Cocaina e prostitute: i carabinieri chiudono il night club, in manette i gestori

Il locale è stato posto sotto sequestro nella notte fra venerdì e sabato, dopo il blitz dei militari

Cocaina e prostitute: i carabinieri chiudono il night club, in manette i gestori
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Cocaina e prostitute erano di casa al night club "Le Birbe" di Pianengo, e dopo un anno di indagini i carabinieri di Crema e l'ispettorato del lavoro hanno deciso di chiuderlo e di arrestare e denunciare buona parte dei soci. Sfruttamento, spaccio di cocaina e prostituzione per un business di migliaia di euro. A spiegarlo, in una conferenza stampa il luogotenente Giovanni Ventaglio di Crema, che ha seguito le indagini passo per passo, e il maggiore di Cremona Claudio De Leporini.

Un anno di indagini scrupolose

Che qualcosa non andava in quel locale lo si era intuito già da tempo e i carabinieri del nucleo operativo di Crema, supportati da quello di Cremona, hanno iniziato le indagini lo scorso anno, grazie alla denuncia formale di un cliente abituale del night club. L'uomo, un cremasco residente in zona, nell'aprile 2016, aveva denunciato ai carabinieri di Crema di essere stato circuito dal titolare del locale per delle prestazioni non pagate alle prostitute che lavoravano al suo interno. Aveva avuto svariati rapporti nei privé: sesso completo ma anche prestazioni orali, che gli erano stati accreditati fino a raggiungere la somma di duemila euro. Ma non solo, aveva anche segnalato che nel locale era frequente lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, come la cocaina, proprio sotto gli occhi di tutti. Grazie alla sua testimonianza e collaborazione, i militari sono partiti con le indagini. Indagini durate quasi un anno e che si sono concluse tra venerdì e sabato notte, con l'arresto di tre persone e 12 denunce.

Il blitz tra venerdì e sabato

Ispettorato del lavoro e carabinieri hanno dato inizio al blitz a "Le Bribe" tra venerdì e sabato notte e il risvolto, per un piccolo paese come Pianengo, è stato davvero sconvolgente. Tre persone sono state arrestate: il gestore unico del locale, Alessandro Restelli, 33 anni di Cremona, più altre due persone che non lo gestivano direttamente, ma contribuivano in maniera "informale", ovvero Salvatore Fragalica, 55 anni bergamasco e Marjus Derjalj 24 anni di Bussero, in provincia di Milano, con l'accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e favoreggiamento dell'attività di spaccio di droga. Ora si trovano in carcere a Cremona in attesa di essere interrogati dalle autorità.  Altri dodici, invece, sono stati denunciati a piede libero per reati vari concernenti i traffici nell'attività. A parte Derjali, tutti italiani, presente anche una donna. Tramite le immagini registrate dalle telecamere nascoste dai militari, che hanno colto in flagrante i criminali, incastrandoli, è stato garantito il buon esito dell'operazione.

E nei privé scattava il secondo lavoro

L'attività di prostituzione si svolgeva negli 11 privé all'interno del locale. Circa 20 le vittime individuate che venivano sfruttate su 60 collaboratrici sotto contratto, che si prestavano per spogliarelli e spettacoli sexy. A loro spettava il doppio lavoro: se il cliente lo richiedeva si dovevano spostare in uno dei privé dove si svolgevano prestazioni di vario genere. Sesso orale, rapporti completi fino alle richieste più particolari. Il prezzo era fissato a 50 euro per 15 minuti, 150 per mezz'ora, ad aumentare in base al tempo di prestazione richiesto. La somma finale veniva divisa fra il gestore del locale e la ragazza. In caso di "pericolo" inoltre, ogni privé aveva al proprio interno una luce rossa. Spettava al buttafuori accenderla, in caso di ingressi indesiderati nel locale. Se lampeggiava, la prostituta sapeva che doveva rivestirsi in tutta fretta e allontanarsi immediatamente dal cliente. Tra le collaboratrici del locale, inoltre, ne sono state trovate tre senza contratto, il che ha fatto scattare subito la multa di seimila euro dall'Ispettorato del lavoro.

Perquisizioni a tappeto, trovato un manganello e due coltelli

I carabinieri però, dopo aver individuato i responsabili, hanno pensato bene di perquisirli personalmente e nelle loro abitazioni. Ad uno dei denunciati infatti, mentre stava rientrando presso casa, hanno trovato in un borsello due coltellacci e un manganello, che possedeva senza alcun porto d'armi. Nel locale, invece, venerdì notte durante il blitz, è stato rinvenuto un grammo di cocaina. Le indagini per capire i giri di denaro sono ancora in corso e i criminali, che ora si trovano a Cremona, sono ancora in attesa dell'interrogatorio. Intanto il locale è stato chiuso con i sigilli e posto sotto sequestro dai carabinieri sotto ordine della Procura di Cremona e dal Gip.

 

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