C’è anche Sabina Ghidini, del Cocchia’s Pub di Romano di Lombardia, tra i Baristi del cuore che partecipano al gioco lanciato da qualche settimana dal nostro Giornale. Per votarla e farle scalare la classifica basta ritagliare e compilare il tagliando che trovate sul Giornale di Treviglio e Romanoweek e consegnarlo al vostro barista del cuore (oppure da noi, in redazione, ci trovate in via viale Vittorio Veneto, 1 a Treviglio).
Barista del cuore: intervista a Sabina Ghidini
«Qui al Cocchia’s Pub ci si sente in famiglia». A Romano, affacciato su un laghetto di pesca sportiva, il Cocchia’s Pub è un punto di riferimento da oltre cinquant’anni. Ogni fine settimana si riempie di musica, risate e karaoke. Dietro al bancone, con il sorriso sempre pronto, c’è Sabina Ghidini, 48 anni, barista da 28, che ha trasformato la sua passione in una seconda casa.
Sabina, com’è iniziato tutto?
«La passione per questo lavoro è nata servendo ai tavoli durante le feste di paese. Mi ha colpita così tanto da farmi lasciare il lavoro in fabbrica e dedicarmi completamente al mondo dei bar. Ho lavorato in altri locali, ma non mi sono mai trovata bene come qui: al Cocchia’s ci si sente davvero in famiglia».
Cosa ti lega di più a questo posto?
«L’atmosfera. I miei titolari, Daniele e Flavio, sono persone meravigliose: lavorare con loro e con le altre ragazze è come far parte di una grande famiglia. Ci rispettiamo, ci aiutiamo e ci sosteniamo nei momenti difficili. E se c’è da sgridare, lo fanno anche, ma sempre con affetto e con l’intento di farci crescere. Questo rende il lavoro più leggero e pieno di soddisfazioni».
Com’è la vostra clientela?
«Molto varia: dai ragazzi di 18 anni agli anziani di 80. Tutti trovano un ambiente accogliente. Io cerco sempre di creare sintonia: scherzo, rido, ascolto. Il segreto è rendere l’atmosfera professionale ma anche leggera e piacevole. Quando qualcuno entra, deve sentirsi a casa».
Hai qualche ricordo speciale di questi anni?
«Non uno solo. In tutto questo tempo ne ho accumulati di diversi, ed effettivamente tanti sono gesti concreti. Negli ultimi ventun anni ho perso entrambi i miei genitori, ma non mi sono mai sentita sola. Daniele e Flavio sono sempre stati presenti, ed è ciò che intendo quando parlo di seconda “famiglia”: mi sono sempre stati accanto».
Durante le serate di karaoke il locale si trasforma: cosa provi in quei momenti?
«È un’emozione unica! Le serate di karaoke sono un appuntamento imperdibile: si tengono solo nel weekend, ma attirano sempre tantissima gente. Ho studiato canto e, quando finisco il turno, verso l’una di notte, se riesco a scendere dal bancone, mi unisco anch’io alla festa e canto insieme ai clienti. In quei momenti si crea una magia fatta di risate, musica e leggerezza. È bellissimo vedere come il locale si riempia di energia e allegria — la stessa che si respira anche durante l’aperitivo, che per me resta il momento più speciale della giornata».
Cosa rende unico il Cocchia’s Pub?
«Qui non sei solo un cliente, sei parte di qualcosa. Ogni persona porta una storia e, dietro al bancone, ne ascolto tante: a volte si ride, altre si consola. È questo che amo del mio lavoro».
Perché dovrebbero votarti «Barista del cuore»?
«Perché ci metto il cuore. Ho già partecipato al concorso quattordici anni fa e ho vinto nella categoria femminile: un’esperienza meravigliosa! Oggi mi ripresento con la stessa passione. Sono solare, lascio i problemi a casa e cerco di mettere tutti a proprio agio. Anche quando trovo ostilità, smorzo tutto con una battuta. Spero di essere votata, certo, ma per me conta soprattutto mettermi in gioco e condividere l’amore per questo lavoro».