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Cavernago riscopre i suoi bambini vacciniferi

Il primo cittadino di Cavernago Giuseppe Togni ha proposto un’assemblea pubblica per mostrare i tesori custoditi nell’archivio comunale

Cavernago riscopre i suoi bambini vacciniferi
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La storia è "magistra vitae". E questo lo sa bene il primo cittadino di Cavernago Giuseppe Togni, che ha proposto un’assemblea pubblica per mostrare i tesori custoditi nell’archivio comunale, al termine di una ricerca volta a studiare i documenti storici di Cavernago. E i fatti curiosi non sono mancati, specialmente quelli più inerenti all’attualità. La ricerca ha riportato alla luce il caso dei bambini vacciniferi.

Il caso

"Abbiamo trovato un documento eccezionale – ha spiegato Bernardino Pasinelli,  storico che si è occupato dello studio e della divulgazione di quanto scoperto – tanto eccezionale che ne ho parlato con altri studiosi. Il documento in questione è una carta dell'archivio datata 1862, che si trova nei mandati di pagamento. Il documento parla di bambini vacciniferi. Si tratta di un fenomeno molto particolare, metaforicamente associabile ad una sorta di “fabbrica di vaccini”. In sostanza ad alcuni bambini veniva inoculato il vaiolo. Si faceva sviluppare la malattia al bambino, che la sopportava meglio degli adulti. A quel punto i bimbi vacciniferi erano supervisionati da un medico, il cui compito era quello di tenere vive le pustole che comparivano sul corpo. Attraverso quel pus era possibile vaccinare le persone e creare allo stesso tempo altri bambini vacciniferi. La pratica è comunque più antica del 1862. Abbiamo testimonianza, infatti, che a inizio del 19esimo secolo, infatti, la città di Bogotà chiese soccorso. Dall'Europa una nave con 22 bambini vacciniferi partì. Questi salvarono tantissime persone. Non possiamo capire la sofferenza dei bambini, che non potevano nemmeno grattarsi, perché dovevano tener vive le pustole. La sanità ha dovuto fare grandi sforzi per raggiungere ciò che abbiamo oggi. Oggi questa malattia è scomparsa del tutto. E noi abbiamo un pezzettino di questa storia nel nostro archivio".

Altri documenti

Questo non è però l’unico episodio curioso emerso. Ci sono documenti che spiegano l’origine dello stemma comunale, altri testimoniano la generosità dei cavernaghesi di fronte alle calamità, come quando alcuni cittadini fecero una donazione per il disastro della diga del Gleno. "Ringrazio per la partecipazione ed attenzione – ha detto in conclusione il sindaco - ciò che posso dire è che i tempi sono cambiati. Tuttavia tante cose funzionano comunque allo stesso modo, pensiamo alle scuole dell'infanzia. Pur cambiando e migliorando tante cose sono rimaste uguali. Conoscere la storia serve quindi a migliorarci e serve a non farci dimenticare da dove arriviamo. Il lavoro di archivio è utile a valorizzare la nostra storia".

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