Il chiosco bar del Santuario deve chiudere: "Abbiamo le mani legate"

La licenza è stagionale e l'area dovrebbe essere sgomberata. Il sindaco: "Mi dispiace molto, ma dobbiamo far rispettare il regolamento anche se per anni non è mai stato applicato"

Il chiosco bar del Santuario deve chiudere: "Abbiamo le mani legate"
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Per 17 anni hanno servito caffè e brioches ai pellegrini che raggiungevano il Santuario di Caravaggio. Ora, per colpa di un regolamento - mai fatto rispettare - devono chiudere. Il chiosco-bar, l’ultimo sopravvissuto delle casette costruite sul retro del Santuario, chiuderà entro fine mese (anche se si attende una proroga almeno per la fine dell’anno).

Delle sei casette ne resta solo una

La brutta notizia è arrivata attraverso una lettera del Comune che invitava al rispetto del regolamento, stilato quasi vent’anni fa e mai realmente applicato.  La casetta chiosco, così come le altre sei di cui ora non resta più nulla, infatti, erano state realizzate nel 2000 come parte di un progetto più ampio legato alla fiera del santuario mariano. Bar, souvenir, dolci e per un primo periodo anche bancarelle giornaliere che animavano l’area per i pellegrini. Nell’aria la promessa di una sistemazione del parcheggio che avrebbe convogliato i visitatori nella loro direzione. Parole che non si sono mai tramutate in fatti. E così, piano piano gli ambulanti hanno deciso di chiudere e andarsene. Maria Teresa Crevena e la madre Piera Fontana Vaprio, invece, hanno resistito fino a oggi, legate profondamente a quel lavoro svolto per tutta la vita, sempre al Santuario.

"Abbiamo le mani legate"

«Come Comune abbiamo le mani legate - ha spiegato il sindaco Claudio Bolandrini - il regolamento che gestisce la loro attività parla chiaro: la licenza è stagionale, va da maggio a ottobre, dopodiché l’attività deve chiudere perché non ha la licenza per continuare a somministrare cibi e bevande. Non solo. E’ specificato che l’area deve essere sgomberata e quindi il chiosco dovrebbe essere mobile».
Difficile rimuoverle ora, con tanto di allacciamenti alle utenze e servizi igienici. Come, d’altra parte, è difficile contestare un regolamento scritto, anche se mai applicato. Soprattutto se ad attirare l’attenzione sul «problema» è una segnalazione esterna.

"Un atto di buon senso..."

Viene da chiedersi, a questo punto, come sia possibile che per 17 anni un regolamento sia rimasto nel cassetto senza mai essere applicato. Non solo per quanto riguarda la mobilità della struttura, ma anche riguardo l’apertura del chiosco che chiudeva solamente per le vacanze di Natale. Un «atto di buon senso» come l’ha definito l’ex sindaco Giuseppe Prevedini che oggi se ne guarda bene dal prendere una posizione: «Si vede che l’Amministrazione non vuole più fare la fiera... in tutti questi anni non hanno mai dato fastidio a nessuno».

Vincoli dalla Soprintendenza

«Mi dispiace molto, davvero - ha proseguito il primo cittadino - ma il fatto che non sia mai stato applicato non lo rende meno costrittivo. Devo attenermi a ciò che è stato stabilito. Stiamo valutando eventuali modifiche per cercare di andare incontro alle loro esigenze, ma è complicato: ci sono molti vincoli da rispettare che non decide il Comune. Si tratta di un luogo sacro, dove ha voce in capitolo anche la Soprintendenza».

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