"Si interroga il sindaco per sapere: se il protocollo d’intesa è un passaggio legalmente obbligatorio per la prosecuzione dell’iter e in caso di risposta affermativa si chiede di specificare in base a quali riferimenti normativi, mentre in caso di risposta negativa si chiede di spiegare perché si è deciso di utilizzare tale strumento - si legge nel documento discusso nel Consiglio comunale dello scorso giovedì dal consigliere Enrico Guarnieri - se il suo contenuto, nel caso si arrivasse alla firma del protocollo, avrebbe carattere cogente e in caso di risposta affermativa si chiede di specificare in base a quali riferimenti normativi; come sono stati selezionati i due professionisti incaricati di redigere il protocollo d’intesa; se è vero che l’avvocato Di Lascio e l’ingegner Fiorina sono sia gli estensori della lettera d’incarico sia i destinatari della stessa e in caso di risposta affermativa si chiede di spiegare perché non si è deciso di ricorrere al personale a disposizione del Comune o altri professionisti per redigere la lettera d’incarico; perché la lettera d’incarico tra il Comune e i suoi consulenti esterni, che riguarda aspetti fiduciari e riservati circa l’incarico di consulenza, che dovrebbe essere finalizzato esclusivamente alla salvaguardia degli interessi dell’Amministrazione e all’assistenza tecnica alla sola parte pubblica, sia stata invece condivisa anche con le parti private prevedendone la loro sottoscrizione diretta del testo, quando invece sarebbe stata sufficiente un’adesione separata delle parti private all’impegno a sostenere le spese legali necessarie e predeterminate per questa fase della procedura; se è stato già sottoscritto il 'contratto per prestazioni d’opera intellettuale rese nei confronti del Comune di Arcene' e in caso di risposta affermativa si chiede di fornire la copia definitiva e ufficiale firmata dalle parti".
La replica della maggioranza
A rispondere è stato il capogruppo Fabio Giuseppe Mariani.
"Un protocollo d’intesa è un accordo formale, finalizzato a definire principi, obiettivi e modalità di collaborazione su un tema specifico - ha esordito - Non ha valore giuridico vincolante, ma serve a stabilire linee guida e coordinare azioni per raggiungere obiettivi comuni. È da considerarsi quale una formalizzazione di intenti, adottato per tutelare, in fase preliminare, gli interessi delle parti coinvolte".
Sulla base di tali premesse, "CambiAmo Arcene" ha replicato così ai quesiti di "Insieme per Arcene":
"A quanto richiesto dalla minoranza - ha proseguito Mariani - rispondiamo che il protocollo d’intesa non è un passaggio legalmente obbligato e non ha, di norma, la medesima forza vincolante di un contratto perché, come già precisato, è da considerarsi un documento di natura politico programmatica su cui non esiste una legislazione specifica; la scelta dei due professionisti per la sua redazione ha carattere fiduciario perché entrambi hanno già operato per il nostro Comune e vantano un’ottima e documentata esperienza nelle operazioni di questa portata; la lettera d’incarico a loro destinata sarà redatta dal nostro Ufficio tecnico e quanto ad oggi ricevuto è da considerarsi una mera traccia inviata per supportare i nostri uffici nella stesura di tale documento; quanto fatto risponde solo ed esclusivamente a criteri di massima trasparenza tra tutti i soggetti coinvolti; alla data odierna, il contratto per prestazioni d’opera non è ancora stato sottoscritto".
Di fronte all’insoddisfazione manifestata dai banchi dell’opposizione per le risposte ricevute, Ravanelli ha fatto delle precisazioni.
"L’autorizzazione a realizzare il data center in quella zona non è di competenza del Comune, bensì della Provincia - ha chiarito - Ma prima l’operatore privato deve trovare un accordo con il Comune. E il protocollo d’intesa altro non è che tale accordo, secondo il quale il Comune determina che non ha nulla in contrario alla realizzazione del data center purché vengano rispettate le condizioni prestabilite dal Comune stesso, quali oneri, garanzie e vantaggi vari. Abbiamo deciso di far redigere tale protocollo d’intesa a Fiorina e Di Lascio perché riteniamo che abbiano le competenze necessarie per tutelarci, visto che hanno già lavorato a una sessantina di protocolli simili".