Lavoro

Colf e badanti, firmato il nuovo contratto nazionale

A Bergamo circa 10mila addetti regolari coinvolti (ma oltre il 50% del personale potrebbe essere sommerso).

Colf e badanti, firmato il nuovo contratto nazionale
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Dopo quattro anni di attesa, è stato firmato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei lavoratori del settore domestico, cioè di colf e badanti: l'intesa, sottoscritta da FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS, Federcolf e le associazioni datoriali Fidaldo e Domina, sarà in vigore da ottobre e riguarderà circa 860 mila addetti regolari del comparto in tutt’Italia, circa 10mila in provincia di Bergamo.

Colf e badanti, firmato il nuovo contratto nazionale

“In una fase complessa per i rinnovi contrattuali del nostro settore ma in generale di diversi altri comparti, auspichiamo che questa firma sia la prima di molte. Milioni di lavoratori stanno aspettando - hanno commentato oggi pomeriggio Mario Colleoni, segretario generale della FILCAMS-CGIL di Bergamo, e Cristina Guerinoni che per la categoria provinciale segue il settore - È davvero positivo essere riusciti a rinnovare un contratto che riguarda lavoratori spesso invisibili ma con ruoli chiave nella gestione di tante famiglie, in una società che invecchia sempre di più”.

Novità del contratto

Il nuovo contratto prevede un’indennità specifica per chi assiste bambini fino ai 6 anni di età e a chi si prende cura di più di una persona non autosufficiente. Per chi, poi, è in possesso della certificazione professionale (definita “di qualità”), verrà riconosciuta un’ulteriore indennità di 10 euro mensili. Per tutti i lavoratori è previsto un aumento (al livello medio) di 12 euro mensili.

Spinta verso l'emersione

“Per noi è fondamentale avere qualificato aspetti che riguardano l’organizzazione del lavoro domestico, così come avere previsto una valorizzazione delle professionalità delle lavoratrici - proseguono i due sindacalisti - In questo settore resta alta l’esigenza di lavorare affinché le politiche di regolarizzazione siano sempre più diffuse vista l’alta percentuale di irregolarità, che stimiamo possa aggirarsi oltre il 50% dell’intero comparto. Significa che più di una lavoratrice su due verosimilmente non ha contratto regolare o proprio non ce l’ha. Questo rinnovo prova a definire nuove figure professionali, nel tentativo di spingere verso l’emersione perché la priorità deve essere quella di valorizzare il lavoro regolare”.

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