Imprese attive in calo dell'1%, così male solo nel 2013
L'analisi della Camera di Commercio di Bergamo per il primo trimestre del 2020.
Il secondo trimestre 2020 si chiude con 94.001 imprese registrate in provincia di Bergamo. Lo stock delle imprese attive (83.855) è in calo tendenziale (-852 posizioni pari al -1,0% su base annua) dalla metà del 2012.
Imprese attive in calo
Nel periodo considerato si sono avute 714 nuove iscrizioni (-51,6% su base annua) e 677 cessazioni (-28.6%), con un saldo positivo di +37 unità (+528 nel corrispondente periodo del 2019). Le imprese attive aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+0,5%). Diminuiscono le società di persona (-3,1%), le imprese individuali (-1,1%) e le altre forme giuridiche (-2,4%), in prevalenza cooperative.
Tra i settori produttivi, la contrazione delle imprese attive rispetto a un anno fa riguarda prevalentemente il commercio all’ingrosso e al dettaglio (-469 pari al -2,4%), le attività manifatturiere (-272 pari al -2,5%, di cui 164 artigiane), costruzioni (-113 pari al -0.6%), attività di
servizi alloggio e di ristorazione (-83 pari a -1.4%), trasporto e magazzinaggio (-32 pari a -1,5%). Si registrano aumenti prevalentemente tra i servizi di supporto alle imprese (+85 pari a +2,9%), le attività professionali (+60, pari al +1,6%) e le attività immobiliari (+17 pari a +0,3%), i servizi alle persone (+22, pari a +3,5%), istruzione (+12 pari al +2,8%), i servizi di intrattenimento (+4 pari a +0,4%).
Cala anche il settore artigiano
Il settore artigiano, con 30.148 imprese a fine giugno 2020, registra una riduzione del -0,9% delle unità registrate su base annua. Lo stock delle posizioni attive registra una riduzione di -265 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le iscrizioni (284) diminuiscono del -50,0% su base annua e diminuiscono anche le cessazioni (268) del -35,0%. Per questo trimestre si registra comunque un saldo positivo tra iscritte e cessate: +16 unità, contro quello del secondo trimestre dell’anno precedente, +156 unità.
Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive evidenzia su base annua una flessione (-3,5%) delle imprese giovanili, un leggero aumento delle imprese straniere (+1,1%). In leggera diminuzione le imprese femminili (-0,9%).
Diminuite le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 172 nel secondo trimestre del 2020, in confronto alle 336 del corrispondente trimestre del 2019. L’importazione periodica nel Registro imprese dei dati occupazionali comunicati a INPS in base
alla localizzazione dell’impresa consente di stimare, con la cautela necessaria di fronte a dati di origine amministrativa 1 , gli addetti, cioè le posizioni lavorative presenti nel territorio, al netto del settore pubblico e delle attività dei liberi professionisti.
Chiudono imprese individuali e Srl
Le 107 mila unità locali delle imprese attive, diminuite rispetto a un anno fa, impiegano 395.842 addetti. Rispetto allo stesso periodo del 2019 si registrerebbe pertanto una riduzione di 12.321 addetti, con una variazione del -3,0%. Incrementi si riscontrano nei servizi di supporto alle imprese (+1.578), in agricoltura (+482), nei servizi di alloggio e ristorazione (+292).
Rilevanti perdite di addetti su base annua si rileva nei comparti manifatturiero (-7.352), riparazione di autoveicoli e moto (-2.723), nel trasporto e magazzinaggio (-1.701), nelle costruzioni (-541), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nelle attività professionali (-527), nei servizi di informazione e comunicazione (-313), nei servizi alla persona (-229).
“Nel secondo trimestre dell’anno anche l’anagrafe camerale registra i primi effetti della pandemia. La diminuzione di consistenza tra le imprese attive si nota particolarmente tra le attività manifatturiere e quelle commerciali, e al loro interno il calo è attribuibile soprattutto alla chiusura di imprese individuali e di srl - commenta il presidente Mazzoleni - Nel periodo resta positivo il saldo tra aperture e chiusure".