Verdellino

Maier Cromoplastica, ore di ansia per 92 dipendenti: oggi l'assemblea dei soci

Dopo quasi due settimane di sciopero contro lo spettro della delocalizzazione.

Maier Cromoplastica, ore di ansia per 92 dipendenti: oggi l'assemblea dei soci
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È appeso a un filo il futuro di 92 lavoratori della Maier Cromoplastica di Verdellino. Dopo quasi due settimane di sciopero e di presidio quasi ininterrotto da parte degli operai, davanti allo stabilimento, è in corso oggi, mercoledì 4 luglio, l'assemblea dei soci della grande azienda di via Madrid specializzata in stampaggi plastici e cromature. Un incontro che deciderà probabilmente le sorti di tutti loro. Anche oggi i dipendenti sono in presidio davanti alla fabbrica, supportati da delegazioni  sindacali di diverse realtà metalmeccaniche della bergamasca, nonché dalle RSU delle maggiori aziende come Brembo, Dalmine e Same.

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Maier Verdellino, lo spettro della delocalizzazione

Sebbene formalmente non sia stata attivata alcuna procedura di esubero, lo spettro è quello della delocalizzazione, come sospettavano i dipendenti già da due settimane, e cioè da quando sabato delle scorsa settimana cinque stampi - il 23% della capacità produttiva totale - erano stati prelevati ad azienda chiusa e trasferiti in un altro stabilimento estero del gruppo. Da qui la decisione di proclamare uno sciopero e un presidio a oltranza, coordinato dalla Fiom Cgil di Bergamo. A rischio ci sono circa 92 posti di lavoro, in gran parte occupati da donne.

“Il caso Maier – spiega il segretario generale della Fiom CGIL di Bergamo, Andrea Agazzi – rende evidente come le leggi, anche recenti, di contrasto al fenomeno non siano efficaci. Anche a Verdellino i dipendenti hanno dedicato decenni della propria vita a far crescere un’azienda che è arrivata ad impiegare il doppio dei lavoratori oggi assunti. Ci sembra inaccettabile che la proprietà, intravista la possibilità di tagliare i costi e guadagnare di più, stia valutando di trasferire l’attività senza alcuna preoccupazione per l’impatto sociale sul territorio. Per noi l'obiettivo è che si mantengano a Zingonia produzione e posti di lavoro – chiude Agazzi – per questo rinnoviamo la richiesta di supporto da parte delle istituzioni e della politica tutta. Ringraziamo le delegazioni dei partiti, le associazioni e i semplici cittadini che hanno portato solidarietà a chi da due settimane sta rinunciando allo stipendio per portare avanti una lotta per il diritto al lavoro”.

Lunedì incontro in provincia, assente l'azienda

Nel frattempo, della vicenda si è occupato anche il mondo istituzionale, politico e sindacale della provincia. Lunedì si è tenuta una riunione nella sede della Provincia di Bergamo, convocata dal presidente Pasquale Gandolfi con il consigliere provinciale Roberto Amaddeo, la dirigente del Mercato del lavoro Elisabetta Donati, i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil oltre alle RSU e ad alcuni dipendenti dell’azienda, i parlamentari Elena Carnevali e Simona Pergreffi, il consigliere regionale Jacopo Scandella, il sindaco di Verdellino Silvano Zanoli. Grande assente, invece, l’azienda, che ha comunicato che si sarebbe espressa sulla vicenda solo dopo l'assemblea dei soci.

Nessuna anticipazione, al momento, su cosa abbia deciso l'azienda. Il sindacalista della Fiom Vittorio Tornaghi ha spiegato che il primo incontro con l'azienda dopo lo scoppio della vertenza si terrà domattina alle 8, e a questo seguirà un'assemblea con i dipendenti. Nel frattempo, i parlamentari bergamaschi del Pd Elena Carnevali, Antonio Misiani e Leyla Ciagà, con il consigliere regionale Jacopo Scandella, hanno presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e al Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

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