Il reduce Casimiro Brembati racconta l'esperienza della guerra ai ragazzi
Il pontirolese è stato invitato dagli alpini di Fara a un incontro con gli alunni di terza media.
Il reduce pontirolese Casimiro Brembati ha concluso due ore fa il suo incontro con i ragazzi faresi di terza media. Un momento organizzato dagli alpini locali in collaborazione con l'Istituto comprensivo.
Casimiro Brembati reduce di Russia
E' stata la prima volta che il reduce ha raccontato la sua esperienza in una scuola. A cogliere la portata di un suo incontro nella formazione degli alunni di terza media sono stati gli alpini di Fara. Imprenditore agricolo, classe 1921, partì per la campagna di Russia poco più che ventenne e orfano di madre dal 1940, quando già due fratelli erano sotto le armi, uno in marina e uno in Grecia. A lui, arruolato in fanteria, toccò fare i conti con il terribile "generale inverno" lungo le rive del fiume Don, in Ucraina e in Bielorussia.
Le Penne Nere nelle scuole
Il coordinatore dell'Associazione nazionale alpini per la zona 26 Adda, Franco Cavicchini, ha tenuto una lezione sui due conflitti mondiali. Attraverso delle slide ha mostrato agli alunni foto d'epoca, illustrato gli scenari, raccontato storie di vita vera, vissuta in trincea da giovani mandati al Fronte. E dopo aver parlato della Prima Guerra Mondiale, è arrivato il turno della seconda. Qui è intervenuto il reduce, invitato come ospite d'onore, accolto con il saluto militare.
Vita vissuta, emozione vera
Il 96enne ha salutato i ragazzi, i docenti e gli alpini, poi ha aperto lo scrigno dei ricordi. I ragazzi, abituati a leggere di guerra solo sui libri, hanno così potuto ascoltare dalla viva voce di chi li ha vissuti aneddoti, sofferenze ed esperienze che sono rimaste indelebili. Come fosse ieri, Brembati ha narrato la partenza, i combattimenti, l'incontro con l'allora popolo sovietico, la ritirata.
"Ricordo quando, entrato in una isba, la famiglia pur poverissima mi diede da magiare quel che aveva - ha spiegato con la voce rotta dall'emozione - Si offersero di farmi dormire sul loro letto, un asse di legno, ma io chiesi solo della paglia per sistemarmi per terra. Durante la notte la madre venne a rimboccarmi la coperta, mentre riposavo e stringevo tra le braccia il mio moschetto col colpo in canna... Prima che ripartissi mi chiese se c'erano stati combattimenti, e mi disse che sperava che qualcuno aiutasse i suoi figli come lei aveva aiutato me..."
L'applauso dei ragazzi e il dono degli alpini
Al termine dell'intervento, Brembati si è congedato tra l'applauso dei ragazzi, coinvolti e attenti per tutto il tempo. Per loro anche qualche foto in bianco e nero, per vedere il reduce quando giovanotto partì per il Fronte. Cavicchini lo ha salutato di nuovo sull'attenti, mentre il capogruppo farese Fausto Bana gli ha donato il Tricolore. "Quello per cui ha combattuto", ha detto.
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