Crisi economica

Revoca dello stop ai licenziamenti, Cisl: "A rischio migliaia di posti di lavoro"

Da gennaio ad agosto 2020 le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 78.037. Assunzioni diminuite del 21 percento.

Revoca dello stop ai licenziamenti, Cisl: "A rischio migliaia di posti di lavoro"
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“Nel periodo più buio dell’epidemia, Bergamo e il suo tessuto economico hanno perso migliaia di posti di lavoro, migliaia di lavoratori perlopiù a tempo determinato o con contratti in somministrazione, comunque precari. La crisi del Covid ha colpito soprattutto i lavoratori presenti nei settori più esposti alla crisi come, commercio, turismo e servizi, che hanno pagato il dazio più alto. Ora, se il blocco dei licenziamenti non verrà più confermato, il panorama che si aprirà a gennaio potrebbe anche lasciare sul terreno altre migliaia di posti di lavoro, e questa volta il grande protagonista sarà il settore metalmeccanico”.

Blocco dei licenziamenti, la preoccupazione della Cisl

Danilo Mazzola, segretario provinciale CISL, guarda con particolare apprensione alla scadenza del decreto che impediva i licenziamenti che il Governo aveva emanato nel pieno dell’emergenza. Bergamo e la provincia che ha pagato un costo elevato, oltre che per la questione sanitaria, anche per i numeri economici: da gennaio ad agosto 2020 le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 78.037 contro 71.462 assunzioni. I posti persi “definitivamente” sono stati 6.575 e solo tra marzo e giugno il saldo complessivo tra ingressi e uscite è stato negativo per 8.165 posizioni. Mentre nel 2019 la situazione allo stesso periodo vedeva un saldo positivo di 3350 unità con 86.807 cessazioni e 90157 assunzione. Il dato che balza all’occhio è relativo alla diminuzione delle assunzioni nel 2020 rispetto al 2019 che diminuiscono del 21% da 90.141 a 71.462 (- 12.236 nel commercio e servizi e -6.639 nell’Industria) che segna come siano i due settori più in difficolta in questa fase.

Cisl contro la revoca del blocco

A questo aggiungiamo le tantissime piccole imprese che non hanno riaperto dopo il lockdown.

“La CISL – continua Mazzola - è naturalmente contraria all’ipotesi di interrompere il blocco dei licenziamenti entro fine anno. Una prospettiva assolutamente inaccettabile. L’emergenza continua a colpire duramente tutti i settori produttivi del paese e della nostra provincia. Fare una scelta simile comporterebbe l’aggravamento delle condizioni di tantissime persone e famiglie”.

“La rete di protezione sui licenziamenti – aggiunge – deve essere confermata ed andare di pari passo con la ripresa economica e il sostegno alle imprese, sin quando l’emergenza Covid non sarà superata e fino a quando non ci sarà stata la ripartenza degli investimenti, insieme a un importante rilancio delle politiche attive e una attenta discussione sulla redistribuzione dell’orario di lavoro. In una fase come l’attuale e necessario non accendere altri focolai sociali, rischiando, in questo modo, anche l’avvitamento economico. Dobbiamo stringere le maglie della solidarietà, sapendo che nella nostra realtà siamo a contatto quotidianamente con persone che nell’arco di poco tempo si sono ritrovate  senza lavoro e senza reddito. In provincia, la scure del licenziamento intanto ha colpito molti giovani, con contratti a tempo determinato, ma la crisi ha colpito anche tanti cinquantenni, che ora si trovano nel limbo del “troppo giovane per al pensione” e “troppo vecchio per un nuovo lavoro”.

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