Il parcheggio del Santuario infiamma (ancora) l'Aula
L'interrogazione presentata dal capogruppo della Lega Giuseppe Prevedini sulla vicenda giudiziaria ha ricevuto la replica "fiume" del sindaco Claudio Bolandrini

L'interrogazione leghista sul ricorso di "Lìolà" e la risposta del sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini hanno infiammato il Consiglio comunale tornando sulla questione del parcheggio del Santuario che si trascina, ormai, da anni.
In Aula torna la discussione sul parcheggio del Santuario
Il sindaco "rompe gli argini" e in Aula arriva come un fiume in piena la risposta all’interrogazione leghista sul ricorso di "Lìolà" nell’ambito dell’annosa diatriba relativa al parcheggio del Santuario. Un botta e risposta che ha fatto emergere una serie di risvolti della vicenda che Claudio Bolandrini ha riferito con dovizia di particolari a difesa dell’operato della sua Amministrazione. Ma andiamo con ordine. Il capogruppo del Carroccio, Giuseppe Prevedini, ha chiesto lumi sull’errore di comunicazione in cui era incorso il primo cittadino nelle seduta precedente, avendo appreso la notizia dalla stampa in quanto assente.
"Visto che, contrariamente a quanto riferito dal sindaco, il termine per l’eventuale ricorso per Cassazione poteva essere depositato entro il 19 maggio (60 giorni dalla notifica della sentenza pronunciata dalla Corte di Appello e non 30 come erroneamente riportato nella dichiarazione del sindaco) - ha detto il consigliere - si chiede se alla data odierna risulta notificato al Comune il deposito del ricorso".
E Bolandrini ha prima parato il colpo, leggendo le scuse dell’avvocato Enzo Adamo inviate tramite una missiva - in cui ha fatto sapere che l’errata comunicazione del sindaco è stata dovuta a un problema legato al cambio del software del sistema gestionale interno dello studio legale - poi ha affilato le armi. Pur usando il fioretto, ha lanciato una serie di stoccate pesantissime appena dopo la replica dell’avversario.
"Questa è la prima interrogazione che presento sul caso, le altre le seguiva un altro consigliere comunale che sedeva accanto a me in passato - ha osservato il leghista -. L’avvocato ha sbagliato però gli uffici avrebbero potuto dare un’occhiata ed essere da supporto al sindaco. Ringrazio per la risposta, questa non è una polemica né una questione personale, spero che l’Amministrazione possa chiudere la questione dopo dieci anni".
Il contrattacco del primo cittadino
"Non è così, il centinaio di atti arrivati erano firmati anche da lei, che era in quel gruppo - lo ha smentito Bolandrini - e non sono dieci anni, perché la questione è stata sollevata nel settembre 2016 dagli uffici, che hanno chiesto alla mia Amministrazione appena insediata la consulenza legale per risolvere un problema che poneva anche loro a rischio di dover rispondere di un danno erariale. Quindi abbiamo dato l’incarico all’avvocato, è stata fatta un’ingiunzione di pagamento, che era un obbligo, e il privato l’ha impugnata. Da lì è nato il contenzioso, nessun intento persecutorio né questione personale".
Poi il primo cittadino ha ribattuto alle dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco Prevedini.
"Ho letto che, davanti a due sentenze favorevoli al Comune, lei mette ancora in discussione l’operato dell’Amministrazione - ha affermato - fatico a comprendere. Non si può ignorare che entrambe hanno ritenuto che i canoni non riscossi da lei erano dovuti... E nemmeno che la perizia del consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice ha chiarito che le circostanze addotte per la sospensione del pagamento di tali canoni dovevano essere evitate con l’adeguata manutenzione ordinaria, in capo alla società del privato. Non si può fingere di non sapere che eventuali concessioni economiche al gestore avrebbero esposto l’attuale e la sua precedente Amministrazione all’azione della Corte dei conti per danno erariale, oltre ai ricorsi degli altri potenziali gestori, poiché si andavano a modificare le condizioni del contratto".
È arrivata anche una domanda: "Se però questa era una soluzione possibile perché non l’ha applicata lei, dal 2013 al 2016? Sia intellettualmente e politicamente onesto... Anche voi avevate nominato un avvocato, ma quando ha chiesto di procedere non ha ricevuto risposta". Un’invettiva durissima.
"La nostra Amministrazione non ha cambiato legale come lei ha sostenuto - ha proseguito Bolandrini con veemenza - inoltre la parte soccombente, allo stato attuale, è stata condannata a pagare 34mila 645 euro di spese processuali. Ho letto che avremmo perso quasi un milione di euro tra spese e mancati canoni, ma non è così: abbiamo speso 39mila 266 euro. E la gestione pur non professionale dei parcometri ha portato a un incasso di 376mila euro quindi, tralasciando il 2016 dove abbiamo gestito gli incassi solo per due mesi e mezzo e l’anno del Covid, il parcheggio con una tariffa giornaliera di 1,50 euro ha prodotto dai 46 ai 50mila euro l’anno, di media. E siamo lontani solo di 8.500 dal canone annuo che si era mandato a gara, aggiudicata poi dall’ex gestore con un rialzo. Pertanto far credere all’opinione pubblica che l’Amministrazione abbia causato un contenzioso che ha prodotto una perdita di un milione di euro non è corretto".
Non pago, il sindaco Claudio Bolandrini ha scavato ancora più a fondo.
"Nel dicembre del 2005 era stata proposta una modifica del contratto da parte del gestore precedente a quello di cui parliamo, perché non era economicamente sostenibile il canone di 78mila euro l’anno (58mila 500 canone base più 33% di rialzo) - ha ricordato - e voi, giustamente, avete risolto consensualmente tale contratto. Nel 2006 è subentrato l’ex gestore, aggiudicandosi la gara con un canone di 63mila 765 euro l’anno (canone base più 9% di rialzo). Nel 2008 il canone annuo era invece di 61mila euro, poi il contratto si è interrotto nel 2013 per il mancato pagamento. Perché anche qui non si è proceduto alla risoluzione consensuale? Probabilmente sarebbe subentrato il secondo in gara...".
Infine ha concluso l’arringa facendo notare che "avendo raccolto finora 50 mila euro l’anno senza personale preposto, se applicassimo la tariffa oraria il margine economico potrebbe esserci per indire una gara, ma dobbiamo aspettare la terza sentenza. Ci costituiremo in giudizio in conformità alla linea adottata dal Consiglio con la mozione del consigliere Daniel Facchinetti, che impegnava sindaco e Giunta a non accettare transazioni a rischio danno erariale e ricorsi".
La controreplica del capogruppo Prevedini
Il capogruppo leghista Giuseppe Prevedini dal canto suo ha sottolineato che all’epoca della sua Amministrazione non era "mai entrato in prima persona in nessuna trattativa per raggiungere un accordo" e che "nessuno ha cercato di fare qualcosa di non corretto. Il problema era che, senza lavori straordinari, il canone di allora non permetteva un utilizzo completo dell’area", ha dichiarato, ribadendo ancora che a suo avviso era possibile una mediazione.