Eurogravure, la proprietà affida all'esterno la stampa dei periodici
L'azienda ha scritto ai lavoratori in sciopero spiegando che il provvedimento si è reso necessario "per non perdere i clienti".
Eurogravure, prosegue il braccio di ferro tra la proprietà e i lavoratori della tipografia di via Costa (Pip1). Dopo lo sciopero di ieri e la visita del sindaco ai lavoratori del sindaco Juri Imeri, che ha promesso di interessare la Regione della questione, l'azienda ha deciso di affidare ad altre ditte del Gruppo Pozzoni la stampa dei periodici.
Eurogravure
In un comunicato, Eurogravure ha sottolineato di non aver condiviso "l'articolazione dello sciopero perché rende di fatto inutile se non materialmente impossibile la prestazione lavorativa residua, che per quanto attiene ai periodici verrebbe certamente rifiutata dal cliente, stante l'assoluta impossibilità di programmare uscite in edicola. La prestazione lavorativa residua resa è concretamente inutilizzabile, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo".
Produzione esternalizzata
Secondo la direzione di Eurogravure, le modalità seguite dai lavoratori (cambiamento improvviso e non precisato degli orari di astensione, indizione improvvisa di assemblee di sciopero, blocco dei cancelli e delle merci) "non sono compatibili con la realizzazione del prodotto - è scritto nel comunicato ai dipendenti - La nostra azienda, a tutela dei propri clienti e quindi degli stessi lavoratori, non potrà che affidare all'esterno tali produzioni prima che le stesse ci vengano comunque tolte, magari a titolo definitivo".
"Attività di impresa pregiudicata"
"E' evidente - si conclude la lettera dei vertici di Eurogravure - che un tale atteggiamento va oltre la facoltà riconosciuta di astenersi dal lavoro, ma ha attuato finora un comportamento diretto scientamente a pregiudicare in modo grave il normale svolgimento dell'attività d'impresa, traducendosi in un danno maggiore e ingiustificato per la nostra azienda. La direzione si riserva il diritto di rifiutare la prestazione lavorativa residua e di non corrispondere la relativa retribuzione".
È una vergogna! dopo vent'anni di stipendi pressoché invariati e nonostante il costante aumento del "costo della vita", questa proprietà vuole tagliare gli stipendi (oltre a farli lavorare di più) di operai turnisti che già hanno pagato negli anni con grandi sacrifici sia in termini di aggravio dei carichi di lavoro che im termini salariali ed ora si vedono "sbattuta in faccia" la scelta aziendale di farli vivere con le loro famiglie in un futuro di povertà... alla faccia del lavoro e del salario dignitosi previsti dall'art. 36 della Costituzione Italiana.
Bene, quindi non c'e più neanche il diritto allo sciopero... Ci vogliono schiavi pagati a ciotole di riso e calci nel sedere.