Martinengo

Adottata la Variante generale al Pgt: confermato il limite del 40% per le serre

Aggiornato lo strumento urbanistico che risale al 2012 ma la minoranza «Con Adriana Belotti per Martinengo» è critica: "Serve più coraggio"

Adottata la Variante generale al Pgt: confermato il limite del 40% per le serre
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Nella Variante generale al Piano di governo del territorio (Pgt) di Martinengo che risale al 2012 riconfermato il limite del 40% per la posa di serre sui terreni da parte della aziende agricole proprietarie. La lista «Con Adriana Belotti per Martinengo» storce il naso e si astiene: "Ci aspettavamo più coraggio".

Serre: confermato il limite del 40%

Il nuovo strumento urbanistico è stato adottato nell’ultimo Consiglio comunale, alla presenza dei tecnici estensori - gli architetti Alberto Benedetti, Giorgio Graj, Massimo Rossati e Giorgio Caldarelli - che hanno illustrato la Variante con dovizia di particolari. A introdurre la presentazione è stato il responsabile dell’Ufficio tecnico Francesco Benfatto che ha fatto una premessa chiarificatrice.

"Nuove normative nazionali e regionali hanno modificato lo scenario urbanistico e nel frattempo Regione e Provincia hanno adeguato rispettivamente il Piano territoriale regionale (Ptr) e il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) - ha esordito - quindi per tutti i Comuni bergamaschi è sorta le necessità di aggiornare i loro Pgt. Noi abbiamo avviato il procedimento nel 2021, dopo l’adozione ci saranno 60 giorni di tempo per presentare osservazioni. Il Piano si caratterizza per tre aspetti: in primis si è conformato alla legge regionale 31 che impone la riduzione del consumo di suolo urbanizzato: si tratta quindi uno strumento urbanistico conservatore. Tuttavia è al contempo innovatore, nel senso che intende sbloccare i piani attuativi che si trovano in una situazione di stallo, oltre a snellire le norme di uno dei documenti che compongono il Pgt, il Piano delle regole, cercando di renderle più chiare e comprensibili a chiunque. Infine è uno strumento attento alla salvaguardia del valore ambientale ed agricolo del territorio".

Un territorio, quello martinenghese, che si sviluppa su 22 chilometri quadrati, solo due dei quali urbanizzati. E su questo ultimo punto il tecnico comunale ha precisato che "l’Amministrazione si è posta l’obiettivo di salvaguardare il territorio anche rispetto a temi spinosi, sui quali ci si è confrontati negli anni, come quello delle serre, per cui si è deciso di portare avanti la buona prassi di porre dei limiti: limiti che sono stati valutati e riconfermati, anche alla luce delle risultanze ambientali avute in sede di confronto con gli enti competenti, quali Arpa e Provincia, e degli studi fatti".

Olivari: "Ci aspettavamo più coraggio"

Mostrate le tavole della Variante, attraverso delle slides, si è lasciato spazio al dibattito e, se il sindaco Mario Seghezzi ha usato l’aggettivo «rispettoso» per definire il nuovo Pgt , il capogruppo di «Con Adriana Belotti per Martinengo» Sauro Olivari ha messo subito il dito nella piaga.

"In questi dieci anni abbiamo visto l’impatto paesaggistico della realizzazione delle serre - ha esordito - quindi mi sarei aspettato più coraggio e fermezza, la conseguenza logica a mio avviso non doveva essere la conferma delle stesse regole ma una riduzione della percentuale prevista. Inoltre il Consiglio comunale dell’aprile 2019 si era impegnato anche a introdurre nella Variante una disciplina che stabilisse il rapporto di copertura delle serre fisse stagionali e temporanee".

Critiche che il sindaco Mario Seghezzi ha respinto con forza:

"Ricordo che è in corso un procedimento legale perché la disposizione comunale sul consumo di suolo per le serre è stata contestata da una società - ha affermato - siamo in attesa di una risposta da parte del Consiglio di Stato. Quindi il coraggio questa Amministrazione l’ha dimostrato e anche tanto...".

A dar manforte al primo cittadino è intervenuto Benfatto.

"Nel 2017 la Giunta regionale ha deliberato un limite del 60-70% - ha fatto notare - consentendo anche ai proprietari di poter computare, all’interno della superficie utile copribile, tutti i terreni di proprietà dell’azienda, anche nei Comuni confinanti. Questo cosa vuol dire? Che, per esempio, un’azienda di Martinengo con cento metri quadrati di terra nel territorio comunale più altri ottomila su quello di Cortenuova potrebbe coprire il 60-70% di quei cento più ottomila. Al contrario, la disposizione comunale stabilisce che il proprietario può istallare serre sul 40% solo dei suoi terreni a Martinengo. Nel 2012 eravamo quindi già all’avanguardia e nel nuovo strumento urbanistico tale disposizione è stata rafforzata con la motivazione a supporto. In merito poi alla procedimento in corso al Consiglio di Stato, ad oggi non è ancora stata fissata l’udienza".

"Nonostante gli sforzi ci sono zone coperte di cellophane immense - ha insistito Olivari - dobbiamo fare il possibile per ridurle, trovando un equilibrio tra gli interessi in gioco, la tutela delle attività e la salvaguardia ambientale e paesaggistica del Comune, perché va anche a incidere sulla qualità di vita dei cittadini. Abbiamo perso l’opportunità di dare un segnale più forte rispetto a questo tema".

A questo punto è intervenuto anche il capogruppo di «Obiettivo Comune» Marco Ratti.

"È possibile che altre società come quella che ha portato in giudizio il Comune avanzino la medesima pretesa? - ha chiesto - Nel caso questo cosa comporterebbe?".

"Oggi tutte le aziende agricole che operano su Martinengo rispettano il limite del 40% - ha chiarito il responsabile dell’Ufficio tecnico  - Il Consiglio di Stato sta analizzando se l’indice imposto dal Comune è in contrasto con la delibera regionale che, in suo passaggio, prevede espressamente la possibilità di ridurre gli indici: qualora dovesse darci torto qualche altra azienda, tutte o nessuna, potrebbero chiedere di passare dal 40% sui terreni di Martinengo al 60% di tutti i terreni di proprietà. Il che significherebbe raddoppiare la superficie coperta di serre, ammesso e non concesso che ce l’abbiano su Martinengo, ma nessuno vieta loro di acquisirla su altri Comuni. Non abbiamo la sfera di cristallo, aspettiamo la sentenza".

"Sull’esito il sindaco è fiducioso" ha chiosato Seghezzi.

Incentivi dall’Europa e normativa regionale molto favorevole

Il tema delle serre è sempre più pressante, del resto il «Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale» ha messo a disposizione incentivi che hanno spinto molti operatori del settore ad investire. Il problema è proprio l’impatto paesaggistico, che indubbiamente è un pugno nell’occhio per la campagna bergamasca. La delibera di Giunta di Regione Lombardia del 25 settembre 2017 recita così in merito al rapporto di copertura: "Le serre stagionali non possono superare il rapporto di copertura del 70% dell’intera superficie aziendale - si legge nella delibera - Al fine di tale computo è ammessa l’utilizzazione di tutti gli appezzamenti, anche non contigui, componenti l’azienda, compresi quelli esistenti su terreni di comuni contermini. La distribuzione delle coperture può essere esercitata per singola particella o in riferimento alla superficie aziendale complessiva in ragione delle necessità colturali. Le serre temporanee non possono superare il rapporto di copertura del 60%, computato con lo stesso criterio delle serre stagionali".

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