Dalmine

Una stele per i poliziotti uccisi a Dalmine

Teatro della sparatoria, il casello di Dalmine, vicino al quale si trova la stele

Una stele per i poliziotti uccisi a Dalmine
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Scoperta la stele che racconta la morte dei poliziotti uccisi al casello di Dalmine nel lontano 1977: il maresciallo Luigi D’Andrea e l'appuntato Renato Barborin.

Una stele per i poliziotti uccisi

Stamattina, sabato 6 febbraio 2021, è stato scoperto il monumento dedicato a Luigi D'Andrea e Renato Barborini, già medaglie d'oro al valor civile. La stele si trova proprio in corrispondenza del casello dell'A4 dove i due poliziotti della stradale persero la vita.

Fatti storici

Il 6 febbraio 1977, all'altezza dello svincolo del casello autostradale di Dalmine,  i componenti della pattuglia autostradale in servizio alla Sottosezione di Seriate vengono colpiti a morte in un conflitto a fuoco ingaggiato dagli occupanti di un veicolo fermato per un controllo. Oltre al brigadiere Luigi D’Andrea e al brigadiere Renato Barborini, viene colpito a morte anche uno degli aggressori.

Luigi Oldani

L'autore Luigi Oldani è nato a Bergamo nel 1963 e fin da bambino si è appassionato all’arte. Inizialmente si dedica alla pittura, frequentando lascuola di Dalmine sotto la guida dei maestri Carlo Monzio Compagnoni e Antonio Paris. Poco più che ventenne, inizia a esporre in mostre collettive e nel 1989 fa la sua prima personale. Contemporaneamente si dedica all’incisione, raccogliendo l’eredità del padre Angelo Oldani, che lo porterà a perfezionarsi nella modellazione e nella scultura. Attualmente collabora con la Città del Vaticano realizzando i modelli delle monete celebrative dello Stato Pontificio.

"Quando venni contattato dal questore di Bergamo Maurizio Auriemma per la realizzazione di un’opera a perenne ricordo, che si accompagnasse al monumento esistente, devodire con sincerità che ho avuto un attimo di smarrimento, soprattutto dopo il primo sopralluogo - ha commentato l'artista - Dal casello autostradale ci passo spesso, ma non avevo mai avuto l’occasione di fermarmi lì, nel luogo del ricordo a futura memoria. Ma poi il pensiero si è fatto più nitido nella mia mente, ha assunto la forma di quei racconti che si sentono sempre ripetere, dei ricordi che si tramandano e che fanno riflettere. Così ho ideato una scultura che rimandasse a una pala d’altare, a un’edicola votiva, una santella. Ho voluto utilizzare due elementi: il bronzo fuso con il fuoco e il ferro corten, posizionati davanti al cipresso che funge da quinta scenografica, con l’effige del viso dei due poliziotti, affinché non rimangano impressi solo dei nomi, ma soprattuttoil loro sguardo fiero da eroi. Nella parte superiore dell’opera ho lasciato volutamenteun’apertura che si propaga sui fianchi, a simboleggiare unaferita. La stessa ferita che rimane aperta ancora oggi e che maisi rimarginerà, anche se l’acqua dal cielo vi entrerà cercando dilenire il dolore"

Altre dediche

Ai due sono già state fatte altre importanti intitolazioni, come quella del parco di via Tre Venezie a Guzzanica. Al brigadiere sono state dedicate anche due caserme della Polizia Stradale e il Centro sportivo comunale "Luigi D’Andrea" nel Comune di Cavernago e concessa la cittadinanza onoraria del Comune di Cavernago.

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