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Cultura
Torna #domenicalmuseo: anche la Villa Romana e all'Antiquarium di Palazzo Pignano si possono visitare gratis
Domenica 5 gennaio non servirà alcun biglietto i musei e i parchi archeologici statali come quello cremasco
Il 5 gennaio si rinnova l’appuntamento con #domenicalmuseo, che consente l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese nei musei e nei parchi archeologici statali.
Torna #domenicalmuseo
Al via il 5 gennaio l’iniziativa del Ministero della Cultura, che coinvolge musei e parchi archeologici statali in tutta Italia. Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura, con accesso su prenotazione dove previsto. Tra i siti si annoverano anche anche la Villa Romana e l'Antiquarium di Palazzo Pignano.
Villa Romana e l'Antiquarium
A Palazzo Pignano numerose campagne di scavo, condotte dal 1963 e ancora oggi in corso, hanno permesso di individuare diverse porzioni di un imponente complesso residenziale tardoantico, che si estendeva fino a raggiungere una superficie totale stimata di circa sei ettari. Un parco archeologico e un museo già molto conosciuti nella zona. La visita ai resti comprende un piccolo Antiquarium, che raccoglie alcuni dei reperti recuperati negli scavi ubicato in alcuni locali prossimi all’area, messi a disposizione dal Comune. Completa il percorso l’allestimento interno alla pieve delle murature relative all’edificio di culto annesso alla villa, visitabili grazie alla disponibilità della parrocchia di San Martino.
La storia
Il sito del Ministero della Cultura descrive molto bene la realtà del bel paese cremasco, che porta in seno veri gioielli, non ultima la pieve romanica.
"L’impianto più recente (IV-V sec. d.C.), che si andò a sovrapporre ad una villa rustica risalente al I sec. d.C. e ampliata fino al III sec. d.C., comprendeva una lussuosa villa a padiglioni e un edificio di culto paleocristiano a pianta centrale, oggi visibile sotto la pieve romanica di San Martino - si spiega - L’ampiezza, le soluzioni inusuali utilizzate nella progettazione dei diversi nuclei e l’elegante decorazione, che contava anche diversi pavimenti musivi parzialmente conservatisi, indicano l’intervento di possessores tardoantichi di grande ricchezza e dal gusto raffinato. Il settore residenziale principale si articolava intorno a un cortile ottagonale, dotato di peristilio pavimentato in pietra di Verona; tra i vani che si affacciano sul portico spicca per dimensioni un’aula absidata, probabilmente un ambiente di rappresentanza, provvisto di riscaldamento con sistema a ipocausto. Sottolinea la ricercatezza del complesso la presenza di una galleria porticata con esedre alle estremità, che fungeva da collegamento tra i padiglioni e permetteva la vista sull’ampio viridarium; nel giardino doveva trovarsi anche un ninfeo, come indicano i resti di decorazione marmorea, musiva e le conchiglie reperiti negli strati di distruzione dell’edificio. Nella parte dedicata alle attività agricole sono state trovate le strutture pertinenti a un ampio magazzino e a svariati ambienti per lo stoccaggio e l’essicazione dei prodotti agricoli, oltre ad un’estesa sala riscaldata che doveva avere anch’essa pavimento a mosaico".
Alla fine degli anni ’90 una parte delle strutture conservate fu acquisita dallo Stato e resa fruibile gratuitamente al pubblico in un’area archeologica, oggi gestita dal MIC- Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova.