Ecomostro, progetto del supermercato sfumato
Purtroppo il privato interessato a investire si è tirato indietro all’ultimo, il rudere che si affaccia sulla Sp Francesca da trent'anni è duro a morire
Niente da fare. L’ecomostro che si affaccia sulla Sp Francesca resterà ancora lì, chissà per quanto tempo ancora. Nell’ultimo Consiglio comunale di Urgnano infatti è emerso che il progetto su cui da un anno circa stava lavorando l’Amministrazione comunale è sfumato.
L'ecomostro sulla Sp Francesca resta lì
Il progetto del supermercato non si è concretizzato proprio all’ultimo, per vicissitudini che riguardano il privato che avrebbe dovuto investire sull’area dismessa, dove sorge quello scheletro di cemento altro tre piani che svetta all’altezza dell’incrocio con la strada che porta a Spirano, un vero pugno nell’occhio per chiunque transita in zona, meta di senzatetto e vandali. Ne ha parlato l’assessore al Bilancio Efrem Epizoi illustrando l’applicazione di 150mila 754 euro dell’avanzo di amministrazione.
"Registriamo un - 45mila 100 euro di contributi diversi da privati - ha affermato - si tratta dell’anticipazione presunta di risorse da parte di privati appunto, per l’incarico di progettazione e di tutto ciò che compete alla gestione della realizzazione sia della viabilità che della logistica di quello che possiamo definire l’ecomostro sulla Sp Francesca. Incarico che poi sarebbe stato affidato dal Comune di Urgnano a un tecnico. L’Amministrazione già da tempo sta cercando soluzioni alternative non solo per quanto riguarda la viabilità, nel tentativo di riuscire a bypassare il semaforo a sud della Provinciale, ma anche per trovare un rimedio a quell’ecomostro che ormai da un trentennio giace inerte, anche se stiamo parlando di aree private. Tuttavia non sono state fornite le risorse economiche previste e quindi, poiché non è stato dato seguito all’accordo, il Comune non incaricherà il tecnico".
Una notizia accolta mestamente dall’Aula.
"Non possiamo che prendere atto di questa decisione del privato - ha commentato il capogruppo di 'Lista civica Lega Salvini & Fratelli d’Italia' Simone Bonfadini - Ci dispiace perché la vedevamo come una soluzione. Qualcosa si dovrà fare in un’ottica di medio-lungo periodo ma questo è un ragionamento più politico, non possiamo addebitare a voi questo problema".
Sulla falsariga il commento di Maria Rosaria Zammataro, capogruppo di «Volto Civico».
"Si assiste con rammarico al blocco indeterminato di interventi che avrebbero potuto avere effetti positivi sul nostro territorio, vedasi l’ecomostro di cui tanto si era parlato entusiasmandoci non poco in consulta. Progetti che dovranno essere nuovamente oggetto di negoziazione in vista delle successive scelte strategiche urbanistiche dell’ente".
Una lunga storia
Pubblicamente l’ultima volta si era era parlato del rudere è stato oltre un anno e mezzo fa, a marzo 2023, quando il Giornale di Treviglio aveva chiesto conto all’Amministrazione dello stato dell’arte.
"È un’opera incompiuta, passata nelle mani di diverse società, oggi è di un’immobiliare - aveva ricordato il sindaco Marco Gastoldi - durante gli anni in cui il nostro gruppo ha amministrato diversi operatori si sono approcciati in maniera ufficiosa, per sondare il terreno, ma poi nulla di fatto perché il mercato non è mai stato favorevole alle diverse proposte sul tavolo".
Eppure il Comune ha trasformato l’area da artigianale ad "ambito misto per attività artigianali, commerciali e terziarie di rivitalizzazione e qualificazione dell’esistente" per sbloccare la situazione.
"Inserendo un articolo ad hoc nel Pgt del 2010 abbiamo cercato di ampliare le possibilità di sviluppo delle zone dismesse prospicienti le strade provinciali - aveva precisato l’assessore all’Edilizia privata, Urbanistica, Ambiente e Territorio Francesco Drago - ma a fronte di un adeguato inserimento paesistico e, soprattutto, di un’adeguata relazione con la rete viaria esistente: quindi necessità di un innesto sulla Francesca e di provvedere alle strade interne. L’investitore dovrà pertanto interfacciarsi anche con la Provincia".
Fondamentalmente due sono gli ostacoli maggiori alla riqualificazione: i costi di uno stabile in rovina ormai da abbattere e quelli per la viabilità di cui l’eventuale investitore dovrà farsi carico, non indifferenti.
"Gli interessamenti comunque non mancano e presumo che il proprietario voglia ormai disfarsene - aveva concluso il primo cittadino - anche se, è vero, l’area è limitata e le opere di urbanizzazione legate alla viabilità non sono da poco non la rende molto appetibile. L’ideale per noi è che un nuovo insediamento possa risolvere anche il problema dell’incrocio semaforico per Spirano con una rotonda".
Il progetto sfumato
"Un operatore privato interessato all'ambito si è fatto avanti e si è interfacciato con l’Amministrazione comunale - ha spiegato Drago a margine della seduta consiliare - urbanisticamente l’area è già a destinazione d’uso commerciale includendo anche la media struttura di vendita; tuttavia il soggetto necessitava di andare in Variante al Pgt per inserire anche il comparto alimentare. Per realizzare l’operazione, per intenderci, chiedeva la possibilità di insediare un supermercato in sostituzione del fabbricato abbandonato. Tutto sarebbe ruotato intorno alla ridistribuzione e riprogettazione della viabilità dell’intero comparto: il Comune ha quindi messo sul tavolo anche le proprie esigenze, vale a dire risolvere il problema dell’incrocio semaforico con via Spirano per mezzo di un nuovo schema di svincolo garantendo al contempo un flusso ciclopedonale in sicurezza. Ci siamo incontrati più volte per analizzare e valutare le ipotesi di progetto, quindi è stata interpellata la Provincia per intavolare un Accordo di Programma che avrebbe visto l’operatore privato come soggetto proponente, la Provincia come ente competente per la Francesca, il Comune di Urgnano per territorialità e il Comune di Spirano in quanto era previsto che il tratto della via omonima che scende verso sud sarebbe stato declassato a pista ciclabile e sarebbe stata realizzata una bretella di collegamento stradale con la rotatoria più a ovest. L’operazione avrebbe oltretutto incluso in questa nuova viabilità anche l’ambito produttivo a sud est, garantendo maggior sicurezza".
Una trafila giunta quasi alla tappa finale, poi il progetto è abortito.
"Siamo arrivati ad un accordo in linea di massima sulla carta - ha riferito ancora l’assessore - mancava solo l’avvio dell’iter burocratico per impostare formalmente l’Accordo di Programma che sarebbe stato seguito da un consulente specialista nominato dal Comune di Urgnano a propria tutela, ma finanziato dal proponente perché operazione di iniziativa privata. Impostato anche il bilancio per la gestione delle entrate e uscite che avrebbero riguardato il progetto, si attendeva solo il versamento delle risorse per affidare l’incarico al tecnico e far partire il progetto ma non sono mai arrivate e di conseguenza tutto si è bloccato".
Tutto a monte quando ormai sembrava fatta, davvero una beffa. L’assessore tuttavia è ottimista.
"Ciò non significa che il lavoro fatto vada perduto, anzi - ha concluso Drago - l’intera fase di analisi territoriale e valutazione viabilistica potrà rendersi molto utile ed accelerare i tempi di attuazione se dovesse giungere un nuovo soggetto interessato a far partire l'operazione d'ambito".
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