Covo

Le Anime giustiziate di Covo e quella ghigliottina in centro al paese

In pochi, fuori da Covo, conoscono la storia di Bossi, Taglia e Raselli, che ricorda quella di Geordie cantata da Fabrizio De André

Le Anime giustiziate di Covo e quella ghigliottina in centro al paese
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In pochi, fuori da Covo, conoscono il curioso rito agostano del Triduo delle Anime giustiziate, la cui ricorrenza cade proprio in questi giorni (tra il 7 e il 9 agosto). Tutto ha origine da un fatto storico, sul quale l'immaginario popolare e la coscienza collettiva dei covesi ha negli anni costruito un mito che sembra una riedizione macabra della ballata di Geordie (cantata anche da Fabrizio De André): una storia che parla della differenza tra legge e giustizia, di formalismo e di pietà. La vicenda ispira tra l'altro anche un monumento che oggi adorna l'omonima piazzetta del paese tra via Trieste e De Micheli.

Era l'agosto del 1798...

Era l’agosto del 1798 quando tre giovani uomini - ricordati solo come Bossi di Chiaravalle, Taglia di Romano e Raselli di Calcio - spinti dalla fame,  entrarono di nascosto nella corte della famiglia di Alessandro Fassina per racimolare qualcosa di prezioso da rivendere. I tre furono però sorpresi dalla giovane Teresa Capranelli che, derubata dei suoi orecchini, lanciò un urlo, allarmando il vicinato.

Gli anni della Repubblica Cisalpina

Erano gli anni di Napoleone e della sua Repubblica cisalpina. Una pattuglia di gendarmi francesi raggiunse e arrestò i tre ladri nelle campagne. Il giudice non fu magnanimo: per loro fu decisa la condanna a morte per decapitazione, il massimo della pena. Salvo che sul patibolo, i tre chiesero scusa alla cittadinanza di Covo e chiesero di poter ricevere i Sacramenti.

Ma il boia non si fermò: decapitati in piazza

Il pentimento fu sufficiente ai covesi per perdonare i tre ladri, mossi dalla fame. Ma non fu  abbastanza per fermare il boia. Tant’è che da quel giorno Bossi, Taglia e Raselli furono oggetto di vero e proprio  «culto» per il loro nobile ravvedimento morale avvenuto in punto di morte.

Tre, così come il numero dei ladri, sono dunque anche i giorni dedicati alla «Festa delle Anime Giustiziate» (rispettivamente il 7, 8, 9 agosto). Tre giornate dedicate  alla preghiera per i santi-ladri. Per Covo questa celebrazione è importantissima, perché è simbolo anche dell’attitudine covese al perdono e alla misericordia, qualità che la Giustizia spesso non comprende.

L'esibizione dei teschi, poi spariti

La pluricentenaria venerazione dei tre ladri era proseguita addirittura negli anni seguenti con il rito dell’esibizione dei teschi dei giustiziati, a riprova dell’autenticità del fatto storico. Eppure dagli anni '80  del Novecento, i tre teschi sono scomparsi nel nulla. Ancora oggi si sta cercando di capire dove siano andati a finire. Secondo alcuni, la sparizione non deve essere stata frutto del caso. Il Clero locale era infatti da tempo infastidito da quello che stava diventando una sorta di culto non autorizzato, e peraltro, di fatto, di tre ladruncoli. Più di recente, per tenere vivo il ricordo delle Anime giustiziate, negli anni scorsi il Comune ha fatto realizzare sul luogo della decapitazione una scultura piuttosto macabra ma affascinante, in cortèn. Raffigura una ghigliottina.

Ne ha scritto in questi giorni anche il sindaco Andrea Capelletti

 

 

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