Arriva la petizione contro la costruzione del forno crematorio: si firma anche nei negozi
Intanto l'iniziativa di Claudio Bordogna ha già più di 1200 firme: la battaglia continua.
Arriva la petizione contro la costruzione del forno crematorio di Spino d'Adda: si firma anche nei negozi. Sono sette gli esercizi commerciali che offrono la possibilità di mettere nero su bianco il proprio «no» al progetto dell'Amministrazione comunale.
No al forno crematorio
Il Comitato «No al forno crematorio a Spino d’Adda» ha portato la sua petizione per le strade del paese. Nel vero senso della parola, perché da qualche giorno è infatti possibile unirsi alla raccolta firme non solo attraverso al famoso sito di petizioni «Change.org», sul quale è stata lanciata la campagna, ma anche in maniera fisica, nei negozi del paese: «Bar Tino» di via Rosselli, «Estetica Marzia» di via Martiri, «Farmacia Riccaboni» di viale Ungaretti, «Negozio Settepetali» di via Martiri, «Punto pulito lavanderia» di viale Ungaretti, «Bar San Giuseppe» di via Manzoni, «Cappelli orologeria» di piazza XXV aprile.
I moduli in attesa del referendum
Chiunque voglia dirsi contrario alla realizzazione del forno, può esprimere la sua preferenza firmando i moduli messi a disposizione, in attesa del referendum che il Comune ha accettato di sottoporre alla popolazione una volta avuto riscontro da Regione Lombardia, alla quale spetta il compito di stabilire se il paese abbia le carte in regola per l’edificazione.
La petizione di Bordogna ha già oltre 1200 firme
Guadagnato il primo scaglione, quello del migliaio di firme, la petizione promossa da Claudio Bordogna ha superato le 1200 firme virtuali e punta allo step successivo, quello delle 1500. A sei mesi dalle elezioni comunali, lo scenario di fronte dal quale si trova la lista di «Insieme per Spino» non sembra dei più favorevoli perché la campagna elettorale, giocoforza, si incentrerà anche sul capitolo forno crematorio.