Lavoro

Metalmeccanici, mercoledì proclamate quattro ore di sciopero nazionale

Al centro il rinnovo del Contratto nazionale, aumenti e permessi per conciliare famiglia e lavoro. Un altro sciopero è previsto entro il 15 gennaio

Metalmeccanici, mercoledì proclamate quattro ore di sciopero nazionale
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Sei mesi di confronto sul rinnovo del Contratto nazionale, poi il 12 novembre la rottura e una ripresa della trattativa che appare lontanissima. Ora, dopo tre settimane di blocco dello straordinario e delle flessibilità e dopo la mobilitazione del 29 novembre, è il momento di un nuovo sciopero unitario per il comparto dei metalmeccanici. In provincia di Bergamo le prime quattro ore delle otto già proclamate da FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL si svolgeranno mercoledì 11 dicembre.

Al centro il rinnovo del Contratto nazionale

“La controproposta avanzata da Federmeccanica-Assistal di fatto ignora la piattaforma votata dai lavoratori e presentata al tavolo, pretendendo di proseguire la trattativa su tutt’altra proposta, utilizzando la fase congiunturale attuale per definire un rinnovo che poi avrà vigore per i prossimi anni - ha dichiarato oggi Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo - Dopo la rottura avvenuta il 12 novembre, è arrivato il momento di riconquistare il tavolo della discussione, ripartendo dalle proposte votate da chi, nelle fabbriche di tutto il Paese, ci lavora”.

“Federmeccanica-Assistal sembrano dimenticare che negli ultimi anni, quelli seguiti alla pandemia, i profitti del comparto metalmeccanico sono stati da record, anche nella provincia di Bergamo, e tuttavia solo in misura limitata reinvestiti nelle aziende",  prosegue il sindacalista, che poi entra nel merito dei singoli nodi che hanno bloccato il confronto.

“Al capitolo salariale, non solo è stata respinta la nostra richiesta di un aumento di 280 euro (livello C3, ex 5°), ma la contro-piattaforma di Federmeccanica e Assistal tenta di limitare l’incremento dello stipendio collegandolo esclusivamente all’andamento dell’inflazione, dunque senza aumenti certi - prosegue Agazzi - Si peggiorerebbe per giunta la clausola di salvaguardia, cioè si ritarderebbe di 6 mesi il recupero dell’inflazione non preventivata”.

Permessi per conciliare famiglia e lavoro

“Non vediamo, poi, alcuna apertura finalizzata alla riduzione dell’orario di lavoro richiesta e che, oggi più che mai, è diventata tema di discussione, anche alla luce dei cambiamenti in atto per la doppia transizione digitale ed ecologica - ha aggiunto - La parte datoriale sta evidentemente anche cercando di appropriarsi della gestione dei permessi annui retribuiti per gestire unilateralmente i cali produttivi, facendone uno strumento di flessibilità. Serve invece garantirne la fruibiltà – anche con permessi aggiuntivi - per conciliare i tempi di vita, di cura dei figli e genitori, con quelli di lavoro”.

Altre quattro ore di sciopero entro il 15 gennaio

"A proposito di precariato, non c’è nessuna disponibilità da parte datoriale a condividere regole per la stabilizzazione dei contratti precari attraverso il Contratto nazionale. Infine, non registriamo alcuna garanzia economica e occupazionale per i lavoratori in caso di cambio appalto. Ribadiamo – e lo facciamo anche incrociando le braccia – la necessità che la trattiva riparta dai contenuti della piattaforma approvata dai lavoratori. Entro il 15 gennaio a livello territoriale svolgeremo poi le altre quattro ore del pacchetto. Nel frattempo, dopo mercoledì, permane il blocco dello straordinario e delle flessibilità”, conclude il sindacalista.

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