Auchan-Conad, proclamato lo sciopero per il 30 ottobre
Questa mattina si è tenuto un confronto con i rappresentanti del Gruppo Conad a livello regionale nella sede di Confesercenti a Milano.
Dopo la rottura delle trattative, due settimane fa, al termine di un incontro a Roma, si è tenuto questa mattina un confronto con i rappresentanti del Gruppo Conad a livello regionale nella sede di Confesercenti a Milano. Anche in questa sede, tuttavia, non si è verificato alcun passo concreto in avanti.
Auchan-Conad nessun passo avanti
Ora, nell’ambito della delicata cessione a Conad del Gruppo Auchan Retail Italia, è arrivato il momento della mobilitazione: per il 30 ottobre FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL hanno proclamato uno sciopero nazionale per l’intero turno di lavoro in tutti i negozi di Auchan e Sma, nonché in tutti i punti vendita già oggetto di passaggio di ramo d’azienda verso Conad.
“Non abbiamo ancora risposte certe su quella che è la questione principale, cioè la tenuta occupazionale - hanno detto poco fa Giuseppe Errico, Nicholas Pezzè e Mario Colleoni per la FILCAMS-CGIL di Bergamo - Conad non si è presa nessun impegno formale nei confronti degli oltre 18mila lavoratori coinvolti in tutt’Italia, di cui circa 500 nella provincia di Bergamo, fra il supermercato di Curno e i punti vendita SMA di Bolgare e Romano di Lombardia. Per loro, la cessione dovrebbe concretizzarsi entro il primo trimestre del 2020”.
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"Sciopero inevitabile"
Il 30 settembre scorso era stata presentata alla controparte una bozza di testo che ricomprendeva i temi cari al sindacato: tutela occupazionale, articolo 18 e sua applicazione anche nella frammentarietà dei punti vendita, organizzazione del lavoro e agibilità sindacale.
“Al momento, invece, non conosciamo le prospettive di tutti i punti vendita né le future condizioni contrattuali di lavoro - proseguono i tre sindacalisti CGIL - Quello che ci è stato annunciato da Conad è, invece, l’intenzione di cedere una parte della rete vendita a terzi senza capire a chi e a quali condizioni. È stata poi disdettata la contrattazione integrativa vigente. Ecco perché non resta altro da fare se non scioperare”.