Fara

"Ecco perché il 25 aprile non è festa, non è celebrazione, non è rituale se si vuole censurare l’Anpi"

Arriva la replica, e l'accusa, dell'associazione dopo la decisione dell'Amministrazione di bandire i discorsi politici dagli appuntamenti istituzionali

"Ecco perché il 25 aprile non è festa, non è celebrazione, non è rituale se si vuole censurare l’Anpi"
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(foto di repertorio)

Nessun discorso politico in occasione delle manifestazioni istituzionali. E' quanto deciso dal sindaco di Fara Raffaele Assanelli per i prossimi appuntamenti celebrativi, a partire proprio dal 25 aprile. Una decisione presa per evitare che queste celebrazioni diventino occasione di scontro da campagna elettorale visto l'imminente appuntamento alle urne di giugno. Scelta che, però, non è piaciuta all'Anpi che ha voluto dire la sua accusando il primo cittadino di voler censurare l'associazione.

La politica esclusa dal 25 aprile

"Dopo un incontro preliminare avuto con l'Amministrazione comunale di Fara Gera d’Adda, in vista delle celebrazioni della Festa della Liberazione e con la successiva conferma alla ricezione del programma istituzionale inviato a tutte le Associazioni del territorio, riportiamo con rammarico la volontà dell'Amministrazione farese di modificare in senso riduttivo il rituale escludendo l’intervento dell'Anpi durante la cerimonia istituzionale - si legge nella nota a firma della sezione Anpi “Arturo Moretti” - L'Amministrazione non ha confermato, con il pretestuoso nessun discorso, lo spazio di parola dedicato alla nostra rappresentanza per il discorso commemorativo. Ricordiamo che l’intervento dell'Anpi non è facoltativo, ma parte del rituale civile che caratterizza da quasi 80 anni la celebrazione più importante di questa democrazia".

L'Anpi custode della memoria

"In occasione del 25 aprile quello dell'Anpi non è un intervento opzionale e quella dei Partigiani d'Italia non è una associazione come tutte le altre a cui poter estendere un cortese invito o una censura preventiva. Ricordiamo ai più distratti, che la storia dell'Anpi, in quanto rappresentante del Partigianato, è parte fondante della storia di questo Paese ed è pertanto naturale la sua presenza alla Festa del 25 aprile come garante e custode attiva della memoria legata alla Liberazione e alla lotta contro il nazi-fascismo - prosegue la nota - Memoria che la nostra sezione ha valorizzato riportando alla luce nomi, fatti, luoghi ed episodi della Resistenza nel territorio. Siamo convinti che le cittadine e i cittadini ben comprendono il valore, non solo simbolico, della storia della nostra associazione e il messaggio antifascista che diffondiamo".

L'accusa di censura

"Si temono i contenuti legati alla memoria e alla valorizzazione del ruolo che ebbe la lotta Partigiana nello sconfiggere il nazifascismo, si teme la nostra attività nel combattere il negazionismo e il revisionismo storico, nell'indicare alle future generazioni al valore della libertà, della democrazia e della pace, il nostro agire per un mondo dove la guerra sia bandita, il nostro impegno nel difendere e applicare la Costituzione nata dalla Resistenza - concludono - Si teme che le nostre parole possano offendere la sensibilità, e non è cosa nuova, di alcune personalità cui forse da fastidio la parola antifascismo, che in regime di elezioni amministrative possono contare in termini di affermazione elettorale Ecco perché il 25 aprile non è festa, non è celebrazione, non è rituale se si vuole censurare l’Anpi".

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