Una mensa a chilometro zero: il sogno di Malanchini e Capelletti che diventa realtà

Alle mense di Covo e Spirano d'ora in poi verranno serviti solo cibi a chilometro zero, con particolare attenzione a quelli del Dabb.

Una mensa a chilometro zero: il sogno di Malanchini e Capelletti che diventa realtà
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Una scelta azzardata, ma che ora è realtà. Una mensa con prodotti a kilometro zero non è più solo un sogno, ma esiste già a Spirano e a Covo. Cibi solo made in italy. Anzi made in Dabb, ovvero prodotti provenienti dal distretto agricolo della Bassa bergamasca.

La mensa a Km zero

L’annuncio è arrivato mercoledì mattina, durante una conferenza stampa svoltasi alla mensa dell’istituto scolastico covese. «E’ stata una scelta, giudicata da molti azzardata – ha detto il padrone di casa Andrea Capelletti – però oggi possiamo essere fieri, perché grazie a questa decisione innovativa raggiungiamo due obiettivi molto cari: valorizzazare il territorio e garantire una qualità elevata dei cibi che diamo da mangiare ai nostri ragazzi».

I bandi dei due Comuni

I bandi delle mense dei rispettivi Comuni sono un po’ differenti. Quello di Spirano assegnava una preferenza in base a due criteri distanza (che deve essere inferiore ai 50 chilometri) e frequenza del servizio del prodotto. In base ai parametri sono stati individuate le aziende che avrebbero fornito i cibi. E tra le eccellenze del territorio si trovano ovviamente ortaggi e latticini. Il bando covese è invece più restrittivo e mirato. Infatti nel bando era scritto precisamente che i prodotti dovevano provenire da aziende agricole del Distretto Agricolo della Bassa. Un modo efficace per aiutare economicamente anche il territorio locale.

L'azzardo di Capelletti

«Inizialmente avevo scritto “obbligo” – ha confessato Capelletti – poi gli uffici hanno moderato i termini, e si è scelto di assegnare un punteggio maggiore in base ai parametri stabiliti. L’idea non è totalemente farina del mio sacco, ma mi sono ispirato all’ordinanza del sindaco di Edolo». Grazie al bando, ora si sa chi fornirà il cibo. I casoncelli e i ravioli proverranno da un’azienda di Mornico al Serio, il pane da Romano di Lombardia, il gorgonzola da un’azienda di Vidalengo, il pollame e la lonza di maiale da un’azienda covese e le uova da una di Spirano. Qualità e attenzione del territorio. È questo quello che garantisce un bando come quello ideato da Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano e Capelletti.

Un'idea allettante

Un’idea allettante che già altri Comuni vogliono seguire. Come quello di Cortenuova che ha già avviato un iter per importare questo sistema di prodotti a kilometro 0 all’interno della propria mensa scolastica. Soddisfatto anche l’assessore alla scuola covese Andrea Torriani. «Un anno fa circa avevo guardato una crescenza che era servita a scuola – ha detto – la provenienza era danese. Ho chiamato subito il sindaco. Era assurdo che con così tante aziende del territorio facessimo arrivare il formaggio dalla Danimarca. Abbiamo quindi messo mano al nuovo bando. Credo che con questa soluzione garantiamo controllo, qualità, aumentiamo la nostra cultura, ma soprattutto facciamo del bene all’economia locale, ma mai male non fa».

Uno sguardo al futuro

Tra i più soddisfatti ci sono gli insegnanti che hanno assicurato che «un prodotto migliore, non viene mai avanzato. Così ridurremo anche gli sprechi alimentari». Un ulteriore passo avanti per il Distretto Agricolo della Bassa che si appresta a diventare sempre più un punto di riferimento per l’agroalimentari del territorio. Con uno sguardo verso il mondo intero. Infatti, mercoledì mattina si è pure annunciato che un privato aprirà nel centro di Praga un negozio che venderà esclusivamente prodotti del Dabb. La Bassa, con le sue eccellenze alimentari, avrà così una nuo va porta sul mondo.

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