Torri, residenti esasperati: "Mai stati considerati"

Il Comitato dei residenti delle Torri spara a zero su Comune e Regione: "Sordità e ottusità dalle istituzioni"

Torri, residenti esasperati: "Mai stati considerati"
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"Noi ignorati e mai ascoltati", il Comitato dei residenti delle Torri di Zingonia chiede un incontro al prefetto. A pochi giorni di distanza dal vertice, che ha visto presenti in prefettura a Bergamo istituzioni locali e regionali, i residente hanno preso parola per urlare il proprio disagio.

Non c'è solo l'ordine pubblico

"Ormai non si contano più i tavoli, i vertici, le riunioni, che negli anni hanno sistematicamente escluso i residenti, evidentemente considerati come non meritevoli di partecipazione - ha fatto sapere il Comitato - Non stupisce quindi che l’incontro abbia ridotto il progetto di riqualificazione a un problema di ordine pubblico, ignorando le istanze dei proprietari e residenti regolari, che chiedono solo di avere un tetto sopra la testa".

Comune e Regione non sentono

"Questa semplice richiesta non poteva essere portata al tavolo prefettizio dal sindaco di Ciserano, Enea Bagini, più interessato alla demolizione che al futuro di tutti i propri concittadini, compresi quelli residenti nelle Torri - hanno attaccato - Non poteva nemmeno essere Regione Lombardia, che ha risparmiato ben tre milioni di euro sui fondi stanziati per le acquisizioni. Soldi che potevano già essere sbloccati mesi fa per arrivare a un accordo che avrebbe ridotto il numero di espropri ai soli irreperibili, invece degli attuali 78 appartamenti e delle 15 attività commerciali (tra cui il centro culturale islamico frequentato da migliaia di persone).

Oltre al danno la beffa

"Rimaniamo senza parole di fronte alla sordità delle istituzioni coinvolte nel progetto di riqualificazione e all'ostinata ottusità nel non voler considerare gli enormi danni che causeranno alle persone già provate dall’aver subito anni di degrado, nonostante la possibilità di evitare tutto questo sia a portata di mano", hanno concluso  indirizzando le proprie lamentele al prefetto e chiedendo un incontro per perorare la propria causa.

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