A Pontirolo le barriere architettoniche fanno discutere

Tra Consigli comunali, commissioni e assemblee pubbliche, il dibattito è infuocato. Ma più che parole i disabili chiedono fatti.

A Pontirolo le barriere architettoniche fanno discutere
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Barriere architettoniche, come risolvere il problema? Maggioranza e minoranza non si intendono nemmeno sul significato della parola e propongono strategie diverse. Intanto i disabili attendono.

Barriere architettoniche: strategie a confronto

Non c’è dubbio che il progetto della maggioranza sia nobile: abbattere le barriere d’ogni natura coinvolgendo i cittadini. Lo stesso dicasi per l’attuazione immediata del «Peba», sulla quale insiste l’opposizione. In effetti c’è da chiedersi come mai finora non si sia adempiuto a un obbligo di legge, in vigore da decenni. Vero è, come ha già ricordato il sindaco Gigliola Breviario, che sono pochi i Comuni in regola, ma Pontirolo in passato ha potuto disporre di risorse ben maggiori rispetto ai Comuni limitrofi. C’è da chiedersi anche come mai solo dopo che un disabile ha consegnato un dossier nelle mani della minoranza, come ha riferito in Aula il forzista Alessandro Vigentini, si siano messi in moto commissione e progetto. E perché questa relazione non è stata messa sul tavolo per un intervento concordato tra maggioranza e opposizione, che invece continuano a viaggiare su binari paralleli.

Se si lavorasse insieme...

Se si lavorasse insieme servirebbero davvero dati «più umani» rispetto a quelli che fornirebbe un tecnico, tanto da chiedere a mamme, anziani e disabili di fare una ricognizione in paese, quando la minoranza è in possesso di 230 foto scattate da un cittadino in carrozzina? E quando non mancano le lamentele su problematiche specifiche, che lo stesso sindaco ha dichiarato di ricevere da parte della cittadinanza, citando il caso di una donna impossibilitata a uscire dal suo cancello col marito disabile, brillantemente risolto? Servono davvero, anche alla luce della dichiarazione che tempo fa in Aula il consigliere Sergio Agazzi ha fatto sostenendo che sarebbe grave che l’Ufficio tecnico non sappia dove sono le barriere?

Il ruolo degli amministratori

Se è così, allora, perché mandare sul campo degli studenti e non il tecnico comunale che è un professionista pagato per fare il suo lavoro? Se mancano le risorse, poi, perché negli anni non si è approfittato di fondi regionali come altri Comuni hanno fatto? Gli edifici pubblici sono a norma, ma non gradini e marciapiedi. Forse prima di sensibilizzare i commercianti gli amministratori dovrebbero prima fare la loro parte. Con questo modus operandi è certo che i disabili dovranno pazientare ancora per molto.

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