La lenta ripresa dopo il lockdown

Mercato del lavoro, a maggio persi 810 posti di lavoro

A dirlo sono i dati pubblicati dall'Osservatorio del territorio e del lavoro della Provincia di Bergamo.

Mercato del lavoro, a maggio persi 810 posti di lavoro
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Mercato del lavoro, a maggio persi 810 posti di lavoro contro i 6mila di marzo e aprile. A dirlo sono i dati pubblicati dall'Osservatorio del territorio e del lavoro della Provincia di Bergamo, elaborati da Paolo Longoni, che ha analizzato le comunicazioni di assunzione e cessazione dei rapporti di lavoro aggiornati al mese di maggio.

Primo trimestre nero

Nel primo trimestre, compreso tra marzo e maggio, dell’emergenza Covid-19 si approfondisce la caduta delle posizioni di lavoro dipendente in provincia di Bergamo, dovuta allo stop delle nuove assunzioni e al mancato rinnovo dei contratti temporanei. Il mese di maggio, con la graduale riapertura delle attività soggette a lockdown, segna un’attenuazione, relativamente al mese precedente, del calo occupazionale che resta marcatamente negativo negli ultimi tre (-6.685 posizioni) e dodici mesi (-7.283).

Maggio, primo riassorbimento dell'effetto lockdown

Nel corso del mese di maggio si ha un primo graduale riassorbimento dell’effetto lockdown. Le nuove assunzioni a maggio 2020 sono state 7.162, ( -41,7% su maggio 2019 dopo il crollo del - 68,2% registrato ad aprile) e le cessazioni 7.972 in calo tendenziale del 26%. Ne risulta un saldo negativo mensile di -810 posizioni lavorative (contro il +1.527 di maggio 2019), in relativo miglioramento sul risultato pesantemente negativo del mese precedente (ad aprile 2020 era a quota -3.164).

Agricoltura e costruzioni in positivo

Il crollo delle assunzioni e il saldo negativo dei movimenti riguardano l’industria e il commercio e servizi, ma non l’agricoltura (+413 nel trimestre non lontano dal risultato del 2019) e, almeno nel mese di maggio, non le costruzioni che segnano un aumento tendenziale delle assunzioni (1.326 contro le 1.188 di maggio 2019) e un saldo positivo (+486) tra ingressi e uscite, non sufficiente a rovesciare il segno negativo (-420) dell’intero trimestre.

Industria e servizi in negativo

Sono ancora negativi i saldi nel trimestre marzo-maggio 2020 di industria (-2.184) e commercio e servizi (-4.494, di cui -1.706 in bar, ristoranti, alberghi, -850 nel commercio, -884 nei servizi alle imprese, -1.054 negli altri servizi) ma con il dato mensile di maggio in relativo miglioramento in entrambi i settori rispetto all’aprile 2020.

Il saldo degli ultimi dodici mesi riesce a mantenersi in territorio positivo nell’edilizia (+693), così come nell’agricoltura (+177), a differenza dell’industria (-3.476) e del commercio e servizi (-4.675).

Si conferma la netta flessione delle assunzioni qualificate nel commercio e servizi (-60,2% sul periodo marzo-maggio 2019), ma anche nelle professioni esecutive e impiegatizie e in quelle di elevata specializzazione. Le cessazioni diminuiscono relativamente meno nelle professioni non qualificate.

Donne e giovani pagano il conto più alto

La composizione di avviamenti e cessazioni per caratteristiche personali (genere, nazionalità, età) rispecchia il più alto rischio di precarietà o la specifica concentrazione in settori più esposti al  lockdown delle donne, dei giovani e degli stranieri. La componente femminile registra un calo più accentuato di quella maschile nelle nuove assunzioni (-49,7% contro -44,6%) e una minore riduzione delle cessazioni (-16,2% contro -22,3%). Lo stop delle nuove assunzioni, in specifico per i contratti di apprendistato e a tempo determinato, penalizza per definizione la componente giovanile: al di sotto dei 30 anni il calo tendenziale è del 54,2%, via via minore nelle classi di età più anziane.

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