Caso Maxwork in carcere l'ex manager

L'agenzia interinale bergamasca, che aveva una filiale attiva anche a Crema, è fallita a giugno del 2015. Centinaia di operai (soprattutto del settore cosmetico) senza lavoro

Caso Maxwork in carcere l'ex manager
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Caso Maxwork in carcere l'ex manager Massimiliano Cavaliere e si riapre una ferita anche nel Cremasco.

Caso Maxwork in carcere l'ex manager

La misura di custodia cautelare in carcere è scattata sabato. Il 51enne Massimiliano Cavaliere, ex manager di Maxwork, si trovava ai domiciliari da agosto nella sua casa di Capriate San Gervasio. Condannato dal tribunale di Bergamo nel giugno 2017 a sei anni di reclusione per i reati di bancarotta, ricettazione, truffa, reati fiscali e omissioni previdenziali è stato accompagnato in via Gleno dai carabinieri della Compagnia di Treviglio in seguito a diverse infrazioni della misura degli arresti domiciliari.

 

L'indagine anche nel Cremasco

Le vicende dell'agenzia interinale, fallita a giugno del 2015, avevano interessato non solo la bergamasca, ma anche il Cremasco dove operava da tempo per diverse aziende del territorio. A Crema, nel quartiere di San Carlo, la filale lavorava a pieno ritmo, senza fermarsi nemmeno quando lo scandalo e l'ombra del fallimento avevano iniziato a turbare i tanti dipendenti che si erano trovati senza stipendio.

Fallita nel 2015

Tutto era iniziato dal mancato pagamento degli stipendi che aveva messo in allerta le centinaia di dipendenti che operavano nel settore cosmetico, ma non solo. Ma le sorti della Maxwork preoccupavano almeno da inizio aprile quando la sua situazione finanziaria era finita al centro di un'indagine della Guardia di Finanza che aveva coinvolto persino l'ex questore di Bergamo Fortunato Finolli, poi accusato di induzione indebita. Il 9 aprile del 2015 infatti, il pm Fabio Pelosi aveva chiesto il fallimento dell'agenzia, che nonostante un tentativo di concordato preventivo era, alla fine, fallita.

Nei guai anche l'ex questore

La vicenda, in realtà, è anche più ampia e tutto sarebbe partito da un pranzo organizzato dall'ormai ex questore di Bergamo Fortunato Finolli tra l'amico Giovanni Cottone, procacciatore per la Maxwork e il direttore dell'Inps del capoluogo orobico Angelo D'Ambrosio. Sul tavolo una richiesta, accompagnata da forti pressioni da parte dello stesso questore, di mediazione per chiedere la dilazione del pagamento dei contributi che la società non aveva versato all'ente di previdenza. Un debito di 11,19 milioni di euro (un totale verso l'Erario di 14,49 milioni di euro al 31 gennaio).

Colpite le cosmetiche

Nel Cremasco le aziende più colpite dalla vicenda furono quelle del settore cosmetico. In particolare la «Regi» di Bagnolo, l'«Intercos» di Dovera e la «Chromavis» di Chieve dove erano impiegati molti dei dipendenti procacciati dalla Maxwork.

 

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