Vailate - Torlino

Ancora dibattito sulla roggia "Acqua rossa"

Secondo la minoranza torlinese le acque nere di Vailate confluiscono nella roggia, ma il vailatese Gianfranco Colombo lo esclude categoricamente

Ancora dibattito sulla roggia "Acqua rossa"
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Batti e ribatti sullo stato delle acque della roggia Acqua rossa. Secondo la minoranza "NuovaVita per Torlino" le acque nere di Vailate confluiscono nella roggia, ma per il vailatese Gianfranco Colombo l'origine del problema riguarda il territorio torlinese.

Minoranza in ricognizione

Settimana scorsa, il capogruppo Andrea Ladina e il consigliere Oscar Stefanini sono andati in ricognizione del sistema irriguo locale accompagnati dall'esperto di rogge e fontanili Lorenzo Barbieri Carioni. L'operazione di osservazione e controllo segue una mozione presentata dal gruppo di minoranza torlinese per risanare la roggia "Acqua rossa", che secondo i consiglieri sarebbe inquinata dalle acque provenienti da Vailate, in cui confluirebbero alcuni scarichi non collegati alla rete fognaria.

"Il tour ha avuto inizio a Torlino dove abbiamo preso in esame le acque dell'Acqua rossa - ha affermato Ladina - Successivamente siamo andati sulla strada per Azzano, dove l'Acqua rossa incrocia la roggia Cremasca/Misana. Qui abbiamo constatato la presenza di una paratia che nei giorni di irrigazione viene sollevata, facendo confluire l'acqua della Cremasca/Misana nell'Acqua rossa, smentendo quanto affermato da Gianfranco Colombo, secondo cui non ci sarebbe alcun travaso tra i due corsi".

"Pretendiamo acque limpide"

Secondo quanto osservato da Ladina, le acque di Vailate e Torlino sarebbero quindi collegate, come gli avrebbero inoltre confermato alcuni abitanti nativi di Torlino. Poi, un chiarimento sui propositi del gruppo di minoranza.

"Le nostre non sono critiche o intenzioni di discutere con cittadini di Vailate che, come noi, amano la natura e il territorio - ha precisato - La nostra volontà è creare un gruppo di lavoro a difesa dei fontanili, incalzando il Comune di Vailate e Padania acque affinché dotino questo importante Comune di un efficiente sistema di depurazione, evitando nel futuro di scaricare le acque nere nelle acque superficiali che poi finiscono nei fontanili. L'Acqua rossa merita di essere salvaguardata e le sue acque non devono essere invase da chimica e materiali organici degli scarichi domestici. Pretendiamo acque limpide e un ambiente che rispetti flora e fauna acquatica e non ultimo, igiene e ambiente salubre".

Il parere di Gianfranco Colombo

Il Comune di Vailate ha già assicurato che verificherà se ci siano connessioni di reticolo idrico fra i due Comuni, spiegando inoltre che c'è già stato un incontro con "Padania acque" per avviare un’opera di risoluzione degli scarichi indepurati. Nel frattempo, però, Gianfranco Colombo è tornato sull'argomento.

"La roggia che attraversa l'abitato di Vailate e presunta portatrice di inquinamento è il braccio Resega della Vailata - ha chiarito - Dopo aver irrigato circa un terzo del territorio vailatese smaltendo eventuali liquami sulla propria terra, scarica le ultime ore delle 169 settimanali disponibili, nella roggia Cremasca a circa 3 chilometri a monte dalla presa indicata dai torlinesi. Nella stessa Cremasca, per tutta l'asta che va dalla cascina Volpino di Capralba fino alla nostra Cascinetta, vanno a confluire tutti i bocchelli del Fontanile di Misano, che non è acqua vailatese. Vailate fa invece dono alla Cremasca, tramite il Fontanile di Misano, di acque pure di diverse risorgive apportando ossigeno anziché liquami, se mai presenti. L'acqua rossa va salvaguardata, non c'è dubbio, ma è necessario conoscere a fondo l'idrografia per sapere con esattezza come procedere".

Chi inquina la roggia?

Per Colombo, il problema dell'inquinamento è da rintracciare nel territorio torlinese.

"Da anni, faccio censimenti ittici nella roggia Cremasca e nelle quattro risorgive dell'Acqua rossa - ha concluso - Per la verità, negli ultimi anni le specie sono sensibilmente incrementate. La qualità delle acque dell'Acqua rossa peggiora terribilmente a valle delle polle risorgive per l'apporto indiscriminato di letame organico sparso nelle circa 1000 pertiche che stanno a monte dell'abitato di Torlino. Lì sta il problema, ma i consiglieri preferiscono cercare il capro espiatorio altrove. Se desiderano li posso aiutare ma senza farne una questione politica".

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