Da dove ripartire? Per la Bergamasca serve un piano straordinario
I parlamentari bergamaschi della Lega insorgono dopo la bocciatura della Zes, la zona economica speciale per le aree colpite dal Covid-19.
Si avvicina il 4 maggio giorno in cui, con ogni probabilità, l'Italia entrerà nella cosiddetta "Fase 2". C'è il desiderio di tornare a lavorare, di riprendere in mano la propria vita e la propria attività, ma non mancano le incognite e - ora come ora - le risorse. Per la Bergamasca, colpita duramente dal Covid 19, servirà un piano straordinario per ripartire. Ma nonostante ciò non mancano le polemiche.
Rifiutata la "Zona economica speciale"
Per affrontare l'emergenza economica i parlamentari bergamaschi della Lega avevano presentato un emendamento al Decreto Cura Italia per chiedere una fiscalità speciale per alcune zone prima solo in Lombardia e poi estesa ad altre aree della penisola.
“Zona economica speciale in tutti i territori maggiormente colpiti dal Covid-19. E’ la richiesta della Lega alla Camera in un emendamento che ho presentato come prima firmataria nel decreto Cura Italia insieme agli altri parlamentari bergamaschi della Lega Alberto Ribolla, Daniele Belotti e Cristian Invernizzi- spiega la deputata bergamasca Rebecca Frassini membro della Commissione Bilancio - dopo che avevamo presentato analogo provvedimento in Senato. Abbiamo allargato la Zes (zona a fiscalità privilegiata) in considerazione della diffusione del virus anche in altre regioni. Il Pd ha bocciato sia la proposta (presentata dalla Lega a Palazzo Madama) della Zes nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona, sia questo secondo emendamento territorialmente più ampio".
Bocciate anche le richieste del Pd
"Queste bocciature - prosegue Frassini - dimostrano quanto fossero di pura facciata e pura propaganda le richieste avanzate da Carnevali e Martina analoghe alle nostre poi bocciate dal loro compagno vice ministro Misiani”.
Il riferimento è al Piano Bergamo proposto da Maurizio Martina ed Elena Carnevali, deputati PD, che prevede 200 milioni di investimenti, 50 per la sola area bergamasca.
“Bergamo è stata duramente colpita dal virus, per garantire la tenuta sociale delle comunità, della storia e dell'identità dei nostri territori è necessario rilanciare il tessuto produttivo che costituisce un fattore fondamentale contro lo spopolamento ed evitare la dispersione del patrimonio culturale ed economico - puntualizza Frassini - Adesso più che mai servono provvedimenti immediati, seri e concreti per far ripartire il territorio, ma il Governo giallorosso ancora una volta sembra disinteressarsi del Nord che è la locomotiva dell’italia”.
Conte ascolti l'alleato Gori
“La Lega accogliendo l’invito del Presidente Conte - continua Rebecca Frassini - ha proposto varie misure di buonsenso a tutela di famiglie e imprese (misure concordate a livello nazionale con le associazioni di categoria) e adesso si aggiunge la richiesta dell’immediata certificazione della Zes per salvare l’intera economia. Peccato che a fronte di oltre 200 emendamenti presentati nelle due camere la Lega ne ha visto accolto solo uno al Senato”.
“Ci lascia estremamente perplessi il fatto che l’appello al Governo per tutelare la bergamasca sia stato fatto anche dal Consiglio comunale di Bergamo con il sindaco Giorgio Gori che si è detto preoccupato per la crisi sociale ed economica che scaturirà dopo il lockdown. Conte non ascolta nemmeno i suoi alleati del Pd? Se è così questo Governo ha perso ogni legittimità, non possiamo permetterci che continuino a governare il Paese nel momento più difficile della storia della nostra Repubblica", conclude la parlamentare bergamasca della Lega.
Il piano Bergamo del Pd
"Da settimane stiamo lavorando con i nostri colleghi parlamentari delle cinque province più colpite di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza e con il Governo perché in uno dei prossimi provvedimenti economici siano stanziate risorse straordinarie aggiuntive per i nostri territori - dichiarano Maurizio Martina e Elena Carnevali, deputati Pd- Abbiamo proposto al presidente Conte e al ministro Gualtieri un intervento a favore dei comuni e delle province per almeno 200 milioni di euro. Per la bergamasca almeno 50 milioni di euro a sostengo immediato dei comuni per interventi locali di ripartenza economica, per i servizi e le opere pubbliche in grado di attivare imprese e lavoro. Il percorso tracciato localmente con il Piano per Bergamo sarà fondamentale per coordinare tutte le iniziative e mobilitare il massimo della forza per la ripartenza economica e sociale del nostro territorio. Abbiamo le energie per farlo e lo faremo con tutto l’impegno di cui disponiamo".