Il Pd tuona ancora contro la logistica per salvaguardare terreno agricolo
L’invito dei dem è a riflettere con attenzione sulle conseguenze che la realizzazione di una logistica di dodici ettari può comportare
"Ancora una volta, no alla logistica". Il circolo del Partito Democratico di Rivolta d’Adda punta il dito contro l’l’Amministrazione comunale e per una questione tutt’altro che nuova: la logistica di dodici ettari, il cui iter di costruzione ha ripreso a gonfie vele proprio in questi giorni.
Il Pd di Rivolta contro la logistica
"In settimana si è tenuta la Conferenza dei Comuni dell'Alto Cremasco per l’espressione di un parere obbligatorio ma non vincolante sull’opera, nell’ambito del nuovo Accordo di Programma. Ma come siamo arrivati a questo punto?".
Il Partito Democratico di Rivolta ha così tracciato un excursus di tutta la vicenda.
"Nel mese di luglio 2024 il Comune di Rivolta d’Adda ha avviato il procedimento per arrivare alla costruzione della logistica attraverso un Piano Integrato d’Intervento (PII). Era possibile presentare osservazioni al PII fino al 25 agosto 2024, opzione esercitata dal nostro circolo e non solo. Alle nostre osservazioni al PII non abbiamo mai ricevuto risposta dall’Amministrazione comunale. Tuttavia, sembra che i nostri rilievi sul singolare iter intrapreso siano stati presi seriamente in considerazione, se non dalla maggioranza consiliare, almeno dalla società costruttrice della logistica, la “Ridadda srl”. Infatti, all’inizio di settembre 2024, si è svolto in Comune un incontro tra l’Amministrazione di Rivolta d’Adda e la “Ridadda srl”., durante il quale la società ha richiesto di aderire a un secondo Accordo di Programma, interrompendo così l’iter precedente per la costruzione. Dopo la Conferenza dei Comuni, nelle prossime settimane sarà il Consiglio Provinciale a doversi esprimere sull’opera".
La preoccupazione per il consumo di suolo
L’invito del Partito Democratico è a riflettere con attenzione sulle conseguenze che la realizzazione di una logistica di dodici ettari può comportare.
"Ci sarà un ulteriore consumo di suolo, andando a deturpare terreni che oggi sono o campi a vocazione produttiva o prati stabili, simbolo e orgoglio della nostra tradizione zootecnica. L’insediamento porterà con sé un significativo aumento del traffico pesante su un territorio che non dispone di un sistema infrastrutturale adeguato a gestire tali volumi, già oggi problematici. Infine, considerando che la Provincia di Cremona sarà obbligata, entro pochi mesi, ad attuare la nuova normativa regionale e ad individuare gli Ambiti Territoriali Idonei (ATI) per l'insediamento di logistiche di rilevanza sovracomunale, ossia quelle con un'estensione superiore a tre ettari, non comprendiamo perché si debba procedere con una variante parziale al PTCP. Sarebbe più opportuno attendere l'individuazione degli ATI nell'ambito del "nuovo" PTCP, elaborato dalla Provincia, garantendo così una tutela più equilibrata degli interessi di tutti".
Asfaltare tutto ciò che è asfaltabile, speculare su tutto. Sarà l’ennesimo scempio