Cinema e teatri chiusi, Molteni: "La misura avrà effetti economici disastrosi"
Il presidente di "Treviglio, arte e cultura" ha condiviso l’appello degli Assessori alla Cultura dei capoluoghi di Regione, inviato a Conte, Franceschini e Patuanelli.
"La difesa della salute pubblica è obiettivo primario e impegno di tutti. Ma non possiamo ignorare le gravi conseguenze dell’ultimo DCPM su tutti i lavoratori, gli artigiani, i commercianti, i ristoratori e soprattutto sul settore culturale".
A sostenerlo, in qualità di presidente dell'Associazione "Treviglio, Arte e Cultura" che gestisce il Teatro Filodrammatici di Treviglio, è Erik Molteni, consigliere comunale del Pd, che ha condiviso l’appello degli Assessori alla Cultura dei capoluoghi di Regione, inviato a Conte, Franceschini e Patuanelli.
Insegnante di professione, Molteni, la scorsa settimana si era già scagliato contro la decisione del governatore Attilio Fontana, poi confermata dal Dpcm del premier Giuseppe Conte, di introdurre la didattica a distanza per le scuole superiori. Questa volta lo sfogo colpisce il mondo dello spettacolo e del teatro a cui è particolarmente legato.
L'appello del mondo dello spettacolo
“La misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L'evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell'applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, e negli altri luoghi della cultura come musei e biblioteche, per il pubblico come per gli operatori".
"Effetti economici disastrosi"
"Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, è inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri e cinema nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute - prosegue la lettera inviata al Governo - Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del virus nel nostro Paese. Tuttavia riteniamo necessario portare alla vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali".
Le richieste del settore
"Per difendere il bene primario della vita, contenendo il contagio e affrontandone le conseguenze, sanitarie, sociali, economiche" i firmatari della lettera hanno avanzato alcun richieste:
"Consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica - si legge nel documento - Chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un'immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre."