L’autorizzazione c’è, la "GTM" può procedere all’ampliamento
I pareri degli enti coinvolti nell'iter autorizzativo sono stati favorevoli
La "GTM" si amplia. L’azienda che si occupa del recupero di rifiuti a matrice organica e commercializza il prodotto che ha origine dall’attività - l’ammendante compostato con fanghi - realizzerà un secondo capannone e un nuovo impianto a biofiltrazione. Ma l’assessore all’Ambiente Giuseppe Galli rassicura: "Resteranno invariate le quantità e la tipologia del materiale trattato. Il tutto dovrebbe portare ad una diminuzione dell’impatto odorigeno".
La "GTM" si amplia
Inutile dirlo, tutto quello che riguarda la ditta di via Dei Campi 2 muove l’opinione pubblica, del resto il recupero dei rifiuti pone non poche problematiche ambientali, che gli enti competenti monitorano. Un percorso particolarmente complesso quello che si è concluso il maggio scorso, e ora l’azienda dovrà dare il via ai lavori entro un anno da quella data e terminare entro tre dal loro inizio, pena la decadenza dell’autorizzazione.
Pareri favorevoli degli enti
"La Provincia ha domandato al Comune di esprimere il proprio parere per quanto riguarda la deroga alle norme che regolano la distanza del richiesto ampliamento dagli ambiti residenziali circostanti (distanza minima di 500 metri ndr.) - ha commentato il sindaco Gianluigi Conti - Pur non avendone nessun obbligo, l’Amministrazione ha chiesto all’azienda di presentare uno studio sull’impatto odorigeno causato dall’ampliamento e, contemporaneamente, ad Ats Bergamo e ad Arpa il parere in merito allo studio medesimo. Va detto che l’autorizzazione all’ampliamento è condizionato dall’impegno dell’azienda a non aumentare la quantità e la qualità del materiale trattato e all’impianto di nuovi filtri che riducano le emissioni odorigene».
Pareri che sono stati favorevoli per cui, ha detto il sindaco, "il Comune non aveva alcuna motivazione valida per opporsi alla richiesta presentata dalla “GTM”".
Cosa fa l'azienda
In azienda vengono effettuate operazioni di messa in riserva di rifiuti non pericolosi per un quantitativo massimo di 1.600 m3 pari a 660t e il recupero di rifiuti non pericolosi per un massimo di 120mila t/anno, che sono così suddivise: fino ad un massimo di 56mila 500 t/anno di fanghi biologici provenienti da impianti di depurazione urbani ed industriali e digestati prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani e di rifiuti di origine animale o vegetale; il resto rifiuti vegetali e strutturanti. I transiti medi giornalieri di mezzi in entrata e uscita dall’installazione sono 86.
La struttura
La ditta conta su un capannone in zona nord, con tettoia, all’interno del quale sono effettuati lo stoccaggio in ingresso dei materiali considerati ad elevata fermentescibilità, la maturazione primaria, la vagliatura del materiale proveniente dalla fase di maturazione primaria delle ramaglie e delle frazioni ligneocellulosiche, la miscelazione del materiale della maturazione primaria con i fanghi e gli altri rifiuti a matrice vegetale. Il capannone è dotato di un sistema di aspirazione che garantisce due ricambi/ora. L’aria aspirata è convogliata ad uno scrubber - apparecchiatura che consente di abbattere la concentrazione di polveri e microinquinanti acidi - e successivamente ad un biofiltro.
Sorgerà poi il secondo capannone in zona sud con tettoia, destinato alla fase di completamento della maturazione secondaria e allo stoccaggio del prodotto finito, l’ammendante compostato con fanghi. Presenti anche due locali destinati ad ospitare l’impianto di miscelazione e distribuzione acqua/prodotto deodorizzante in forma nebulizzata, una palazzina con gli uffici, un locale adibito ad officina per manutenzioni dei mezzi aziendali e piccoli lavori di carpenteria, più le aree esterne sulle quali sono effettuate le operazioni di messa in riserva di sfalci d’erba, ramaglie, vegetali, e via discorrendo, l’ossidazione forzata, la maturazione secondaria. Inoltre, esternamente sono ubicati gli impianti di aspirazione e trattamento delle emissioni.
Le prescrizioni
Le prescrizioni che l’azienda dovrà seguire sono divise in quattro categorie, ne citiamo alcune.
1 - Aria: c’è un limite fissato per le emissioni in atmosfera, mentre per le molestie olfattive il gestore dovrà porre in atto tutte le misure per la loro minimizzazione. Per il contenimento delle emissioni diffuse, generate dalla movimentazione, dal trattamento, dallo stoccaggio delle materie prime e dei rifiuti polverosi, devono essere praticate operazioni programmate di umidificazione e pulizia dei piazzali. Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento.
2 - Acqua: gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura. Periodicamente dovrà essere verificato che non si formino accumuli di sedimenti o fanghiglie nelle tubazioni disperdenti, o intasamento del pietrisco e del terreno circostante. È vietato lo smaltimento, mediante la vasca Imhoff e le tubazioni disperdenti, di reflui diversi da quelli domestici.
3 - Rumore: il gestore è tenuto a rispettare i valori limite di emissione sonora ed i valori limite assoluti di immissione in relazione alle classi acustiche definite dall’attuale zonizzazione comunale.
4 - Suolo: per il suolo devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni sia interne che esterne. Tutti i serbatoi, le cisterne e i fusti contenenti sostanze liquide devono essere collocati in bacini di contenimento, realizzati con materiale inattaccabile dalle sostanze stoccate ed aventi superfici interne impermeabili alle stesse e superfici esterne impermeabili all’acqua. I rifiuti in entrata e in uscita dall’installazione e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati, devono essere coincidenti con quanto riportato nel Piano di monitoraggio e controllo.
I rifiuti
I contenitori dei rifiuti devono essere opportunamente contrassegnati con etichette o targhe riportanti la sigla di identificazione. La movimentazione all’interno dell’impianto deve avvenire con opportuni accorgimenti per evitare la dispersione di rifiuti e materiali vari, il rilascio di fluidi pericolosi e non pericolosi, la formazione di odori e la dispersione di aerosol e di polveri o altre emissioni diffuse.
Un iter complesso
L’Iter che ha seguito l’azienda è stato molto lungo.
La prima Conferenza dei servizi chiamata ad esprimersi sulla richiesta di Autorizzazione integrata ambientale (Aia) - il provvedimento che consente l’esercizio di un impianto a determinate condizioni che garantiscono la conformità ai requisiti di Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (Ippc) relativa alle emissioni industriali, e alle prestazioni ambientali associate alle Migliori tecniche disponibili - depositata per l’attività esistente, si è tenuta il 12 maggio 2015. La Regione in quella seduta ha preso "atto delle verifiche effettuate dagli enti coinvolti, che non avevano rilevato "criticità e necessità di ulteriori mitigazioni né in relazione alla presenza di un canale ricompreso dal Comune nel Reticolo Idrico Minore, né alla vicinanza all’ambito 2 residenziale".
Per quanto concerne le segnalazioni di molestie olfattive, sulla scorta di quanto evidenziato da Provincia, Arpa e Comune di Ghisalba, ha ritenuto che le procedure necessarie fossero in corso. La Conferenza quindi ha emanato il decreto autorizzativo. L’Aia tuttavia è soggetta a riesame periodico, con valenza di rinnovo, che deve essere effettuato entro quattro anni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle Mdt riferite all’attività principale di un impianto. Inoltre, trascorsi 12 anni dal rilascio, l’azienda è tenuta a presentare domanda di riesame entro il termine indicato, altrimenti si intende scaduta.
Nel tempo si è susseguita più di una determinazione dirigenziale dell’ente competente, la Provincia, in modifica del decreto regionale, fino alla convocazione della seconda Conferenza dei servizi del 20 luglio 2022, con la ditta tenuta a rispettare il nuovo Piano di monitoraggio e le prescrizioni stabilite nella Conferenza, e a trasmettere agli enti il protocollo di accettazione e di gestione dei rifiuti aggiornato. La Provincia avrebbe poi convocato una nuova seduta della Conferenza dei servizi per la conclusione del riesame. Nel procedimento è stata coinvolta anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, dal momento che le aree in ampliamento dell’installazione sono interessate da una centuriazione romana e si trovano nelle vicinanze di una tomba.
Il riesame si è concluso con la terza Conferenza dei servizi del 9 maggio 2024 dove, con istanza del 6 ottobre 2023, la "GTM" ha chiesto il rilascio del titolo edilizio per la realizzazione delle opere finalizzate ad apportare miglioramenti all’attività, vale a dire potenziare i sistemi di abbattimento di polveri/odori; rendere l’attività maggiormente sostenibile a livello ambientale e più efficiente a livello gestionale; gestire il ciclo produttivo in modo maggiormente organizzato, controllato, elastico ed efficiente; ottenere un compost da commercializzare uniforme ed omogeneo in tutti i periodi dell’anno. Il parere espresso è stato favorevole.