Cinque aziende e più di mezzo millennio di storia: l'eccellenza della Geradadda premiata dal Rotary
Storie di aziende locali, localissime, che hanno gettato le basi di un’economia "glocal" ante-litteram e che ancora oggi sono vive e vegete.
C’è il commerciante di vino di Caravaggio, che ancora prima dell’Unità d’Italia commerciava a livello internazionale (con la Puglia). C’è la banca popolare nata da un prete spregiudicato e coraggioso, che voleva stroncare l’usura che strangolava i contadini della Bassa. Il distillatore di liquori che commerciava con la «Martini» e si è riconvertito all’erboristeria, e il commerciante di stoffe che 120 anni fa tracciava le prime vie della moda, tra Parigi e Milano. E infine il commerciante di articoli e macchine agricole, che ha visto morire la campagna sterminata e poverissima dipinta dall’«Albero degli zoccoli», e l’ha aiutata a rinascere, trasformandosi nella zootecnia robotizzata del terzo millennio.
Il premio "Valore per il territorio" del Rotary di Treviglio
Storie di aziende locali, localissime, che da Treviglio e dalla Geradadda hanno gettato le basi di un’economia «glocale» ante-litteram e che ancora oggi sono vive e vegete. Mercoledì sera, durante una conviviale, il Rotary club guidato da Giuseppe Leoni ha deciso di premiarle, istituendo il «Premio valore per il territorio». A ricevere il riconoscimento sono state, per questa prima edizione, cinque imprese. Il criterio adottato dalla commissione aggiudicatrice coordinata dal segretario Beppe Facchetti è stato quello della longevità: sono tutte e cinque aziende ultracentenarie.
«Cinque storie di eccellenze tutte votate, a loro modo, all’internazionalizzazione - ha chiosato il presidente del Rotary club Leoni - Il lavoro è sempre dignitoso, da quello considerato “più alto” a quello più manuale, ma è per questo che abbiamo deciso di premiare, come Rotary, le esperienze e le storie aziendali più longeve del nostro territorio, che raccontano di vite fatte di sacrifici e impegni, di lavoro quotidiano».
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Le aziende premiate dal Rotary di Treviglio
C’è Roberto Carsana, dell’omonimo negozio di abbigliamento in via Galliari, a Treviglio. Fondato nel 1902, nacque da un commercio di tessuti tra l’Italia, l’Irlanda e la Scozia, e divenne poi una delle più rinomate boutique del centro trevigliese. «Destino e fortuna», le chiavi di una storia così lunga, secondo Carsana. Ma anche tanto lavoro: «Ho cominciato a vent’anni, ma fin da bambino frequentavo l’ambiente del commercio di tessuti - ricorda - Il segreto? Fondamentale il contatto umano, con clienti, fornitori e collaboratori. E’ questo rapporto, che va oltre a quello economico, che mi fa essere ottimista per il futuro».
Premiata anche la Bcc di Treviglio. A ritirare la targa Giovanni Grazioli, nono presidente della Cassa rurale fondata nel 1893 da monsignor Ambrogio Portaluppi. «La Cassa nacque per debellare l’usura, dall’iniziativa di un sacerdote e di dodici contadini - ricorda il presidente - Rileggo spesso le pagine del nostro storico presidente Alfredo Ferri, sulla storia della banca in quegli anni. E vi ritrovo quello che mi piace anche delle altre aziende e degli altri imprenditori che vedo in questa sala: il valore del lavorare eticamente».
La terza azienda premiata è di Caravaggio: Alessandro e Martino Tironi rappresentano la quinta generazione dell’azienda di famiglia, che si occupa di ristorazione («da Bassano» a Caravaggio, la «Bassanina» a Fornovo). Le prime notizie certe dell’azienda risalgono al 1860. «Abbiamo documenti relativi a commerci con la Puglia, che all’epoca era di fatto all’estero - raccontano i ristoratori - In collaborazione con altri “concorrenti” della zona. Lo spirito imprenditoriale, all’epoca era anche questo».
A Treviglio, la «Nunzio Milesi» commercia in prodotti e attrezzature agricole almeno dal 1907. «Da 115 anni siamo in giro per la Bassa, e come azienda abbiamo visto arrivare un mondo nuovo - raccontano Filippo e Nicolò, quarta generazione aziendale in famiglia - Dall’Albero degli zoccoli, alla zootecnia robotizzata».
Infine, la distilleria «Sangalli». Che negli Ottanta, ha raccontato Massimo Sangalli, si reinventò nel settore dell’erboristeria. «E in Italia all’epoca di negozi del genere ce n’erano 18 - ricorda - Mio padre si inventò un’attività quando ancora non esisteva un mercato».