Cava Vailata Treviglio, il Consiglio di Stato boccia la discarica di amianto

Accolti tutti i punti presentati dai residenti, dal Comitato tutela ambiente e dai Comuni coinvolti.

Cava Vailata Treviglio, il Consiglio di Stato boccia la discarica di amianto
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 La discarica di amianto a Treviglio non si farà. E' clamorosa,  la notizia arrivata questo pomeriggio della vittoria dei residenti del quartiere Sud, del Comitato tutela ambiente, di Legambiente Lombardia e dei Comuni di Treviglio, Casirate e Calvenzano nel ricorso presentato al Consiglio di Stato per fermare il progetto all'ex Cava Vailata. Buone notizie anche a Caravaggio: il Consiglio di Stato ha bocciato la cava di estrazione che aveva fatto tremare anche il Cremasco.

Ex Cava Vailata, vinto il ricorso

Il ricorso era andato in discussione al Consiglio di Stato lo scorso 5 aprile e si attendeva a giorni il responso che avrebbe chiarito definitivamente le sorti dell'area al confine tra Treviglio, Calvenzano e Casirate. A presentare il ricorso in appello oltre a 16 famiglie erano stati anche i Comuni coinvolti, il Comitato tutela ambiente e Legambiente Lombardia dopo che il Tar di Brescia non aveva accolto quello che chiedeva l’annullamento della Via (Valutazione di impatto ambientale).

«Grande soddisfazione per una vittoria su tutti i fronti - ha commentato a caldo l'avvocato Paola Brambilla - Il ricorso è stato accolto su tutti i punti da noi presentati».

Ora l'iter dovrà, nel caso, ripartire da zero e affrontare nuovamente tutto il percorso burocratico. Decaduto, quindi, il secondo ricorso presentato al Tar di Milano contro l’Aia (autorizzazione di intervento integrata), che di fatto aveva dato il via libera al progetto. Un «ok» annullato dai giudici romani con la sentenza di oggi.

Un'area mutata nel tempo

«Negli anni - aveva spiegato l'avvocato Paola Brambilla - sono sorte abitazioni, c’è addirittura un asilo nido nel raggio di poche decine di metri. Senza contare che nelle vicinanze ci sono due ditte che rientrano nella cosiddetta Direttiva Seveso, ovvero i siti industriali a rischio: la “Ecb” e la “Icib” (entrambe interessate da incidenti negli ultimi mesi, ndr). Aggiungiamoci che nei pressi ci sono anche i tracciati di Brebemi e Tav, su cui possono avvenire incidenti. Ecco perché per noi il sito non è adatto per ospitare una discarica di amianto».

Imeri esulta

"La sentenza che abbiamo ricevuto oggi conferma le nostre criticità e rende giustizia del grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni, motivando che “l’impugnato provvedimento favorevole di Via risulta sorretto, così come dedotto dal Comune di Treviglio, da una carente istruttoria” è il commento del sindaco Juri Imeri. "Inizia adesso una nuova fase. Ci confronteremo con gli avvocati e definiremo la strategia da adottare. Ci confronteremo con chi ha condiviso con noi il ricorso al Tar prima e al Consiglio di Stato poi per condividere i prossimi passi. Ci confronteremo con i soci di Sabb per valutare gli impatti di questa sentenza, che avrà sicuramente ricadute anche sui conti della società con criticità che abbiamo sempre evidenziato negli ultimi anni. La buona notizia di oggi è che la buona amministrazione vede ripagati i propri sforzi a tutela della città e dei cittadini. Non abbiamo mai mollato la presa, siamo sempre stati sul pezzo, abbiamo scelto i consulenti giusti, abbiamo sempre dialogato con tutti e abbiamo passato giornate e notti a studiare carte, progetti, numeri nel rispetto degli impegni presi con gli elettori in campagna elettorale.

Plauso del Pd

"Complimenti ai cittadini, al comitato tutela ambiente e Legambiente che hanno promosso il ricorso, ai Comuni che hanno resistito in giudizio e alla collega Paola Brambilla Pievani che ha patrocinato la causa con grandissime competenza e passione. Questo sì è un modo per #faremeglio!" ha detto invece Laura Rossoni del Pd. Quella contro la cava d'amianto è stata una delle poche battaglie veramente trasversali a Treviglio, negli ultimi anni. Contrari al progetto, oltre ai Comitati, erano infatti tutti i gruppi politici in Consiglio comunale. Non sono comunque mancate le polemiche sulla genesi del progetto, nei primi anni Duemila. E sulla paternità "politica" di un gotha che oggi fa solo un po' meno paura.

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