Economia

La manifattura a Bergamo spinge ancora: la produzione cresce, ma c'è pessimismo

L'analisi della Camera di Commercio di Bergamo. Mazzoleni: "La produzione industriale prosegue la crescita registrata da due anni a questa parte".

La manifattura a Bergamo spinge ancora: la produzione cresce, ma c'è pessimismo
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Prosegue, anche nel secondo trimestre del 2022, la fase di crescita della produzione che ha interessato il settore manifatturiero bergamasco negli ultimi due anni. La variazione tendenziale risulta pari al +6,4% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +6,8% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. Si tratta di incrementi significativi, anche se in progressiva riduzione nel corso dell’ultimo anno.

La crescita continua ma c'è pessimismo

Le variazioni congiunturali non registrano però segnali di rallentamento: la crescita rispetto al primo trimestre è pari al +1,7% per l’industria, una velocità in linea con quella evidenziata nei nove mesi precedenti, e al +1,3% per l’artigianato, in ripresa dopo la battuta d’arresto registrata a inizio anno. I livelli produttivi si confermano sui valori massimi degli ultimi anni, ma il clima di fiducia degli imprenditori è in peggioramento, con attese che svoltano in negativo per la maggior parte delle variabili.

“I risultati del secondo trimestre confermano la tenuta della manifattura bergamasca - commenta il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni -La produzione industriale infatti prosegue la crescita registrata da due anni a questa parte, raggiungendo nuovi massimi nella serie storica. A destare preoccupazione sono però le dinamiche: il rincaro delle materie prime, la carenza della componentistica e i prezzi del gas e dell’energia, ai quali ora si aggiunge la preoccupazione per una fase di instabilità innescata dalla crisi di governo. Le aspettative delle imprese per il prossimo trimestre sono in deciso calo. Sull’artigianato pesano le stesse ombre anche se la crescita della produzione rispetto al primo trimestre offre segnali positivi”.

La ripresa dopo il Covid

L’industria bergamasca nel secondo trimestre del 2022 mostra un incremento congiunturale pari al +1,7%, dopo il +1,4% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Al di là delle oscillazioni trimestrali, la fase di crescita della produzione provinciale continua ormai da due anni: la velocità è stata maggiore nella seconda parte del 2020 e nella prima metà del 2021, quando sono state recuperate le perdite dovute alla pandemia, per poi rallentare nell’ultimo anno, anche se il ritmo di crescita si è sempre mantenuto superiore all’1%. Il risultato provinciale nel trimestre è allineato alla media lombarda, dove si sono registrate variazioni simili sia nel confronto tendenziale (+7,4%) sia in quello congiunturale (+1,6%).

Traina la meccanica

L’industria bergamasca continua ad essere trainata dalla meccanica, che ne rappresenta il settore più rilevante dal punto di vista dimensionale, oltre ad essere caratterizzato da un tasso di utilizzo degli impianti superiore all’80% (a fronte di una media del 78%). Altri settori caratterizzati da un elevato utilizzo della capacità produttiva sono gomma-plastica, carta-stampa e mezzi di trasporto.

Rincari oltre il 10%

L’analisi degli altri indicatori evidenzia come il fatturato continui a crescere più velocemente della produzione (+3,7%), sotto la spinta dei prezzi dei prodotti finiti che registrano un altro incremento significativo (+6,6%). I rincari delle materie prime si confermano però più rilevanti, mettendo a segno per il quarto trimestre consecutivo un aumento a doppia cifra (+10,2%). Nonostante la situazione sul fronte dei
prezzi rimanga critica, gli incrementi si sono raffreddati rispetto al picco evidenziato nei primi tre mesi dell’anno.

Le valutazioni sui magazzini vedono prevalere ancora le indicazioni di scarsità su quelle di eccedenza, con saldi negativi sia per le materie prime (-0,4) che per i prodotti finiti (-3). Il confronto con i valori dei trimestri precedenti evidenzia però come la situazione delle giacenze si sia riequilibrata: è quindi probabile che l’incremento produttivo del trimestre sia stato parzialmente guidato dalla necessità di ricostituire le scorte.

Gli ordinativi confermano una variazione positiva (+1,4%), sebbene a ritmi che negli ultimi due trimestri hanno evidenziato un notevole rallentamento. Va però sottolineato come le giornate di produzione assicurata dal portafoglio ordini siano ancora su livelli storicamente molto elevati, accumulatesi negli ultimi trimestri anche per via delle difficoltà nel reperire i materiali necessari per fronteggiare l’incremento della domanda.

Occupazione in crescita dello 0,5%

L’occupazione prosegue la tendenza positiva: il numero di addetti tra inizio e fine trimestre risulta in crescita del +0,5%, mentre la Cassa integrazione si conferma su valori in linea con i livelli pre-Covid, sebbene per la prima volta negli ultimi due anni si registri un lieve incremento: la percentuale di imprese che dichiara di averne fatto ricorso passa infatti dal 3% al 4,2%.

Si attende il ribasso nel terzo trimestre

Il quadro che emerge dall’analisi dagli indicatori delinea quindi una situazione ancora solida per l’industria bergamasca, ma nonostante questo la fiducia degli imprenditori registra un evidente deterioramento: le aspettative per il prossimo trimestre vedono infatti una prevalenza di previsioni al ribasso per produzione (saldo pari a -9), domanda interna (-19) ed estera (-11). Solo in merito all’occupazione il saldo tra aspettative di crescita e diminuzione rimane in territorio positivo (+9).

 

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