Una storia secolare quella dell’antica “Spezieria della comunità” di Martinengo, che continua ancora oggi la sua attività come farmacia privata nei medesimi locali sotto i portici del centro, raccontata in un volume dal titolo “La spezieria del Colleoni – Sette secoli di storia”.
Presentato il volume sulla “Spezieria del Colleoni”
Un traguardo che pochissimi esercizi possono vantare, al punto che è stata invitata dall’associazione “Aromas Itinerarium Salutis”, un’organizzazione europea che coordina l’”Itinerario Europeo delle Farmacie Storiche e dei Giardini Medicinali”, riconosciuto dal Consiglio d’Europa, a candidarsi per entrare a farne parte. Ne è rimasto sorpreso anche il dottor Giorgio Locatelli, attuale titolare con la moglie Valeria e la figlia Giulia, che ha commissionato la ricerca raccolta nel volume allo storico Gabriele Medolago, presentato nella sala consiliare del Filandone sabato 29 novembre davanti a un folto pubblico. Attraverso diverse slides che hanno mostrato documenti antichi e foto d’epoca, la lettura di tre brani e il racconto di alcuni aneddoti dei giorni nostri, tutti hanno partecipato a un affascinante percorso a ritroso nel tempo che testimonia l’importanza dell’esercizio sin dai tempi della Serenissima, quando il borgo era dominato dal condottiero Bartolomeo Colleoni. Un viaggio alla scoperta dell’evoluzione dei medicamenti, dell’utilizzo di alcune sostanze e delle sanguisughe, portate in Aula in una boccia e osservate con curiosità dai presenti, così come i preziosi cimeli in mostra.


“Grazie per essere qui così numerosi – ha esordito il dottor Locatelli – per me è un’occasione speciale e sono emozionato, è un po’ il coronamento di una vita in farmacia, che dirigo con mia moglie Valeria e ora con mia figlia Giulia da 37 anni. Vorrei fissare con voi quella che è una memoria collettiva. Erano anni che volevo approfondire e dare rilievo alla storia della nostra farmacia spezieria e quindi del borgo, ma anche della mia professione. Per farlo ho incaricato lo storico Medolago, la cui ricerca ha dato risultati straordinari: è emerso infatti che la spezieria è una delle attività che in bergamasca e non solo può vantare una storia così antica negli stessi locali, esisteva infatti già nel 1461 quando Colleoni era signore di Martinengo e lui si riforniva qui. Ecco perché l’abbiamo chiamata ‘Spezieria del Colleoni’. Si trova nella medesima sede almeno dal 1541, era l’unica della zona tra Bassa bergamasca, Cremasco, Cremonese e Bresciano”.
A condurre la serata il vicepresidente della Pro loco Diego Moratti, in sala, gremita, tra gli altri anche il sindaco Pasquale Busetti, alcuni consiglieri comunali e il presidente della Pro loco Luca Plebani.

La Spezieria attraverso i secoli
A Medolago il compito di raccontare il percorso seguito nella ricerca tra archivi e biblioteche, a partire da Martinengo, dal Comune alla spezieria, fino a Bergamo, Milano e Venezia. Fondamentali anche gli atti dei notai che li rogavano spesso lì.
“Non possiamo dire che è la più antica, con continuità, solo perché gli studi sistematici sulle farmacie non sono molti, è stato fatto uno studio piuttosto raro – ha affermato – questo testo ha valore in generale per la storia della farmacia italiana ed europea”.
Lo storico ha poi suddiviso in due macro periodi la storia dell’esercizio.
“Il primo va dal Colleoni (la seconda metà del ‘400) a Napoleone (1810) – ha spiegato – in cui la spezieria è stata quello che oggi definiamo farmacia comunale. Fino al 1541 gli speziali si spostavano in vari luoghi, poi si colloca, non a caso, nella sede del potere pubblico, nel complesso del palazzo comunale e signorile. I problemi economici, dovuti al fatto che la gente spesso non pagava, sommati a quelli del Comune, fa si che nel 1807-8 la spezieria viene messa all’asta e alla fine la ritira Geremia Licini originario della zona di Alzano. Da allora il palazzo comunale viene diviso e la spezieria diventa privata. Poi arriveranno i Truffelli e nel 1973 inizia la storia attuale”.
Quella segnata dall’arrivo della suocera del dottor Locatelli, Elena Molinari, una delle prime donne laureate della città. Non sono mancati momenti di particolare coinvolgimento dovuto ad alcuni aneddoti, alla curiosa storia dell’uso delle sanguisughe e di sostanze dai nomi esotici, di cultura con un po’ di storia della medicina ma anche di commozione, quando il farmacista ha faticato a trattenere le lacrime ricordando il tragico periodo della pandemia da Covid.
